Quali sono le città meno pulite d’Europa secondo l’Eurostat

“I cittadini europei sono soddisfatti della pulizia delle proprie città?”. Con l’obiettivo di rispondere a questa domanda, l’Eurostat ha condotto un sondaggio che ha coinvolto gli abitanti di 109 città europee. Nonostante l’indagine sia stata condotta a partire dal 2015, i risultati sono stati pubblicati solo lo scorso 21 maggio, in occasione dell’apertura della settimana verde europea.

Anche i cittadini romani hanno partecipato al sondaggio e ciò che emerge è più attuale che mai: il 91% degli abitanti della nostra capitale dice di non essere soddisfatto (o piuttosto insoddisfatto) della pulizia di Roma. La Città Eterna ha dunque il triste primato di essere la capitale europea più sporca. Solo il 9% dei cittadini romani la giudica abbastanza pulita.

È arrivato il momento per l’amministrazione capitolina di agire concretamente per arginare il fenomeno. Con l’arrivo della stagione calda la situazione rischia di diventare ancora più critica e insostenibile per i cittadini romani. Inoltre risulta un cattivo biglietto da visita per i turisti che arrivano da tutto il mondo ad ammirare la grande bellezza della “caput mundi”.

Se si passano in rassegna le altre capitali europee, dopo Roma, la città percepita più sporca dai suoi abitanti è Bratislava – in Slovacchia – che si trova però a distanza di circa 20 punti dalla città eterna (il 71% dei cittadini pensa che non sia sufficientemente pulita). Il triste podio vede al terzo posto Sofia, capitale della Bulgaria, la cui pulizia non soddisfa il 70% degli abitanti.

Al capo opposto della classifica Eurostat, si colloca invece Lussemburgo con solo il 5% di abitanti che ritiene insoddisfacente il suo livello di pulizia. Infine, anche a Vienna (10%), Lubiana (12%), Riga (19%) e Helsinki (19%),  la percentuale di cittadini che reputa sufficientemente pulita la propria città è superiore all’80%.

Research Fellow dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Laureata in Economia presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, con una tesi in Finanza Aziendale Internazionale. Successivamente ha conseguito un master di II livello in “Concorrenza, economia della regolamentazione e della valutazione”, presso la medesima università.

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