Così la blockchain cambierà (pure) il mercato della pubblicità


Articolo
Domenico Salerno

Numerosissime sono ormai le istituzioni pubbliche e le aziende che stanno sperimentando applicativi che prevedono l’utilizzo della blockchain. E le società che si occupano di pubblicità non fanno eccezione. Il mercato del Digital advertising è attualmente dominato da due giganti come Google e Facebook ma è un settore ad altissima redditività. Tramite l’utilizzo della catena è possibile creare un sistema più sicuro e trasparente per la condivisione dei dati sensibili, nonché un più preciso sistema di targeting e di analisi dei risultati. La tecnologia blockchain ha le caratteristiche per ridurre i tempi necessari per il lancio delle campagne di marketing e per misurare la loro efficacia. E potrebbe anche essere un potente strumento per combattere il problema delle truffe e delle frodi (che molti operatori ritengono essere oggi il più urgente per il settore). Il meccanismo alla base di questo sistema è molto simile a quello che sta utilizzando il colosso della GDO Francese Carrefour per monitorare la filiera dei propri prodotti. Si potrebbe infatti creare una piattaforma che permetta la condivisione dei dati in maniera veloce e sicura tra i brand, le agenzie, gli inserzionisti e gli influencer in grado di fornire una panoramica chiara del processo.

Un esempio applicativo della blockchain in questo settore ci è fornito da Comcast, il più grande operatore televisivo via cavo degli Stati Uniti. La società americana, in partnership con NBC Universal, Disney, Altice USA, Channel 4, Cox Communications, Mediaset Italia e TF1 Group, ha deciso di sviluppare una piattaforma basata sulla blockchain finalizzata a migliorare la pianificazione, il targeting, l’esecuzione e la misurazione degli annunci pubblicitari su tutti i dispositivi. La piattaforma denominata Blockchain Insights Platform permette la condivisione delle informazioni al fine di targettizzare con maggiore precisione ed efficienza un bacino nazionale di clienti di pay-tv e di utenti di servizi in streaming. In questo modo i broadcaster saranno in grado di offrire spazi pubblicitari con maggiore precisione in termini di targeting su tutti i dispositivi, incrementando così il valore e la quantità degli stessi.

Un altro esempio è quello della società statunitense MetaX che tramite la propria adChain si propone di rendere il mondo del display advertising più trasparente e immune alle frodi. Questa società conduce un monitoraggio indipendente delle performance di una campagna, misurando ad esempio il numero delle impression su un banner. Numerosi publishers utilizzano bot che simulano il comportamento umano per incrementare il numero di visualizzazioni e quindi fornire risultati sovrastimati. Il sistema sviluppato da MetaX utilizza sistemi dotati di intelligenza artificiale per verificare la veridicità delle impression registrandone il numero preciso e rendendo il dato disponibile a tutti i soggetti interessati.

Direttore Area Digitale dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Nato ad Avellino nel 1990. Ha conseguito una laurea triennale in “Economia e gestione delle aziende e dei servizi sanitari” presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore e successivamente una laurea magistrale in “International Management” presso la LUISS Guido Carli. Al termine del percorso accademico ha frequentato un master in “Export Management & International Business” presso la business school del Sole 24 Ore.

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