Si sa, stiamo vivendo una vera e propria rivoluzione nei trasporti: i driver tecnologici come l’automazione, la connettività e le tecnologie a basse emissioni di carbonio, unitamente alla nuova tendenza alla condivisione, stanno ridefinendo completamente la mobilità.
Il report pubblicato lo scorso 21 giugno dal Joint Research Centre della Commissione Europea, dal titolo “The future of road transport – Implications of automated, connected, low-carbon and shared mobility”, fa il punto della situazione sul tema e mette in luce le sfide che il settore è chiamato ad affrontare.
Ammontano a 7.000 miliardi gli introiti legati ai trasporti e tra il 1995 e il 2015 il numero di passeggeri-km (pkm) – ossia l’unità di misura utilizzata che rappresenta il trasporto di un passeggero per un km attraverso una determinata modalità di trasporto – è cresciuto del 23%, fino a raggiungere quota 6.602 miliardi, di cui oltre il 70% a carico delle automobili. Si stima, inoltre, che rispetto al 2010 il trasporto passeggeri su strada sarà cresciuto del 16% nel 2030 e del 30% nel 2050. Mentre la crescita per il trasporto merci su strada è stimata in un 33% al 2030 e 55% entro il 2050. È evidente con quanta attenzione le società che producono nuove tecnologie guardino a questo settore e auspichino un’evoluzione dell’attuale modello.
Tuttavia, il proliferare di queste tecnologie, senza un modello di governance efficace e strutturato, rischia di apportare più danni che benefici. Paradossalmente, le nuove tecnologie da sole possono peggiorare il traffico, diminuire i costi e aumentare la domanda nonché, allo stesso tempo, il consumo di energia. Cambiamenti molto rapidi nei sistemi di trasporto inoltre, se non gestiti, rischiano di ampliare i gap già esistenti nella nostra società e di condizionare in maniera iniqua la domanda di materie prime critiche, le modalità di trattamento dei nostri dati o chi abbia accesso a quale tipo di modalità di trasporto.
Come afferma uno degli autori del report, “le nuove tecnologie di trasporto da sole non miglioreranno automaticamente le nostre vite. Un miglioramento nella governance e nello sviluppo di soluzioni di mobilità innovative sarà fondamentale per garantire in futuro un trasporto più pulito, sicuro ed equo”.
I policymaker, pertanto, sono chiamati a migliorare i sistemi di governance e a coinvolgere i cittadini nell’introduzione di soluzioni di mobilità innovative. Una proposta degli autori del report è quella di creare una rete di “laboratori viventi europei” in cui le soluzioni innovative di mobilità vengano testate e sviluppate con il coinvolgimento diretto dei cittadini che possono provare le diverse soluzioni in situazioni di vita reali, così da poter fornire un immediato feedback sulle soluzioni disponibili.
Tra le principali sfide che il mondo dei trasporti si trova di fronte vi sono:
• Urbanizzazione e demografia, considerando che, secondo le previsioni, entro il 2050 l’84% della popolazione europea vivrà nelle aree urbane e che un terzo sarà costituita da ultrasessantenni. Ciò pone sicuramente una sfida importante in termini di inclusività e accessibilità dei trasporti a chiunque.
• Sicurezza: nel solo 2015 sono stati più di un milione gli incidenti su strada, con un bilancio di 26.000 morti.
• Traffico, un problema che sta diventando sempre più pressante se si considera che, secondo le stime, provoca una perdita di produttività pari all’incirca all’1% del Pil europeo.
• Salute e ambiente, tema piuttosto sensibile, rispetto al quale si è stimato che in Europa ci siano oltre mezzo milione di morti premature all’anno dovute all’inquinamento causato dal trasporto su strada.
La Commissione è già all’opera per affrontare alcune di queste sfide, con un obiettivo chiaro in mente: consentire a tutti i cittadini di trarre beneficio dalle più avanzate tecnologie e far sì che queste tecnologie siano motore di crescita e creazione di posti di lavoro per l’economia europea.