Emissioni: obiettivo 2020 raggiunto, ora si guarda al 2030

immagineObiettivo sulle emissioni di gas serra raggiunto con 4 anni di anticipo: questo ci fa sapere la Commissione Europea col suo ultimo Progress Report. Si parla ovviamente dell’obiettivo 2020, perché per quello al 2030 qualche timore permane.

Intanto, però, a chiusura del 2016, l’Unione Europea ha registrato già un -23% nelle emissioni rispetto al 1990, a fronte invece di una crescita del PIL, nello stesso arco temporale, del 53%, confermando il c.d. decoupling tra crescita economica ed emissioni climalteranti e, dunque, una riduzione della carbon intensity: solo nell’ultimo anno le emissioni sono scese dello 0,7% mentre il PIL è aumentato dell’1,9%. Un risultato certamente buono, tanto che le l’UE ha contribuito, nel 2015, solo per il 9,6% alle emissioni globali, ben 10 p.p. in meno rispetto all’anno di riferimento (1990).

Guardando ai singoli Stati, pochi sono quelli per cui si prevede qualche difficoltà a raggiungere, da qui al 2020, l’obiettivo loro assegnato. Si tratta di Austria, Belgio, Germania, Finlandia e Lussemburgo – per i quali si parla di un gap tra la riduzione che verrà, secondo le attuali proiezioni, raggiunta al 2020 e quella stabilita per quello stesso anno[1] di scarsa entità, variabili da 1 a 3 p.p. – mentre più preoccupante appare la situazione in Irlanda e a Malta, che registrano – sempre stando alle odierne stime – delta a doppia cifra (17 e 11 p.p., rispettivamente).L’Italia è tra i Paesi sulla strada giusta per centrare l’obiettivo. Anzi, stando alle proiezioni farà decisamente meglio di quanto ci sia aspettasse: a fronte di un obiettivo richiesto del 13% in meno sulle emissioni 2005, l’Italia dovrebbe trovarsi ben oltre e registrare una riduzione complessiva del 21%.

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Sull’obiettivo al 2030, come già accennato, esiste qualche remora in più. In assenza di nuove politiche, sarà difficile rispettare i propositi di tagliare le emissioni del 40% rispetto al 1990. Il Commissario per Clima e Energia, Miguel AriasCanete, ha di recente affermato: “Dopo due anni dall’Accordo di Parigi, l’UE rimane assolutamente impegnata nell’intento di ridurre le sue emissioni di almeno il 40% nel periodo 1990-2030. Siamo sulla buona strada per l’obiettivo 2020 e vicini a finalizzare una legislazione sul clima per il prossimo decennio. Le nostre emissioni diminuisco sebbene l’economia cresca, soprattutto grazie alle tecnologie innovative, mostrando crescita ed azione climatica possono andare di pari passo. Ma ci troviamo ancora di fronte a delle sfide, prima tra tutte quella delle emissioni nell’ambito dei trasporti che continuano a crescere”. Sono queste le parole con cui il Commissario preannuncia il lancio (avvenuto poi il giorno dopo) di misure volte a dare un taglio deciso alle emissioni prodotte dai veicoli nel decennio a parte dal 2021.


[1] Ci si riferisce in questo caso agli obiettivi, per i singoli Stati, fissati utilizzando come anno base il 2005.

Research Fellow dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Laureata all’Università Commerciale L. Bocconi in Economia, con una tesi sperimentale sull’innovazione e le determinanti della sopravvivenza delle imprese nel settore delle telecomunicazioni.

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