Ecco come il settore automotive si muove sulla blockchain


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Domenico SALERNO

I principali compagnie dell’automotive si stanno proiettando verso il futuro anche grazie alla tecnologia che ha portato alla ribalta le criptovalute e la blockchain. Gli investimenti in ricerca e sviluppo sono da sempre uno dei pilastri principali di questo settore. E infatti alcune delle principali case automobilistiche hanno avviato progetti di sperimentazione per sfruttare la catena a blocchi e rivoluzionare il mondo della mobilità. Alcuni dei principali costruttori (tra cui BMW, Ford, General Motors e Renault) si sono uniti in un’iniziativa denominata “Mobility Open Blockchain Initiative”. Il progetto prevede la creazione di una piattaforma in cui aziende e consumatori condividano i propri dati in maniera trasparente e sicura, così da elaborare un linguaggio standard che permetta ai nuovi sistemi smart di comunicare in maniera automatica. L’integrazione tra intelligenza artificiale e blockchain in futuro potrebbe permettere alle auto a guida autonoma, grazie all’utilizzo di smart contract, di gestire in maniera automatica tutte le transazioni che effettua ogni giorno un utente della strada, come a esempio il pagamento di un pedaggio, di un parcheggio o un rifornimento.

Le compagnie riunite nel progetto Mobi vedono nella blockchain anche il futuro della mobilità condivisa grazie a un incremento della velocità delle transazioni e all’implementazione di un sistema di reputation management. La mobilità condivisa, fortemente sponsorizzata in questi anni anche dal ministero dell’Ambiente, ha raggiunto in Italia nel 2017 oltre 17.000 utenti. Da uno studio condotto da Car Sharing Trentino è emerso che un quarto degli aderenti al servizio ha rinunciato all’utilizzo di un veicolo proprio. Il pagamento commisurato con il reale sfruttamento fa sì gli utilizzatori facciano un uso del mezzo più razionale rispetto a quello privato. Questo nelle esperienze raccolte, si è tradotto in una riduzione del 40% dei chilometri annui percorsi.

Estremamente interessante è anche la possibilità di offrire un temporaneo accesso alla vettura ad altri soggetti. Amazon ha da poco stretto un’alleanza con Volvo per sviluppare un sistema di consegna direttamente in vettura. Non essendo più necessaria la presenza fisica del destinatario per l’accettazione della merce i corrieri potrebbero gestire percorsi e orari in maniera autonoma minimizzando il rischio di mancata consegna e rendendo la vita più semplice a chi acquista sul web.

La blockchain potrebbe facilitare anche i processi di compravendita di un veicolo. Alcune grandi aziende del settore automobilistico (su tutte Psa e Renault) stanno testando un libro di manutenzione digitale e decentralizzato che tenga traccia di tutte le informazioni sulla storia delle proprie vetture. Dati riguardanti il chilometraggio, i tagliandi periodici, le riparazioni e gli incidenti vengono registrati e inviati automaticamente alla blockchain. L’utilità di questo sistema si manifesta principalmente nell’evitare le frodi che spesso affliggono il mercato dell’usato. Avere a disposizione una rendicontazione aggiornata e certa sulla vita di un’automobile rappresenterebbe un valore aggiunto sia per un potenziale acquirente che per un proprietario diligente. E di conseguenza facilitare la buona riuscita delle transazioni.

Direttore Area Digitale dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Nato ad Avellino nel 1990. Ha conseguito una laurea triennale in “Economia e gestione delle aziende e dei servizi sanitari” presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore e successivamente una laurea magistrale in “International Management” presso la LUISS Guido Carli. Al termine del percorso accademico ha frequentato un master in “Export Management & International Business” presso la business school del Sole 24 Ore.

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