L’Italia si sta finalmente preparando ad affrontare la sfida della digital transformation. Questo è quello che è emerso dagli eventi che hanno caratterizzato la settimana appena trascorsa. Lunedì 21 gennaio si è tenuta la prima riunione dei due gruppi di esperti selezionati dal governo per mettere a punto la strategia italiana su blockchain e Intelligenza artificiale (di cui fa parte il presidente di I-Com Stefano Da Empoli).
Certamente questo è solo l’inizio e la strada da percorrere per disegnare il futuro tecnologico del nostro Paese è ancora molto lunga, ma questi due incontri rappresentano un importante segnale di come, anche l’Italia, abbia compreso l’importanza del cambiamento in atto e la necessità di farsi trovare pronta. Gli obiettivi definiti durante il primo incontro del gruppo sull’Intelligenza artificiale sono: la valorizzazione dell’educazione e della ricerca sull’argomento; l’attrazione di investimenti anche internazionali; il miglioramento dei servizi pubblici attraverso l’introduzione di sistemi intelligenti. Per quanto riguarda la blockchain, i temi fondamentali emersi sono: la definizione del ruolo dell’Italia nello scenario tecnologico europeo e globale; lo studio della tecnologia e delle sue linee evolutive; il favorire la ricerca e la sperimentazione pubblica e privata sulla catena e sui registri distribuiti.
Avere due cabine di regia che coniugano professionalità e competenze diverse per guidare l’Italia in questo processo di cambiamento è di fondamentale importanza. A margine della riunione il sottosegretario allo Sviluppo economico Andrea Cioffi ha infatti affermato: “L’Italia punta ad avere un ruolo d’avanguardia in Europa su settori strategici come Intelligenza artificiale e blockchain. Il nostro contributo dal punto di vista culturale e scientifico può essere determinante”, ha aggiunto.
Questa non è la sola occasione che ha lasciato intendere l’impegno del nostro Paese nell’affrontare la trasformazione digitale. In settimana infatti le commissioni Affari costituzionali e Lavori pubblici hanno dato il via libera a un emendamento al d.l. semplificazioni che inserisce formalmente nel nostro ordinamento la definizione delle tecnologie basate sui registri distribuiti e gli smart contract. Quando il decreto sarà convertito in legge, l’Agenzia per l’Italia digitale (Agid) avrà 90 giorni per individuare gli standard che i documenti informatici dovranno rispettare per avere valore giuridico. Questo è un passo importante nel riconoscimento del valore legale delle transazioni e dei contratti operati tramite blockchain.
Questa decisione segue a breve distanza quella del Consiglio Federale Svizzero che, il 14 dicembre scorso, ha pubblicato un Legal Framework che definisce il quadro giuridico della Distributed Ledger Technology nel settore finanziario. Risulta quindi evidente che anche i governi si sono resi conto dell’importanza di disegnare un quadro normativo specifico per far fronte alla capillare diffusione di questa tecnologia. Il prossimo fondamentale passo sarà quello di creare standard comuni a livello europeo e globale.