La crescita nel comparto farmaceutico di occupazione (+1,7%), investimenti (+7,1%), export (+4,7%) e produzione (+3,2%) registrata nel 2018 conferma che le imprese del settore credono nelle capacità di sviluppo dell’Italia, con la consapevolezza di rappresentare uno dei più grandi patrimoni industriali di tutto il Paese. A rivelarlo è la nuova edizione del rapporto dal titolo “Indicatori Farmaceutici” redatto dal centro studi di Farmindustria e presentato in occasione dell’Assemblea pubblica tenutasi lo scorso giovedì 4 luglio presso l’Auditorium Conciliazione di Roma. A crescere sono anche gli investimenti in ricerca, con un tasso che negli ultimi cinque anni è stato circa il doppio rispetto alla media europea (35% a fronte del 17% registrato in Ue). Le imprese del farmaco in Italia, si legge nel rapporto, con il loro valore industriale e con azioni concrete per la sostenibilità della spesa, dimostrano di essere interlocutori importanti per le istituzioni e per i cittadini. Aumentare ancora investimenti e innovazione è un obiettivo alla portata del Paese. A patto che imprese ed eccellenze pubbliche e private possano contare su una governance farmaceutica attrattiva.
Il presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi, nella sua relazione iniziale, ha evidenziato le cinque azioni necessarie che l’Agenzia europea dei medicinali (Ema) ha indicato nel documento “EMA Regulatory Science to 2025” per affrontare il futuro:
1. Catalizzare l’integrazione di scienza e tecnologia nello sviluppo dei farmaci.
2. Dare impulso alla generazione collaborativa di evidenze.
3. Promuovere l’accesso ai farmaci centrati sul paziente in collaborazione con i sistemi sanitari.
4. Affrontare le minacce alla salute emergenti e assicurare la disponibilità di terapie.
5. Favorire e fare leva su ricerca e innovazione nelle scienze regolatorie.
La sostenibilità del Servizio sanitario nazionale, in relazione anche ai costi indotti dall’innovazione, è tutta qui (a questo link la mediagallery del power breakfast I-Com sul Servizio sanitario nazionale). Il cambiamento nel quadro epidemiologico e nel rapporto tra malati acuti e cronici, così come le nuove terapie farmacologiche, riducono il bisogno di ospedalizzazione. L’innovazione deve quindi essere vista come spesa sostitutiva e non aggiuntiva, ha sottolineato il presidente. E’ assolutamente necessaria una moderna riorganizzazione della rete ospedaliera e territoriale che renda più efficiente la spesa e risponda meglio ai bisogni delle persone. Un tale modello di sanità, interconnesso, non può prescindere dalla misurazione dei risultati lungo tutto il percorso diagnostico, terapeutico e assistenziale, considerando anche i costi evitati dai farmaci nelle altre voci di spesa sanitaria o socio-assistenziale. Come messo in evidenza da Scaccabarozzi, senza regole flessibili, che devono essere tagliate su questo contesto in continua e velocissima evoluzione, saremo spiazzati nella competizione internazionale.
Il ministro della Salute Giulia Grillo, intervenuta subito dopo la relazione del presidente, ha sottolineato come una leale e fattiva collaborazione sia proficua per tutti. Poi si è concentrata sulla necessità di un cambio di passo rispetto al passato, soprattutto alla luce dell’importanza che un settore come quello farmaceutico riveste nel nostro Paese. L’innovazione deve essere governata e questa sfida va affrontata con la collaborazione di tutti: c’è il dovere di garantire ai pazienti che ne hanno bisogno le terapie davvero innovative, che stanno ottenendo l’autorizzazione all’immissione in commercio. L’obiettivo finale è mettere a disposizione dei pazienti la vera innovazione nel nostro servizio sanitario. Il ministro Grillo ha confermato pure la volontà di difendere e sostenere l’aumento del Fondo sanitario nazionale (3,5 miliardi per i prossimi due anni) che ritiene essere il minimo sindacale per la sopravvivenza del nostro Servizio sanitario nazionale. Mai messo in discussione anche il rifinanziamento del fondo dei farmaci innovativi oncologici e innovativi non oncologici, che ha un valore di un miliardo di euro.