Il 13 settembre, la giornata mondiale della sepsi, rappresenta un’importante occasione per conoscere questa malattia sistemica che, causata da un’infezione, può dare origine al danneggiamento degli organi e alla morte. Ogni anno, secondo quanto riportato da Aboutpharma, in Europa si verificano circa 400 casi ogni 100.000 abitanti, motivo per il quale risulta fondamentale puntare sulla diagnosi precoce e sull’utilizzo dei giusti trattamenti, in primis l’antibiotico terapia.
La stessa Aboutpharma riporta le parole di Pierangelo Clerici, Presidente Amcli (Associazioni Microbiologi Clinici Italiani) e Direttore U.O. Microbiologia A.S.S.T Ovest Milanes, il quale afferma che la mortalità associata alla sepsi è cinque volte maggiore dell’ictus e dieci volte superiore a quella dell’infarto, e che questa malattia colpisce globalmente circa 27-30 milioni di persone ogni anno, 8 milioni delle quali periscono. Secondo lo stesso Clerici nell’ultimo decennio si è assistito a un aumento dei casi, dovuto in particolar modo alla presenza di una popolazione sempre più anziana e polimorbida. [1]
In Italia, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, i casi sarebbero 250mila, di cui 60mila morti l’anno[2]. Il 5-7% dei pazienti ricoverati negli ospedali italiani avrebbero inoltre contratto un’infezione ospedaliera, con una mortalità del 3%.
Nonostante si tratti di un problema non raro e di grave entità, questa malattia è ancora poco conosciuta. In occasione della Giornata Mondiale della Sepsi sono state dunque messe in atto delle campagne di sensibilizzazione, tra cui una prima indagine statistica effettuata dalla SIAARTI (Società di analgesia anestesia rianimazione e terapia intensiva) proprio il 13 settembre a bordo dei treni Frecciarossa, ottenendo i risultati riportati nell’immagine (Fonte: SIAARTI) [3].
La stessa SIAARTI descrive la sepsi come malattia “tempo dipendente”, caratterizzata da una prognosi peggiore in caso di diagnosi e/o trattamento tardivi, evidenziando che “è, infatti, ampiamente dimostrato che il tempestivo riconoscimento associato a una gestione terapeutica adeguata nel tempo e nei metodi permette una prognosi più favorevole. Moltissime morti potrebbero essere evitate con una diagnosi precoce e un trattamento tempestivo. Il rischio di morte per sepsi aumenta dell’8% circa per ogni ora di ritardo nel trattamento”.
Il Centers for Disease Control and Prevention (CDC) di Atlanta ha dichiarato la Sepsi un’urgenza medica, mentre nel maggio 2017, è stata definita dall’OMS una emergenza sanitaria globale. L’avvio di campagne di sensibilizzazione rivolte ai cittadini, l’educazione ad un buon utilizzo degli antibiotici, unite ad una sistematizzazione del percorso-diagnostico terapeutico che tenga conto dei tempi e dei modi corretti di agire all’interno di ogni ospedale, costituiscono azioni da incoraggiare per prevenire i nuovi casi e ridurre lo sviluppo di resistenze.