La lotta alla povertà in ogni sua forma è uno degli obiettivi principali di qualsiasi Stato. Negli ultimi anni è cresciuta in Europa la sensibilità verso la povertà energetica, identificata come una priorità politica dalla Commissione europea anche all’interno del pacchetto di iniziative “Energia pulita per tutti gli europei”. In tale sede la Commissione ha proposto l’elaborazione di una definizione comune, chiedendo inoltre, agli Stati membri di monitorare le cifre e riferirle alla Commissione.
Lo scorso 29 gennaio, in occasione di un evento a Bruxelles ospitato dal Vicepresidente dell’Unione dell’energia Maroš Šefčovič e dal Commissario per l’Azione e l’energia per il clima Miguel Arias Cañete, è stato lanciato il nuovo Osservatorio europeo sulla povertà energetica. Tale Osservatorio mira a sostenere il processo decisionale a livello locale, regionale e nazionale, fornendo una risorsa di facile utilizzo e semplice accesso in grado di: promuovere l’impegno pubblico sulla questione della povertà energetica e diffondere informazioni – ma anche buone pratiche – tra i soggetti interessati (pubblici e privati).
Mancando ancora un’unica definizione condivisa a livello europeo, la povertà energetica è un concetto non facilmente individuabile attraverso un singolo indicatore. Per quanto riguarda la misurazione, l’Osservatorio utilizza una serie di dati, che dovrebbero essere visualizzati e analizzati complessivamente. Ogni indicatore descrive una diversa sfaccettatura del fenomeno, dando una visione d’insieme sulle diverse questioni legate alla povertà energetica.
Analizzando alcuni dei dati presenti sulla piattaforma la situazione italiana non è rosea. Nonostante già nel 2012 il 95,2% delle abitazioni fosse dotato di un sistema di riscaldamento, nel 2015 le famiglie italiane emergono tra quelle che riscontrano le maggiori difficoltà nello scaldare le proprie abitazioni. Infatti, con il 14,6% delle famiglie che ha difficoltà a mantenere calda la propria abitazione, l’Italia si colloca in 20esima posizione, seguita (in ordine crescente) da Malta, Serbia, Lituania, Portogallo, Cipro, Grecia, Lettonia e Bulgaria. Per quanto riguarda la percentuale di abitazioni umide con perdite che necessitano di riparazioni a tetti e infissi, il nostro Paese si posiziona al sesto posto (con il 23%) dopo Lettonia, Serbia, Cipro, Bulgaria, Slovenia e Portogallo. Inoltre, il 9,1% delle famiglie italiane ha avuto difficoltà a pagare le bollette energetiche, accumulando ritardi nei confronti dei fornitori.
Un ruolo chiave nella lotta alla povertà energetica sarà svolto dall’efficienza energetica e dalla divulgazione di conoscenze. In Italia, oltre alle misure di rafforzamento dell’efficienza energetica nell’edilizia sociale, sin dal 2009 esistono i c.d. bonus elettrico e gas, che prevedono un contributo, erogato sotto forma di sconto in bolletta, differenziato in base al numero di componenti e, nel caso del bonus gas, anche in base alla zona climatica e al tipo di utilizzo (cottura e acqua calda sanitaria/riscaldamento). L’accesso a tali strumenti è condizionato da uno specifico valore dell’ISEE (non superiore a 8.107,5 euro per nucleo familiare, 20.000 euro in caso di più di 3 figli a carico). Tutte le famiglie che possiedono i requisiti di disagio economico possono richiedere sia il bonus per la fornitura elettrica sia per la fornitura gas. Purtroppo i dati non sono incoraggianti, infatti, nel 2014 solo un terzo delle famiglie potenzialmente beneficiarie (in base all’ISEE) ha effettivamente richiesto i bonus. Segno evidente che molto deve essere ancora fatto in termini di diffusione delle informazioni – tanti non sanno dell’esistenza di simili misure -, semplificazione e interoperabilità tra banche dati – al fine di rendere automatica l’erogazione del bonus in presenza dei requisiti – per contrastare la povertà energetica.