Il 2018 delle imprese italiane secondo il report di Infocamere e Unioncamere


Articolo
Giulia Palocci

Il 2018 si è concluso in Italia con un saldo positivo tra aperture e chiusure delle imprese, seppur in misura inferiore a un punto percentuale. I terminali delle Camere di Commercio hanno registrato nell’arco dello scorso anno l’iscrizione di 348.492 nuove aziende e la chiusura di 316.877. Una crescita dello 0,5% pari a 31.615 imprese che, sebbene positiva, segna un rallentamento rispetto al 2017 nel quale si era registrata una crescita maggiore – dello 0,75% – con un saldo di oltre 45.000 aziende. Sono questi alcuni dei dati che emergono da una ricerca condotta da Unioncamere e InfoCamere sulla situazione del mondo imprenditoriale italiano (qui il comunicato stampa).

IL SUD TRAINA LA CRESCITA

I numeri registrati in tutte e quattro le aree geografiche del territorio italiano indicano un peggioramento generale della situazione rispetto all’anno passato. Il dato più sorprendente è quello rilevato al Sud: la crescita del numero di imprese, che si è attestata all’1%, ha superato la media nazionale dello 0,5 e ha fatto chiudere un bilancio positivo per oltre 18.700 imprese (quasi il 60% del saldo totale). Al contrario, le performance peggiori sono quelle rilevate nell’area settentrionale: il Nord-Est ha fatto registrare numeri negativi, perdendo nell’arco di un anno quasi 800 imprese. Nel Nord-Ovest, a fronte di 89.563 iscrizioni, le cessazioni sono state 86.574, con un saldo positivo di 2.989 imprese rimaste sul mercato e una crescita dello 0,19%. Numeri di gran lunga inferiori alla media nazionale. A metà classifica il Centro: su 76.774 iscrizioni, quasi 11.000 imprese sono riuscite a rimanere attive, con un tasso di crescita che si attesta allo 0,8%.

IL FOCUS SULLE REGIONI…

Sono 14 le regioni che hanno chiuso l’anno positivamente: il Lazio continua a far registrare la migliore performance. Le iscrizioni sono state 39.543 e le cessazioni 29.322 con un saldo positivo di 10.221 imprese. Segno più che ha interessato tutte le province: a partire da Roma con 8.916 imprese in più (+1,8%) e per proseguire poi con Frosinone (+1%), Latina (+0,8%), Viterbo (+0,6%) e Rieti (+0,5%). Al secondo posto la Campania che ha salutato il 2018 con un saldo di 7.866 imprese attive. Buoni anche i numeri registrati in Lombardia e Sicilia, in cui rispettivamente 4.551 e 3.293 aziende – tra quelle nate durante il 2018 – sono in attivo. In termini assoluti, il Piemonte ha fatto registrare numeri negativi: il saldo alla fine dello scorso anno era di 1.980 imprese in meno. Seguono con risultati altrettanto carenti Emilia Romagna, Marche e Friuli Venezia Giulia.

… E SUI SETTORI

A livello aggregato il settore manifatturiero, quello dell’agricoltura, quello delle costruzioni e del commercio sono protagonisti di un trend in discesa. Se rispetto all’anno precedente non ci si aspettava risultati ottimali per i primi tre settori, certamente sorprende il calo registrato nel commercio: con una variazione negativa dello 0,4% il settore ha chiuso l’anno con oltre 6.000 aziende in meno. Non sorprende invece la contrazione del numero di imprese del manifatturiero che, a seguito di una variazione dello 0,4% tra il 2016 e 2017, ha confermato l’andamento negativo perdendo più di 3.000 attività. In termini assoluti, a guadagnare di più è stato il comparto dei servizi di alloggio e di ristorazione – che risente molto dell’andamento dei flussi turistici – e che ha chiuso l’anno con un totale di 451.408 nuove imprese (+1,8%). Seguono le attività professionali, scientifiche e tecniche (+ 2,9%) e quelle legate al noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese (+3%). Dinamica anche la crescita del settore sanitario che, sebbene pesi di meno a livello numerico, ha registrato un incremento del 3,5%.

I COMMENTI

Il presidente di Unioncamere Carlo Sangalli ha commentato i dati dell’analisi e sottolineato come “resti alta la voglia di impresa degli italiani, anche se si avvertono segnali di indebolimento da non trascurare. Occorre sostenere ancora questa vitalità imprenditoriale, anche se la sfida per il sistema Paese è quella di permettere alle aziende di restare sul mercato, contribuendo così alla stessa crescita occupazionale“. Discorso analogo da parte di Lorenzo Tagliavanti, che presiede Infocamere a livello nazionale e anche Unioncamere Lazio: “Tutte le province della regione registrano una crescita del numero delle imprese positiva e superiore alla media nazionale. Dati sicuramente confortanti e da consolidare, ma non bisogna dimenticare che il sistema economico regionale e di Roma, in particolare, è stato colpito duramente dalla crisi. Una crisi lunga e pesante che non ha bloccato l’aumento del numero di lavoratori e delle imprese, ma ha impedito un percorso di vera rinascita economica generando una crescita imprenditoriale e occupazionale a basso valore, con un impatto negativo sul versante della qualità del lavoro e della sua capacità di produrre reddito“. La strada, insomma, è ancora lunga.

Ufficio stampa e Comunicazione dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Nata a Roma nel 1992, Giulia Palocci si è laureata con il voto di 110 e lode in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali presso l’università Luiss Guido Carli con una tesi sul contrasto al finanziamento del terrorismo nei Paesi del Sud-est asiatico.

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