Come e perché le big dell’automotive stanno (già) utilizzando la blockchain


Articolo
Domenico Salerno

La sua natura di database decentralizzato fa sì che la blockchain sia lo strumento perfetto per vigilare sulle tappe che percorrono le materie prime per giungere al consumatore finale. Un importante esempio delle potenzialità della catena in quest’ambito ci è stato dato dalla multinazionale francese della GDO Carrefour, che permette ai propri clienti di controllare la provenienza di pollame e agrumi tramite un QR code sull’etichetta (caso approfondito in un nostro precedente articolo).

Adesso è la volta dei big dell’automotive che hanno deciso di unirsi in un progetto pilota che permetterà di tracciare e validare i minerali e altri materiali utilizzati comunemente nel settore automobilistico e nell’elettronica di consumo. Il gruppo delle aziende partner comprende, tra gli altri, Ford Motor Company, Huayou Cobalt, IBM, LG Chem e RCS Global. I partecipanti a questo network saranno sottoposti a un’attenta vigilanza al fine di valutare il rispetto degli standard di approvvigionamento responsabile sviluppati dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico.

La piattaforma, che si basa sui sistemi di Hyperledger Fabric, è progettata per consentire un facile accesso e utilizzo a tutte le parti interessate nella supply chain. Il progetto pilota prevede di tracciare il percorso del cobalto dalla miniera industriale di Huayou, nella Repubblica Democratica del Congo, passando per lo stabilimento di LG Chem che produce catodi e batterie in Corea del Sud, fino allo stabilimento Ford negli Stati Uniti.

Il mercato mondiale dei metalli ad oggi ha un valore che si stima sui 1,8 biliardi di dollari e il cobalto sta diventando uno dei più richiesti. Ciò grazie al suo utilizzo nella realizzazione delle batterie a litio, aspetto che lo rende un elemento di estremo interesse per le aziende dell’automotive. Secondo uno studio di Morgan Stanley, nei prossimi 7 anni, la domanda di questo metallo è destinata a crescere di 8 volte, principalmente a causa della diffusione dei veicoli elettrici. La vicepresidente della divisione Global Purchasing and Powertrain Operations di Ford Motor Company, Lisa Drake, in una recente intervista ha commentato:
“Collaborando con altri settori leader in questa rete, il nostro intento è quello di utilizzare tecnologia avanzata per assicurare che i materiali prodotti per i nostri veicoli contribuiscano al nostro impegno a tutela dei diritti umani e dell’ambiente. Questo progetto pilota basato sulla tecnologia blockchain rappresenta un interessante e potenzialmente importante passo avanti in questa direzione”.

Si prevede inoltre che progetti di questo tipo verranno estesi ad altri minerali e terre rare provenienti da aree di conflitto. La blockchain quindi si sta dimostrando un potente strumento utile non solo a fini economici ma anche etici e sociali.

Direttore Area Digitale dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Nato ad Avellino nel 1990. Ha conseguito una laurea triennale in “Economia e gestione delle aziende e dei servizi sanitari” presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore e successivamente una laurea magistrale in “International Management” presso la LUISS Guido Carli. Al termine del percorso accademico ha frequentato un master in “Export Management & International Business” presso la business school del Sole 24 Ore.

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