L’intelligenza artificiale può essere definita come la capacità di un sistema tecnologico di apprendere nozioni, svolgere compiti e risolvere problemi come farebbe la mente umana. Attualmente questa tecnologia si distingue in due categorie: quella debole – e cioè software in grado di risolvere problemi e prendere decisioni autonomamente – e quella forte, ossia un sistema che punta a emulare le capacità intellettive della mente umana sviluppando propri processi di ragionamento.
Ciò che caratterizza l’intelligenza artificiale è il modello di apprendimento che porta il sistema ad accrescere le proprie capacità. Le tipologie attuali di sistemi Ia sono principalmente due: il Machine Learning e il Deep Learning. I modelli che si basano sul Machine Learning permettono alle macchine di imparare a prendere una decisione, senza essere preventivamente programmate, basandosi su esempi o su analisi di errori e risultati. I modelli che si basano sul Deep Learning sono quelli attualmente più avanzati. Questi necessitano di reti neurali che permettono di effettuare elaborazioni basate su più livelli e simulano quello che succede nei processi di ragionamento effettuati dal cervello umano. I sistemi di questo tipo sono in grado di riconoscere e rispondere in maniera automatica a stimoli esterni come immagini e suoni.
La blockchain invece è un database decentralizzato e criptato seguendo delle precise regole di sicurezza. Questa può essere paragonata ad un libro mastro digitale che può essere modificato da chiunque faccia parte della rete ma solo con il consenso di tutti i partecipanti. Una volta che un’operazione viene effettuata e confermata dagli altri utenti diventa immutabile e consultabile da chiunque in qualsiasi momento.
L’intelligenza artificiale e la blockchain sono le innovazioni tecnologiche che sembrano dover rivoluzionare il nostro futuro. L’integrazione tra queste due tecnologie tuttavia non è solo possibile ma anche auspicabile.
Per accrescere le proprie performance l’Ia necessita di un’enorme mole di informazioni e la catena rappresenta una delle più promettenti fonti di dati esistenti. In un articolo Orlovsky Maxim, uno dei maggiori esperti di neuroscienze al mondo, ha affermato che “La blockchain sarà per l’intelligenza artificiale quello che il linguaggio scritto ha significato per la mente umana”. La catena quindi si configura come un immenso libro mastro decentralizzato dove software capaci di autoapprendimento potranno attingere informazioni fondamentali per migliorare le proprie capacità di ragionamento. La blockchain a sua volta potrà sfruttare le potenzialità di applicativi sempre più intelligenti per incrementare la rapidità, la qualità e la sicurezza delle transazioni.
Uno degli esempi più evidenti di come queste due tecnologie possano coesistere ed integrarsi e quello rappresentato dal settore energetico. I contatori di nuova generazione dotati di software “intelligenti” infatti non si limiteranno a calcolare i consumi energetici e l’eventuale autoproduzione ma dialogheranno con tutti i dispositivi connessi alla rete che siano questi produttori o consumatori di energia. Le nostre case, come i nostri uffici, si stanno riempiendo di macchine intelligenti che, oltre a svolgere la propria funzione, sono connesse alla rete e generano numerosissimi dati. Con l’analisi dei consumi si potranno prevedere le abitudini di ciascun utente e si riuscirà a produrre e allocare l’energia in maniera puntuale ed efficiente. I nuovi rilevatori ci stanno quindi portando verso una nuova dimensione di efficienza energetica che permetterà tramite lo sfruttamento dei Big Data di ridurre al minimo gli sprechi. Questi dati, oltre a favorire i consumatori, permetteranno alle grandi aziende del settore di regolare la produzione prevedendo i picchi della domanda e scongiurando quindi il rischio di collasso della rete.