Ecco come nascono (e si diffondono) le fake news. Il rapporto AgCom


Articolo
Gaia Del Pup
Antonio Nicita

Il 57% del totale delle fake news ha contenuto politico o di cronaca. Il fenomeno ha raggiunto la sua massima diffusione nel 2018, in corrispondenza delle elezioni politiche del 4 marzo. La disinformazione ha sicuramente beneficiato dell’esistenza e del continuo sviluppo delle piattaforme online che, sempre più, rappresentano uno degli strumenti primari di informazione. Il ciclo di vita delle notizie è molto diverso a seconda che le stesse siano false o reali. A cambiare è sia la durata media che la copertura giornaliera: dal primo punto di vista, le prime continuano a circolare in regola per 3 giorni mentre le seconde per 9 giorni. Ma l’indice di copertura media giornaliera risulta molto più alto per i contenuti falsi.

Sono questi alcuni dei dati principali che emergono dal rapporto dal titolo “News vs. fake news nel sistema dell’informazione” curato dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. La presentazione, organizzata dal commissario AgCom Mario Morcellini in occasione del quinto appuntamento del Ventennale dell’Autorità,  si è svolta nei giorni scorsi presso la sede della Federazione Nazionale della Stampa Italiana. Hanno partecipato, tra gli altri, i commissari AgCom Antonio Nicita (nella foto) e Francesco Posteraro e il presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti Carlo Verna. Come si legge nel rapporto, le caratteristiche della disinformazione online sono varie: la falsità dei contenuti, la tendenza a condizionare il comportamento degli utenti instillando false percezioni, la motivazione politica e ideologica di chi crea i contenuti stessi e l’attitudine della falsa propaganda a inserirsi nel contesto informativo producendo un effetto distorsivo.

Una rilevazione importante riguarda il contenuto delle notizie false che circolano: se il primo posto è detenuto da quelle a carattere politico e di cronaca, al secondo posto, con una fetta del 20%, si trovano le informazioni a carattere scientifico e tecnologico. Si tratta in entrambe i casi di tematiche che possono creare un effetto divisivo, con un forte impatto emotivo e in grado di generare, quindi, un sentimento di aggregazione o disgregazione sociale in base alla vicinanza o meno al tema trattato. È stato riscontrato che gli utenti tendono a selezionare e seguire le notizie che risultano pertinenti con le loro idee e a escludere tutto quello che si discosta o risulta in contrasto con le loro opinioni.

Le piattaforme online, intermediarie dell’accesso alle notizie, hanno portato inoltre a una fruizione frammentata, senza intermediazione e verifica delle fonti e, di conseguenza, senza controllo sulla veridicità dei contenuti. La diffusione degli smartphone ha sicuramente accentuato questo approccio e favorito la propagazione delle fake news anche a causa di un accesso accidentale e casuale alle notizie che non agevola la consapevolezza circa la provenienza delle informazioni. In questo contesto emerge come le notizie false al pari di quelle reali e, a volte, nella stessa misura, concorrano a formare le opinioni di chi le legge. In periodo elettorale – che finisce inevitabilmente per essere il momento più sensibile e di maggiore attenzione – la circolazione delle notizie false contribuisce a creare l’opinione politica dei cittadini, a indirizzare le loro idee di voto e influenzare il risultato finale delle elezioni.

La diffusione delle notizie, specialmente su Internet, viene aiutata e spinta soprattutto dagli utenti che le condividono e le commentano sui social network, spesso senza preoccuparsi di saggiarne la veridicità. Gli utenti sono portati a informarsi e a credere solo alla propria rete di contatti e a conferire credibilità e attendibilità soprattutto a chi che avvalla le loro idee e il  loro orientamento ideologico. Questa tendenza giova agli artefici della disinformazione che possono quindi contare sulla viralizzazione dei loro contenuti direttamente da parte degli utenti.

Terreno fertile la disinformazione lo trova nelle lacune del sistema informativo. Dove l’offerta informativa risulta inadeguata per contenuti, approfondimenti, scarsa preparazione specialistica o inadeguata copertura delle notizie, le fake news trovano spazio per diffondersi. Secondo AgCom, se le persone sono disinformate, tendono a difendere le loro idee anche a fronte di prove scientifiche: di conseguenza, un intervento correttivo proveniente da fonti ufficiali e autorevoli non sempre riesce ad arginare, correggere o eliminare una notizia falsa.

Public Affairs e Comunicazione dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Nata a Venezia nel 1986, lavora come istruttrice di vela durante gli anni del liceo e dell’università. Si laurea in giurisprudenza all’Università di Bologna con una tesi in diritto della navigazione.

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