
Nata come infrastruttura di base per le criptovalute (come i BitCoin) la blockchain sta acquisendo negli ultimi tempi una considerazione sempre maggiore da parte degli organismi istituzionali mondiali. Pochi giorni fa si è tenuto a Parigi il primo forum dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo economico sulle politiche da adottare a proposito della catena a blocchi.
Questo evento si può considerare la prima grande conferenza internazionale in cui si è analizzato l’impatto che la blockchain potrà avare su buona parte dei settori industriali e istituzionali. Durante il forum si è discusso dei potenziali rischi e dei benefici che questa tecnologia potrebbe portare in settori nevralgici come la supply chain, la sanità e il comparto energetico.
Il forum arriva a pochi mesi di distanza dall’inaugurazione da parte della Commissione europea dell’Osservatorio e Forum dell’Ue sulla blockchain (che si occuperà di evidenziare gli sviluppi più importanti di tale tecnologia e di rafforzare l’impegno assunto a livello europeo dai soggetti coinvolti nel settore) ed è l’ennesimo segno del fatto che la blockchain, nonostante le tante problematiche ancora da risolvere, si prepara a entrare in maniera travolgente nel nostro futuro.
Tra i vantaggi identificati nel corso dell’incontro per la supply chain il più importante senza dubbio riguarda la trasparenza. Grandi operatori internazionali come Carrefour stanno già sperimentando la blockchain per tenere traccia di ogni passaggio nella vita dei propri prodotti. In sanità si è dato gran risalto alla possibilità di condividere le informazioni tra i vari operatori. Avere la possibilità di conservare la propria “cartella clinica digitale” costantemente aggiornata e poterla condividere in maniera semplice e sicura con diversi specialisti rende più facile la vita al paziente e dà ai medici strumenti utili a effettuare una diagnosi più precisa. In campo energetico l’introduzione della blockchain potrebbe portare all’eliminazione degli intermediari e alla creazione di reti di distribuzione energetica composte non solo da soggetti istituzionali ma anche da produttori domestici che vogliono cedere la quota di energia prodotta in eccesso alla rete. senza il bisogno di venderla a un’autorità centrale ma contrattando direttamente con gli acquirenti interessati.
Di contro i potenziali rischi sono simili per tutti i settori e sono relativi alla difficoltà di mantenere la privacy delle informazioni e di garantirne la qualità. Ma anche all’enorme dispendio di energia richiesta per validare le informazioni tramite la catena e alla dispersione delle informazioni tra le varie blockchain che operano su diverse piattaforme. Oggi infatti esistono più versioni della catena che, sebbene siano state create più o meno con lo stesso scopo, lavorano secondo parametri diversi e sono difficilmente confrontabili.