Liste d’attesa troppo lunghe per visite specialistiche e interventi chirurgici, costo eccessivo del ticket e un’assistenza territoriale da migliorare costituiscono alcuni dei principali problemi che caratterizzano l’accesso alle prestazioni sanitarie in Italia. Questi sono solo alcuni punti emersi dal XX rapporto PiT Salute, elaborato da Cittadinanzattiva-Tdm e presentato a Roma il 12 dicembre.
Riportiamo di seguito alcune delle principali evidenze emerse dalle 25 mila segnalazioni, raccolte nel 2016 dal Pit Salute e dalle sedi Tdm (vedi figura per confronto con 2015), su cui si basa il documento:
Accesso alle prestazioni (31,3% sul totale delle segnalazioni): difficoltà, ritardi, eccesso di burocrazia e costi costituiscono le principali segnalazioni, in particolare si evidenziano le criticità correlate alle liste d’attesa (es. 12 mesi di attesa per la colonscopia) e alla questione ticket (elevato costo o mancata applicazione).
Assistenza territoriale (13,9%): sono stati segnalati disagi nell’ottenere prestazioni sanitarie e sociali nelle strutture oppure al domicilio. Nel 30,5% dei casi il problema riguarda la medicina di base, seguita dall’assistenza residenziale (16,6%), dalla riabilitazione (15%), dall’assistenza domiciliare (14,3%), dall’assistenza protesica e integrativa (12,4%) e dall’accesso ai servizi di salute mentale (11,2%).
Invalidità e Handicap (13,8%): i problemi correlati ai riconoscimenti di invalidità ed handicap più sentiti dai cittadini sono, in ordine di importanza, la lentezza dell’iter burocratico, la presenza di problemi con l’esito dell’accertamento, i tempi di erogazione dei benefici economici e delle agevolazioni e la rivedibilità.
Presunta malpractice (13,3%): la presunta presenza di errori terapeutici è stata riscontrata soprattutto in ortopedia, chirurgia generale, ginecologia e ostetricia, mentre gli errori diagnostici sono stati segnalati soprattutto in oncologia, ortopedia e ginecologia ed ostetricia.
Informazione e documentazione (11,0%): le maggiori problematiche riguardanti l’accesso alle informazioni si registrano sulle prestazioni assistenziali, sull’assistenza sanitaria di base e sul consenso informato. Crescono le segnalazioni relative all’accesso alle informazioni sulle strutture esistenti, all’assistenza sanitaria per cittadini extracomunitari e alla donazione di organi e cordone ombelicale. La maggioranza delle segnalazioni sull’accesso alla documentazione riguarda i tempi giudicati eccessivamente lunghi per il suo rilascio e i casi di rifiuto di accesso alla documentazione stessa. Sono inoltre presenti casi di documentazione incompleta o smarrita, problematiche legate alle difficoltà di accesso per i costi di duplicazione della documentazione sanitaria e la consegna di documentazione erronea.
Assistenza ospedaliera e mobilità (8,2%): le voci maggiormente segnalate fanno riferimento alla rete di emergenza, alle procedure di ricovero e alle dimissioni. In particolare sono state segnalate procedure di triage non trasparente, lunghe attese al Pronto Soccorso, ricoveri rifiutati o avvenuti in un reparto inadeguato, la mancanza di servizi e reparti. Dimissioni improprie, scarsa reattività del territorio nella presa in carico, disagi relativi a mobilità sanitaria, sia di tipo regionale che per le cure all’estero, problemi relativi ai rimborsi delle spese sostenute, negata autorizzazione e mancata risposta da parte della ASL costituiscono altre voci importanti.
Farmaci (4,2%): il documento evidenzia che “con il 44,4% delle segnalazioni, percentuale in forte incremento rispetto allo scorso anno (31,2% nel 2015), il problema più sentito appare essere quello relativo all’accesso ai farmaci per l’epatite c, in particolare, per ciò che riguarda la mancanza di informazione e orientamento sull’accesso ai nuovi farmaci, per le limitazioni imposte dai criteri d’accesso stabiliti da AIFA, per le difficoltà causate del numero limitato dei centri prescrittori ed erogatori sul territorio, per le difficoltà legate ai tempi per l’erogazione dei nuovi farmaci.” Si segnala inoltre l’indisponibilità dei farmaci, non presenti in farmacia oppure, nel caso di farmaci ospedalieri, erogati in ritardo. Si evidenzia inoltre la problematica dovuta alla spesa per il loro acquisto, soprattutto per la fascia C, l’onere relativo alla differenza di prezzo tra brand e generico e l’aumento del ticket sul farmaco.
Umanizzazione (2,6%), patologie rare (1,3%) e altro: incuria verso i pazienti, atteggiamenti sgarbati da parte del personale sanitario, difficoltà ad avere informazioni sul proprio stato di salute, poca attenzione al dolore inutile e non necessario e violazione della privacy, presunti maltrattamenti costituiscono le segnalazioni più importanti. Medici e, a seguire, infermieri ospedalieri, operatori sociosanitari rappresenterebbero le principali figure legate a episodi caratterizzati da scarsa umanizzazione. Riguardo le malattie rare, le mancate esenzioni costituiscono la voce maggiormente segnalata dai cittadini, al secondo posto troviamo la necessità di assistenza continuativa, seguita dalle difficoltà nell’ottenimento del riconoscimento d’invalidità stessa. Infine è stata segnalata anche la necessità di trasferimento in strutture specializzate estere per la diagnosi e la cura della propria patologia rara, anche perché spesso in Italia è difficile giungere ad una diagnosi in tempi brevi.
Il rapporto PIT salute fornisce una panoramica dello stato di salute del nostro SSN. In generale segnaliamo, come è possibile osservare dalla figura, un miglioramento della situazione in termini di errori medici, le cui segnalazioni risultano in calo rispetto al 2015, di assistenza ospedaliera e mobilità e di accesso ai farmaci (discorso a parte per i farmaci anti-HCV). Aumentano invece le problematiche relative all’accesso alle prestazioni, all’assistenza territoriale, all’invalidità mentre le restanti voci risultano stabili rispetto al 2015.