Titoli accademici certificati con blockchain. L’iniziativa dell’università di Cagliari


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Domenico SALERNO
Blockchain

All’università di Cagliari la sessione di laurea della facoltà di informatica del 20 luglio 2018 non è stata come tutte le altre. Questa data segna una svolta nella vita di questo ateneo e non solo perché per la prima volta è stata utilizzata la tecnologia blockchain per autenticare un certificato di laurea.

L’università di Cagliari può essere sicuramente considerata all’avanguardia nell’utilizzo della catena. Ancora oggi pochissime istituzioni accademiche hanno avviato programmi di questo tipo tra cui il prestigioso Massachusetts Institute of Technology (MIT) che da luglio dello scorso anno ha avviato un progetto pilota per emettere certificazioni agli studenti sfruttando la blockchain di BitCoin.

Il sistema utilizzato dall’ateneo di Cagliari utilizza invece la catena a blocchi di Ethereum (la seconda criptovaluta più utilizzata al mondo) che viene considerata dagli sviluppatori più moderna e adatta allo scopo. Questo perché, nonostante sia il motore che permette gli scambi in Ether, questa blockchain non è stata creata con lo scopo principale di consentire le transazioni monetarie, ma come piattaforma di gestione degli smart contract. E, cioè, contratti automatici che si attivano in via autonoma al raggiungimento di condizioni predeterminate dagli utilizzatori.

L’ateneo ha sviluppato il sistema di certificazione in collaborazione con l’azienda FlossLab, uno spin-off di questa università nato con l’obiettivo di industrializzare i risultati delle ricerche accademiche e offrire sul mercato soluzioni software avanzate per le organizzazioni pubbliche e private.

Abbiamo deciso di garantire l’autenticità dei certificati europei dei nostri laureati con questa tecnologia, perché intendiamo dotarli di uno strumento moderno, semplice e immediato, utilizzabile ovunque nel mondo“, ha affermato il rettore dell’università di Cagliari Maria Del Zompo. Che poi ha aggiunto: “Un certificato di laurea, sia cartaceo che in formato digitale, è facilmente falsificabile o alterabile. Grazie a questa tecnologia, i nostri studenti potranno garantire l’autenticità e l’integrità dei loro certificati digitali a potenziali datori di lavoro in tutto il mondo, in modo semplice e gratuito. Il nostro sistema non richiede la disponibilità di App specifiche su smartphone, o l’accesso e la registrazione a un sito specifico. Tutto si svolge in modo semplice e con strumenti ad accesso libero“.

Grazie all’introduzione di questo sistema, per ogni sessione di laurea, verranno generati certificati informatici, in formato europeo, che saranno registrati sulla blockchain di Ethereum permettendo a chiunque ne abbia necessità di verificarne l’autenticità. Il controllo della veridicità del documento è un processo semplice e veloce: non sono necessarie dotazioni particolari, basta disporre del file e seguire le indicazioni riportate sul sito web dell’ateneo.

Direttore Area Digitale dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Nato ad Avellino nel 1990. Ha conseguito una laurea triennale in “Economia e gestione delle aziende e dei servizi sanitari” presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore e successivamente una laurea magistrale in “International Management” presso la LUISS Guido Carli. Al termine del percorso accademico ha frequentato un master in “Export Management & International Business” presso la business school del Sole 24 Ore.

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2 Commenti

  1. Peccato che violi palesemente il Regolamento Generale per la protezione dei Dati. Come fa un’università a promuovere progetti del genere?

    • Buongiorno Stefano,
      personalmente non credo che l’iniziativa dell’Università di Cagliari violi le regole sulla privacy. Immagino innanzitutto che l’Università abbia fatto sottoscrivere ai laureandi un’autorizzazione al trattamento dei dati personali appositamente per questo progetto. Il sistema comunque non permette a chiunque di vedere la lista dei laureati ma solo di verificare l’autenticità di un certificato emesso in formato elettronico. Per effettuare questa verifica il datore di lavoro deve avere a disposizione il file elettronico che è in possesso esclusivamente dal laureato. Quindi io candidato non sono costretto a presentare il mio certificato elettronico ma scelgo volontariamente di mostrarlo e di autorizzarne la verifica per dare maggiore concretezza alla mia candidatura. La tutela della privacy è comunque un tema molto delicato e dibattuto quindi siamo contenti che tu abbia deciso di commentare e speriamo che da questo ne scaturisca un dibattito costruttivo sulla questione.

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