La filiera alimentare tracciata con la blockchain. I progetti in corso e i possibili benefici


Articolo
Domenico SALERNO
Blockchain

Nell’ultimo rapporto dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentare ministero dell’Agricoltura e del Turismo è stato reso noto che nei più di 50 mila controlli effettuati nel corso del 2017 sono state riscontrate irregolarità riguardanti il 15% dei prodotti ispezionati.

Tenere traccia di ogni passaggio della vita degli alimenti che arrivano ogni giorno sulle nostre tavole è un onere e una sfida fondamentale per garantire la sicurezza alimentare dei consumatori.

I beni sequestrati sono quantificati in 22.000 tonnellate per un valore superiore ai 103 milioni di euro. Nonostante il grandissimo lavoro che le autorità pubbliche portano avanti per garantire la nostra sicurezza porti risultati importanti, risulta evidente come questa non possa essere l’unica arma contro questo fenomeno.

Un aiuto importante potrebbe arrivare, ancora una volta, dalla tecnologia blockchain. È notizia di pochi giorni fa l’introduzione, nelle sedi italiane della multinazionale francese della GDO Carrefour, della catena a blocchi per garantire la tracciabilità della filiera alimentare per alcune categorie di prodotti.

I clienti potranno controllare le informazioni relative agli alimenti che hanno intenzione di acquistare semplicemente inquadrando, con il proprio smartphone, un QR code posto sull’etichetta. Un sistema già introdotto con successo in Francia qualche mese fa il cui utilizzo sarà ulteriormente ampliato nel 2019 ed esteso ad altri prodotti. Il direttore Operation di Carrefour Italia, Stéphane Coum, ha affermato che “l’evoluzione delle richieste del consumatore e la rinnovata attenzione alla provenienza dei prodotti che la Gdo offre, impone agli operatori del settore un impegno sempre maggiore verso la trasparenza delle informazioni. La tecnologia blockchain è uno strumento fondamentale in questa direzione, poiché rappresenta un patto di fiducia tra Carrefour Italia e il cliente finale, che potrà verificare direttamente e in tempo reale le informazioni legate alla filiera del prodotto, dall’origine sino all’arrivo al punto vendita“.

Un’altra grande azienda che ha intenzione di utilizzare la catena per garantire i propri prodotti è la Barilla. Lo storico marchio italiano ha avviato un progetto con IBM per seguire la strada degli alimenti “dal campo alla tavola”. La sperimentazione per il momento coinvolge un unico produttore di basilico, ma se dovesse avere esito positivo potrebbe essere allargata a numerosi prodotti. IBM sta parallelamente lavorando a un progetto che ha come obiettivo quello di garantire la tracciabilità della filiera dell’olio.

La multinazionale statunitense lavora a questa iniziativa, promossa da Politecnico e Università di Bari, insieme a OlivYou, un marketplace digitale specializzato nella vendita di olio di alta qualità. La blockchain verrà utilizzata anche per difendere l’italianità del Bacio Perugina (che soffre di numerose imitazioni a livello globale). La Nestlé Italia (proprietaria del marchio) sta lavorando con Microsoft per seguire i famosi cioccolatini dalla fabbrica fino agli scaffali dei negozi di tutto il mondo coinvolgendo operatori della logistica, importatori e distributori.

Direttore Area Digitale dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Nato ad Avellino nel 1990. Ha conseguito una laurea triennale in “Economia e gestione delle aziende e dei servizi sanitari” presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore e successivamente una laurea magistrale in “International Management” presso la LUISS Guido Carli. Al termine del percorso accademico ha frequentato un master in “Export Management & International Business” presso la business school del Sole 24 Ore.

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