Cittadini a rischio di povertà ed esclusione sociale: Italia terza in Europa

poverta-1La cosiddetta “legge del gradiente sociale” – ossia la relazione diretta tra reddito e salute per cui chi è più povero, più è destinato ad ammalarsi – non riguarda solo i Paesi in via di sviluppo ma anche i Paesi più ricchi ed industrializzati.

Le disuguaglianze sociali sono tra i principali fattori che determinano le disuguaglianze di salute. Tali disuguaglianze sono fortemente correlate alla povertà intesa in senso lato (povertà economica e povertà di reti di aiuto), alla disoccupazione, al lavoro poco qualificato, al basso titolo di studio. Si tratta di fattori, che spesso correlati tra loro, minacciano la salute degli individui. Numerosi studi pubblicati negli ultimi vent’anni hanno, infatti, dimostrato che in tutta Europa i cittadini in condizioni di svantaggio sociale tendono ad ammalarsi di più, a guarire di meno, a perdere autosufficienza, e ad avere una percezione negativa del proprio stato di salute[1].

La quota totale della popolazione a rischio di povertà o esclusione sociale nell’Unione europea è leggermente aumentata nel corso degli anni. Nelle città la quota è passata dal 22,7% nel 2010 al 23,6% nel 2016, mentre nelle periferie e nei sobborghi è passata dal 20,3% nel 2010 al 21,6% nel 2016. Al contrario, la quota è diminuita nelle aree rurali dal 29,0% nel 2010 al 25,5% nel 2016.

In particolare, soffermando l’attenzione sui dati relativi alle città – luoghi in cui risiede gran parte della popolazione (41,2% nel 2016)[2]l’Italia è terza in Europa per numero di cittadini a rischio di povertà e di esclusione sociale (30,3%), preceduta solo da Grecia (33,6%) e Bulgaria (31,1%).

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Conoscere il numero delle persone a rischio di povertà ed esclusione sociale è sicuramente importantissimo per poter intervenire sui determinanti sociali e ridurre la palese e ingiusta differenza nella distribuzione della salute. Ma altrettanto importante è conoscere l’evoluzione del dato. Sapere, cioè, se le persone che sono a rischio di esclusione sociale sono aumentate o diminuite nel corso del tempo.

Purtroppo in Italia, i cittadini a rischio di povertà ed esclusione sociale sono aumentati negli ultimi anni, passando dal 24,4% nel 2010 al 30,3% nel 2016. Anche in Europa, rispetto al 2010, il dato è aumentato: però, è da sottolineare la tendenza in diminuzione degli ultimi tre anni, contrariamente a quanto, invece, accade per il nostro Paese, dove aumenta di 2,5 p.p.

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Research Fellow dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Laureata in Economia presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, con una tesi in Finanza Aziendale Internazionale. Successivamente ha conseguito un master di II livello in “Concorrenza, economia della regolamentazione e della valutazione”, presso la medesima università.

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