L’International Energy agency (Iea) ha pubblicato il World Energy Outlook 2017, fornendoci una visione macro su quali scenari si apriranno, per il settore energetico, nel corso dei prossimi due decenni.
Quattro sono le maggiori tendenze che domineranno la scena nel sistema energetico globale e proviamo qui a sintetizzarle.
- Il rapido sviluppo, accompagnato da costi sempre più bassi, delle tecnologie di energia pulita. Si pensi che, a partire dal 2010, i costi del solare fotovoltaico sono scesi di ben il 70%, quelli dell’eolico del 25% ed i costi delle batterie del 40%. Le rinnovabili, così, rappresentano circa i due terzi degli investimenti globali in impianti elettrici. Entro il 2040 la generazione elettrica sarà spiegata per il 40% da fonti rinnovabili, tra le quali il solare rappresenterà la principale fonte di capacità low-carbon: un risultato trainato principalmente da Cina e India.
- La crescente elettrificazione dell’energia. Secondo le proiezioni, l’energia elettrica spiegherà circa il 40% della crescita totale dei consumi finali da qui al 2040 (per intenderci, quello che negli ultimi 25 anni ha rappresentato il petrolio). In particolare, i redditi in crescita porteranno milioni di famiglie ad acquistare dispositivi elettrici (specie dispositivi connessi “smart”) e ad installare sempre più sistemi di raffreddamento nelle proprie abitazioni: si consideri, ad esempio, che al 2040 la domanda cinese di elettricità per il solo raffreddamento sarà superiore alla attuale domanda elettrica totale del Giappone. Proprio la Cina, per far fronte alla crescita così sostenuta della domanda, dovrà incrementare – da qui al 2040 – la sua infrastruttura elettrica di una capacità che è pari all’intero sistema elettrico di oggi degli Stati Uniti; allo stesso modo, all’India sarà richiesto un incremento equivalente all’attuale sistema elettrico europeo. Non è un caso se nel 2016 gli investimenti in energia elettrica hanno superato, per la prima volta, quelli in petrolio e gas. Certo, le riduzioni di costo delle rinnovabili non sono sufficienti a garantire una decarbonizzazione efficiente ed un’offerta affidabile. La sfida della politica – che sempre più pone il tema in cima alla sua agenda – sta proprio nell’assicurare una quantità di investimenti in reti elettriche e mix di tecnologie di generazione elettrica che possano soddisfare la crescente domanda, garantendo al tempo stesso la flessibilità del sistema che il maggior utilizzo di fotovoltaico ed eolico rendono sempre più importante.
- Il cambiamento verso un’economia più service-oriented ed un mix energetico più verde in Cina, che resta il maggior consumatore di energia nel mondo. Senza dubbio la Cina gioca il ruolo di attore protagonista in quello che è lo scenario futuro del sistema energetico globale. Sta, infatti, entrando in una nuova fase del proprio sviluppo, puntando molto sull’elettrico, gas naturale e tecnologie digitale ad elevata efficienza e più pulite. In effetti, il precedente orientamento verso l’industria pesante, lo sviluppo infrastrutturale e l’esportazione di beni manifatturieri hanno prodotto non poca povertà e consegnato al Paese un sistema energetico dominato dal carbone ed i ben noti problemi ambientali. Con la progressiva conversione dell’economia verso il settore terziario anche il sistema energetico sta cambiando, con effetti importanti a livello globale: si consideri che un terzo delle installazioni di fotovoltaico ed eolico a livello mondo avverranno in Cina, così come il 40% degli investimenti globali in veicoli elettrici.
- La ripresa dello shale gas e dell’olio di scisto negli Stati Uniti, che si confermano il più grande produttore mondiale di petrolio e gas a prezzi sempre più bassi. Già oggi esportatore netto di gas, sul finire del prossimo decennio, gli Stati Uniti diventeranno esportatore netto anche di petrolio, con un output complessivo (di gas e petrolio) del 50% superiore a quello che qualunque altro Paese abbia mai prodotto.
Insomma, se alcune dinamiche – in particolare quelle in corso in Cina – fanno ben sperare, è pur vero che è forse troppo presto per dare per morto il petrolio.