Il Piano 2020 della Ue prevede la copertura a 100 Mbs dell’85% della popolazione e quella a 30 Mbps per il 100% del paese. Si tratta di un obiettivo ambizioso al quale ha fatto seguito la definizione del Piano Banda Ultralarga ad opera del Governo nel 2015 e lo stanziamento di 3 miliardi come base d’asta per il Piano aree bianche, suddiviso in tre bandi di gara per la copertura ultrabroadband di 14,7 milioni di abitanti, 7.769 comuni pari a 9,9 milioni di unità immobiliari.
Sono state previste tre gare per la rete pubblica, due delle quali si sono già concluse, in entrambi a casi vinte da Open Fiber, che ha garantito le condizioni di copertura Ftth più ampie in entrambi i casi. La prima gara ha riguardato sei regioni (Abruzzo, Molise, Emilia Romagna, Lombardia, Toscana e Veneto) per la copertura di 4,6 milioni di abitazioni ed è stata aggiudicata ad Open Fiber per 675 milioni a fronte di una base d’asta di 1,4 miliardi mentre la seconda, del valore di 1,2 miliardi, ha riguardato dieci regioni (Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Marche, Lazio, Campania, Basilicata, Sicilia e provincia autonoma di Trento) ed è stata aggiudicata sempre da Open Fiber per circa 800 milioni. Siamo ora in attesa del terzo bando di gara che riguarderà Sardegna, Puglia e Calabria.
Ci troviamo di fronte ad progetto molto ampio che consentirà di coprire a 100 Mbps la stragrande maggioranza delle abitazioni (raggiunte anche le case sparse), con soltanto l’1% delle abitazioni che resteranno scoperte e che permetterà, entro 36 mesi (salvo problemi di percorso) di disporre di una rete in fibra che potrà contare su prezzi di accesso regolati al ribasso nelle aree bianche dall’Agcom, con uno sconto del 60% rispetto alle aree nere, per incentivare l’adozione della fibra.
Ebbene, dopo l’aggiudicazione, prima dell’estate, dei primi due bandi per la realizzazione della nuova rete pubblica di Infratel nelle aree bianche, il piano Banda ultralarga si appresta ad entrare nella sua fase più calda. Ed infatti, i Comuni del nostro paese ed in particolare quelli che si trovano nelle aree bianche a fallimento di mercato, sono chiamati a mettere in campo ogni iniziativa utile per agevolare l’attività di Open Fiber che si è aggiudicata le gare in questione diventando concessionario ventennale in qualità di operatore wholesale.
La richiesta dei permessi di scavo e le domande per l’avvio dei lavori costituiscono invero uno dei momenti nevralgici ed a maggiore criticità in un sistema altamente burocratizzato quale il nostro. Ed infatti, le criticità sul fronte delle autorizzazioni nei Comuni sono molteplici ma di fatto analoghe su tutto il territorio. I sindaci, in particolare, chiedono di poter progr
ammare per tempo gli interventi di scavo, così da evitare sovrapposizioni fra scavi per la fibra e interventi stradali, l’individuazione di un cronoprogramma preciso che consenta di fornire alla cittadinanza informazioni chiare ed affidabili sull’arrivo della fibra in città, garanzie sui lavori di ripristino del manto stradale ed infine collaborazione con le utility in relazione alla condivisone delle infrastrutture del sottosuolo.
In questo contesto, e nell’ottica di favorire la gestione delle attività necessarie per la realizzazione della rete, nasce l’iniziativa “Crescita digitale in Comune” lanciata nei giorni scorsi da Legautonomie, in collaborazione con Ancitel e Leganet. Si tratta di una piattaforma informativa digitale che dovrebbe agevolare il personale comunale in questa fase così delicata favorendo azioni integrate di comunicazione e di semplificazione burocratico-amministrativa con workshop, webinar e materiale informativo per il personale amministrativo dei comuni.
Open Fiber ha già avviato 51 cantieri nelle aree bianche, altri ottanta nelle aree nere ed entro fine mese sono previste nuove aperture di lavori per rispettare la stretta tempistica imposta dal Piano europeo. Tutto è pronto, adesso la parola alle amministrazioni che sono chiamate all’ennesima prova di efficienza che speriamo stavolta le veda vincitrici. D’altronde è dalla performance del pubblico che dipende una buona parte del futuro infrastrutturale del nostro Paese.