Il report Istat dal titolo “Spese per consumi delle famiglie”, pubblicato nei giorni scorsi, evidenzia come nel 2017 la spesa media mensile familiare in valori correnti sia pari a 2.564 euro. Questo dato fa registrare una variazione del +1,6% rispetto al 2016 e del +1,3% rispetto al 2013, anno di minimo per la spesa delle famiglie. Anche se in crescita per il quarto anno consecutivo, la spesa media mensile familiare rimane al di sotto dei 2.640 euro del 2011.
Le famiglie spendono per beni e servizi non alimentari 2.107 euro al mese. A tal proposito l’Istat rileva che “la voce di spesa più elevata è quella per abitazione, acqua, elettricità e altri combustibili, manutenzione ordinaria e straordinaria, pari a 898 euro mensili (il 35,0% del totale), seguita da quella per trasporti (290 euro, l’11,3%). Crescono le spese per servizi sanitari e salute (+8,0%), per trasporti (+7,1%) e per comunicazioni (+2,5%).”
Aumentano dunque dell’8% le spese per servizi sanitari e salute, che arrivano in media a 123 euro mensili e che sono frequenti soprattutto nelle famiglie con anziani. Queste spese raggiungono il 6,9% tra i single anziani, dato decisamente maggiore rispetto all’1,9% registrato dalle persone single di età compresa tra i 18 ed i 34 anni. Le coppie di anziani senza figli raggiungono il 6,7%, mentre nelle coppie adulte senza figli si arriva al 4,7%. Un dato, quest’ultimo, a sua volta maggiore del 3,5% registrato dalle coppie senza figli con meno di 35 anni.
Quotidiano Sanità pone inoltre in risalto la presenza di un “differenziale di spesa costante anche nel 2017 tra le famiglie composte da soli stranieri e quelle composte da soli italiani, con un divario che scende sotto i mille euro (1.679 contro 2.624 euro)” e aggiunge che “per le famiglie di soli stranieri, rimane stabile la quota di spesa destinata alla sanità (2,8%, pari a 48 euro mensili), ben al di sotto della media nazionale (4,8%), anche per effetto di una minore età media dei componenti”.
Dal rapporto Istat si evince inoltre la presenza di una maggiore spesa complessiva da parte delle famiglie con una maggiore istruzione. Rispetto al 2016, le famiglie che hanno come riferimento una persona laureata hanno speso 3.679 euro mensili (+3,6%). Se la persona di riferimento in famiglia ha conseguito solo un diploma di scuola secondaria superiore si arriva ai 2.846 euro (+2,2%).
Il documento riporta inoltre che le famiglie in cui compaiono persone laureate riservano quote di spesa più elevate ad attività ricreative come spettacoli e cultura (6,4%) e servizi ricettivi e di ristorazione (6,8%). Le famiglie in cui sono presenti persone che hanno conseguito al massimo la licenza elementare – caratterizzate perciò da componenti più anziani – hanno invece una struttura di spesa concentrata soprattutto su bisogni primari (68,4% per alimentari, abitazione, mobili, articoli e servizi per la casa) e sulla sanità (6,7% contro una media nazionale del 4,8%).
In base ai dati forniti dal rapporto è dunque possibile notare che nel 2017 è stato registrato un aumento delle spese per servizi sanitari e salute e che tali costi crescono con il passare dell’età. Questo accade probabilmente a causa della sovrapposizione di maggiori cronicità delle patologie. Si evince inoltre che le spese sanitarie gravano soprattutto sulle famiglie meno istruite, che non di rado presentano persone di riferimento mediamente più anziane. Tendono invece a restare basse nelle famiglie di stranieri.