L’eredità del G20 di Osaka. Le sfide per l’Europa e la comunità internazionale


Articolo
Camilla Palla
G20

La tregua nelle relazioni tra Usa e Cina, l’ennesima battuta a vuoto dell’Unione europea ma anche i temi dell’economia digitale e dei dati. Sono questi gli argomenti che hanno tenuto banco nel corso del  G20 2019 che si è tenuto a Osaka, in Giappone, a fine giugno. Un summit importante per la stabilità del sistema internazionale soprattutto per le prove di disgelo tra Donald Trump e Xi Jinping dopo la guerra commerciale dell’ultimo anno.

I TEMI

Tra i temi affrontati nel corso del G20, un’importanza centrale è stata dedicata alla global economy e al commercio internazionale. Il focus è stato incentrato sull’individuazione dei principali driver per gestire e superare definitivamente la crisi economica, discutendo sui fattori strutturali su cui investire per favorire una crescita diffusa e inclusiva.

Rispetto a commercio internazionale e investimenti, l’obiettivo principale è stato di ribadire i principi fondamentali della comunità internazionale in materia, quali strumenti per assicurare la stabilità internazionale e la libertà di commercio, tentando di superare le attuali tensioni che hanno dominato gli ultimi mesi e che hanno coinvolto Cina, Stati Uniti e Unione europea.

Un ulteriore punto di confronto ha riguardato l’innovazione, ponendo al centro del dibattito temi quali Intelligenza artificiale, Internet of Things, Society 5.0 e Data Flows. Rispetto a questo ultimo punto, è stato ribadito il concetto di Data flows with trust, proposto da Shinzo Abe in gennaio in occasione del World Economic Forum di Davos, sottolineando il ruolo fondamentale dei dati per la crescita economica e il benessere sociale.

Tra gli altri argomenti affrontati rientrano temi di particolare interesse internazionale quali i cambiamenti climatici e la necessità di portare avanti i piani di transizione energetica nelle principali economie sviluppate, la dimensione del lavoro e la parità di genere e ancora il tema dello sviluppo sostenibile, ribadendo gli impegni della comunità internazionale rispetto all’Agenda 2030 dei Sustainable Development Goals.

LA TREGUA TRA TRUMP E XI JINPING

Oltre alle discussioni multilaterali sui temi di cui si è detto finora, il G20 è stato occasione per ulteriori incontri tenutisi a margine, che tuttavia hanno un’importanza decisiva per la stabilità del sistema internazionale, tanto da un punto di vista politico quanto economico.

Il primo incontro ha coinvolto il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il Presidente della Repubblica Popolare Cinese Xi Jinping. Il vertice bilaterale aveva come obiettivo la creazione di un dialogo tra i due Paesi al fine di interrompere la “guerra” commerciale e tecnologica che ormai dura da quasi un anno e che è costata centinaia di miliardi di dollari all’economia globale. I due leader sono giunti a quella che può essere definita una tregua, con l’impegno di Trump a non aumentare ulteriormente i dazi e ad aprire – ma non troppo – il commercio americano a Huawei e l’impegno della Cina ad aprirsi al mercato agricolo americano. Non si tratta dunque di un punto di arrivo, quanto più di un piccolo passo, che tuttavia ha prodotto immediatamente effetti positivi sulle borse internazionali, soprattutto in Europa.

LA LEZIONE PER L’EUROPA

Infine – ma non di minore importanza – il G20 è stata un’occasione di confronto tra i leader dell’Unione europea rispetto al tema spinoso ma ormai non più procrastinabile delle nomine nei nuovi vertici Ue. Se il clima sembrava essere estremamente positivo nella cornice più ampia del summit di Osaka, purtroppo si è tornati nel Vecchio continente con un nulla di fatto. Per l’Unione comunque il vertice di Osaka è stata l’occasione per ribadire i valori fondamentali da proteggere e diffondere a livello internazionale. Tra questi, multilateralismo e scambi internazionali basati su regole di diritto sono stati i principali, ripresi nel discorso del presidente del Consiglio Donald Tusk, quali garanzie per far sì che non sia “il più forte ad imporre le sue condizioni a tutti gli altri”. Oltre a questi, un accento fondamentale è stato dato tutela dell’ambiente e ai cambiamenti climatici, riaffermando l’impegno europeo al rispetto degli Accordi di Parigi. Nonostante la fase di transizione che l’Unione Europea sta vivendo in queste settimane, i 28 Stati membri rappresentano, uniti, il 21,4% del Pil mondiale. La lezione di questo G20 per l’Europa resta quella di riuscire ad assumere un ruolo di interlocutore forte e coeso a livello internazionale, cercando di fare leva sulla potenza economica per aumentare la credibilità politica a livello internazionale.

APPUNTAMENTO A RIYAD NEL 2020

Il G20, nato in principio come un forum internazionale a carattere prettamente economico e finanziario, ha visto negli ultimi anni un ampliamento dei temi discussi, a favore di un approccio multi-dimensionale, con l’obiettivo comune di cercare di discutere e affrontare le principali sfide che si presentano alla comunità internazionale. Si tratta di un’occasione di confronto multilaterale su temi quali stabilità economica e finanziaria mondiale, crescita sostenibile e sviluppo inclusivo. A questi temi di natura prettamente economica, più di recente si sono aggiunti temi collaterali, legati all’insorgere delle nuove necessità della comunità internazionale, “problemi comuni” a cui si cerca di trovare una soluzione concertata. Per assicurare uno svolgimento dei lavori coerente nel tempo e negli obiettivi, a partire dal Summit di Cannes del 2001 è stato introdotto il meccanismo della troika, secondo il quale la presidenza di turno lavora alla preparazione dei lavori con la precedente e la successiva, in questo caso rispettivamente con Argentina e Arabia Saudita. Il prossimo appuntamento sarà a Riyad, il 21 e 22 novembre 2020: sarà l’Arabia Saudita appunto che ospiterà il primo G20 del mondo arabo.

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