È arrivato l’atteso via libera della Commissione europea al decreto per l’incentivazione delle fonti rinnovabili elettriche (FER1) e alla modifica della disciplina del capacity market. Sul primo tema, la Commissione ha ritenuto la proposta italiana coerente con le regole comunitarie. Il piano “è in linea con gli obiettivi Ue per l’ambiente e le regole europee sugli aiuti di Stato“, ha commentato la commissaria alla Concorrenza, Margrethe Vestager. Il regime di sostegno alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili (l’eolico terrestre, il solare fotovoltaico, l’idroelettrico e i gas residuati dai processi di depurazione) ha durata fino al 2021 e ha una dotazione di 5,4 miliardi di euro.
Nello specifico si prevede che gli impianti di energia rinnovabile che beneficeranno dello schema di incentivo riceveranno un sostegno nella forma di premio, in aggiunta al prezzo di mercato. Il premio non potrà essere maggiore della differenza tra il costo medio di produzione per ogni tecnologia di energia rinnovabile contemplata e il prezzo di mercato. Viene immaginato, inoltre, un meccanismo di recupero. Se il prezzo di mercato dovesse in futuro superare il costo medio di produzione per le fonti rinnovabili, gli impianti selezionati dovrebbero restituire le entrate supplementari e non riceverebbero più il premio. In più, si stabilisce che per gli impianti superiori a 1 megawatt il premio venga fissato attraverso una procedura di gara competitiva (le aste al ribasso) aperta a tutti i progetti, indipendentemente dalla tecnologia utilizzata.
Per quanto riguarda gli impianti più piccoli, invece, si prevede che vengano selezionati sulla base di una combinazione di criteri ambientali ed economici. La Commissione ha valutato l’incentivo del governo italiano come proporzionato e limitato al necessario e ha pertanto concluso che non falsa la concorrenza in modo indebito ed è compatibile con la disciplina in materia di aiuti di Stato a favore dell’ambiente e dell’energia 2014-2020. A breve il decreto FER 1 sarà firmato dai ministri dello Sviluppo economico e dell’Ambiente. In seguito, a cura del Gse, saranno attivati i meccanismi di accesso per accedere agli incentivi.
La Commissione, come accennato, ha approvato altresì la modifica della disciplina del capacity market, cioè il mercato della capacità di produzione elettrica finalizzato a remunerare chi è disposto a tenere in stand by centrali elettriche altrimenti diseconomiche e a farle intervenire per coprire punte di carico o comunque in caso di necessità di rete. È uno strumento, quindi, che sostiene il phase-out dal carbone e la transizione energetica sostenibile, garantendo l’adeguatezza del sistema elettrico. In questo modo, dovrebbe abbassarsi il rischio di interruzioni di carico e registrarsi minori tensioni sui prezzi all’ingrosso.
Nel campo del capacity market il governo italiano integra nel sistema nuovi e più stringenti requisiti ambientali per le emissioni. Vengono introdotti limiti di emissione di CO2 più rigorosi per gli operatori, cioè verrà consentita la partecipazione alle aste solo a quei fornitori di capacità che rientrano in specifici standard emissivi, recentemente adottati a livello europeo, ma non ancora vincolanti, impedendo agli impianti di generazione elettrica ad elevate emissioni (si pensi a determinate centrali a carbone) di partecipare al nuovo meccanismo di remunerazione della potenza flessibile.
Nel complesso, dal sostegno italiano alla produzione di energia rinnovabili, si attende un contributo al raggiungimento dei target europei in materia (la direttiva Rinnovabili ha fissato un obiettivo vincolante del 32% al 2030), oltre che chiaramente degli obiettivi italiani, come definiti nella proposta di Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima.