L’S-Vod continua a guidare la crescita della pay-tv in Europa grazie a Netflix e Amazon

video_tv-kxBC--835x437@IlSole24Ore-WebNon si ferma mai l’ambiente audiovisivo, i cui confini sono sempre più sfumati non solo in termini puramente geografici, ma anche nella convergenza tra generi, device, tecnologie. Il tutto si traduce in giochi di alleanze, acquisizioni, divorzi che hanno lo scopo di arrivare primi e garantirsi la sopravvivenza in un mercato sempre più affollato ed aggressivo. L’ultimo colpo di scena ce l’hanno regalato gli ex rivali Sky e Netflix, vale a dire la principale pay-tv d’Europa e il gigante mondiale del videostreaming, che hanno deciso di far convergere i propri cataloghi all’interno della nuova piattaforma Sky Q. Si partirà il prossimo anno con Gran Bretagna e Irlanda, per poi proseguire a ruota con Italia, Germania e Austria. Una mossa che per l’operatore satellitare ha il sapore di contrasto al cord-cutting mentre per il gigante guidato da Reed Hastings vale il raggiungimento di una massa critica di film e serie tv, cosa da non sottovalutare visti gli ingenti sforzi per offrire al proprio pubblico contenuti propri (8 miliardi di dollari previsti nel 2018) e slegarsi, allo stesso tempo dalle major.

Per entrambi il nemico da battere si chiama Amazon che, forte degli investimenti in contenuti originali e di partnership importanti (Itv e Discovery), ha visto crescere gli abbonati del 41% nel 2017, in quello che non rappresenta neppure il proprio core business, grazie anche ad una sinergia con gli altri rami d’azienda ed una approfondita conoscenza dei propri clienti.

Le informazioni sugli utenti, assieme ad una flessibilità inconcepibile in ambiente audiovisivo tradizionale, rappresentano probabilmente il punto di forza dei cosiddetti OTT rispetto alle pay-tv tradizionali. E tra questi non è un caso che in Europa sia l’S-VOD a guidare la crescita del mercato della pay-tv. A confermarlo una recente ricerca dell’Osservatorio europeo dell’audiovisivo intitolata Trends in the EU SVOD market – 2017 Edition che ha rilevato una crescita dei ricavi da servizi S-Vod del 128% l’anno tra il 2011 e il 2016.

Nel 2016 l’S-Vod ha costituito il 66% dei ricavi totali da pay-tv on demand nell’Unione europea, i ricavi S-Vod hanno invece rappresentato il 6,8% del totale entrate pay rispetto allo 0,2% del 2011 e nel 2016 sono stimati intorno a 2,5 miliardi di euro in Ue e 2,8 nell’intera Europa.

Regno Unito, Germania, Svezia, Danimarca e Norvegia, i cinque maggiori mercati, insieme raccolgono il 69% dei ricavi totali S-VOD in Europa.

Gli abbonamenti sono stati 38,7 milioni. Una penetrazione che raggiunge i suoi picchi soprattutto nei paesi scandinavi. Il tasso di crescita annuo è stato del 55,5%. Allargando all’intera Europa gli abbonati sono stati 43,5 milioni per una crescita del 54,2%.

Nonostante i ritmi di penetrazione piuttosto sostenuti, l’S-Vod rappresenta ancora un mercato ridotto, vale a dire circa il 18% degli abbonamenti rispetto al totale pay-tv (lineare + S-Vod). Si tratta tuttavia di una crescita considerevole se comparata con l’1% del 2011.

Numero di abbonati all’S-Vod in Europa (mln)

GRAFICO

Fonte: Osservatorio europeo dell’audiovisivo

A fine 2016 i servizi S-Vod in Europa erano 197, che si moltiplicano a 330 se si considerano separatamente le differenti versioni linguistiche.

È Netflix ad appropriarsi la fetta maggiore, il 47%, degli abbonati, seguita da Amazon che ne ha circa il 20%.

Se nel Regno Unito Netflix vince la sfida con il gigante di Seattle, non è un caso che quest’ultimo sia leader nel mercato in cui è stato lanciato prima, ovvero in Germania, dove è nato dalle ceneri di Lovefilm. Segno che la competizione rimane accesa e che lo spauracchio Amazon induce gli altri operatori a correre ai ripari.

Articolo scritto con Monica Sardelli

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