Intelligenza artificiale, l’inarrestabile corsa nel settore sanitario


Articolo
Maria Rosaria Della Porta
Intelligenza

E’ una rivoluzione senza precedenti quella che l’Intelligenza artificiale sta guidando in ambito sanitario. Robot chirurgici, machine learning per le diagnosi, organi stampati 3D e tante altre tecnologie all’avanguardia hanno già fatto il loro ingresso nei centri sanitari di quasi tutto il mondo e offrono preziosi contributi alla pratica medica.

Delle potenzialità dell’Intelligenza artificiale in sanità se n’è parlato durante la roundtable dal titolo “Digitalizzazione e Intelligenza Artificiale. Le applicazioni nel settore delle Life-Sciences” organizzata dall’Istituto per la Competitività (I-Com) lo scorso 4 luglio. L’incontro ha rappresentato un importante momento di confronto sull’importanza di sostenere gli investimenti in tecnologie sanitarie abilitate all’Intelligenza artificiale. Il loro obiettivo è migliorare la qualità dell’assistenza, semplificare il processo decisionale e aumentare la competitività del sistema sanitario.

I sistemi dotati di meccanismi di automazione possono aiutare i medici a migliorare le diagnosi, a prevedere la diffusione di malattie e a personalizzare i trattamenti. L’Intelligenza artificiale gioca dunque un ruolo fondamentale nella cosiddetta “medicina di precisione”, un approccio emergente al trattamento e alla prevenzione delle malattie che tiene conto della variabilità individuale dei geni, dell’ambiente e dello stile di vita al fine di sviluppare cure “su misura”. Grazie ai supercomputer cognitivi in grado di analizzare un’enorme mole di dati, inizia a essere possibile fare diagnosi precoci (e sicuramente più precise) e identificare una terapia salvavita molto più velocemente rispetto ai metodi tradizionali.

E non è tutto. In primo luogo l’Intelligenza artificiale, combinata alla digitalizzazione, consente il monitoraggio delle condizioni di salute dei pazienti da remoto (quella che in gergo tecnico è chiamata “telemedicina“). E così si trasforma e allo stesso tempo si potenzia il modo in cui vengono gestite le malattie croniche, i cui costi rappresentano un’ampia fetta del budget dedicato alla cura della salute. In secondo luogo permette di estrarre informazioni contenute in cartelle cliniche elettroniche nonché di ottimizzare la gestione delle questioni amministrative. Inoltre, la robotica aprirà – e in parte già lo ha fatto – nuove opportunità e darà un valido contributo nelle sale operatorie: sarà più facile per i medici gestire efficacemente il proprio lavoro e trascorrere più tempo significativo con i loro pazienti.

In particolare l’uso della realtà aumentata e virtuale potrebbe contribuire anche a un miglioramento dell’attività di riparazione e manutenzione delle apparecchiature medicali da remoto. Alcune aziende del settore delle apparecchiature elettromedicali stanno sviluppando o hanno già sviluppato sistemi di assistenza tecnica 4.0 al personale presente in loco in grado di fornirgli un supporto a distanza più efficace, tempestivo e di elevata qualità .

C’è una recente applicazione dell’Intelligenza artificiale molto interessante: sono i cosiddetti “command center“, dove un’avveniristica “wall of analytics” raccoglie e visualizza su monitor un flusso in real time di dati che provengono da tutti i sistemi operativi dell’ospedale, con algoritmi che ottimizzano tutti i parametri di efficienza ospedaliera, suggerendo attività a diversi livelli. Negli ultimi anni i command center ospedalieri stanno avendo ampia diffusione specialmente negli Stati Uniti, con centri medici che li stanno impiegando per affrontare una serie di attività di monitoraggio dei dati, come la massimizzazione dei posti letto, la verifica dei livelli di personale ospedaliero, la rilevazione dell’insorgenza di infezioni ospedaliere.

Infine, anche in ambito farmaceutico l’Intelligenza artificiale esprime tutto il suo potenziale. Molte, in particolare, sono le aziende del settore che sottoscrivono partnership con imprese e start-up innovative per sfruttare i vantaggi del machine learning e del deep learning nella ricerca e scoperta di nuovi farmaci (drug discovery) al fine di ottimizzare i tempi. Sviluppare prodotti farmaceutici attraverso gli studi clinici richiede molto tempo e ha costi esorbitanti. L’utilizzo di questi sistemi, pertanto, può rendere più economico, veloce e sicuro questo processo e aiutare i ricercatori a trovare nuovi composti che potrebbero essere potenziali farmaci o a trovare nuovi usi per composti precedentemente testati.

Nonostante i numerosi benefici dell’Intelligenza artificiale nel settore dell’assistenza sanitaria, secondo un’indagine condotta da Himss Analytics solo il 16% delle strutture sanitarie in Europa la utilizza già: il 25% ha un piano specifico mentre il 59% non usa tali strumentazioni né ha in programma di farlo. Al momento, gli operatori sanitari europei sfruttano questi strumenti più frequentemente nella gestione dei flussi di lavoro (14%) nella ricerca (13%), nell’amministrazione dei farmaci (12%) e nella radiologia (11%). Queste aree, insieme all’oncologia, sono anche quelle in cui gli operatori sanitari hanno la maggior parte dei loro piani di investimento.

Adottare l’Intelligenza artificiale richiede la capacità di affrontare alcune sfide e di gestire determinati rischi. Secondo il sondaggio, la mancanza di maturità del prodotto (13%) e la fiducia da parte del personale medico (13%) sono considerate le maggiori sfide che ostacolano un uso più diffuso di questi meccanismi nell’assistenza sanitaria in Europa. Seguono poi la privacy (12%) e i problemi legati all’interoperabilità (11%). In Italia, invece, le preoccupazioni legate all’approvazione legale (21%) e la mancanza di fiducia (20%) da parte del personale medico sono percepiti come i più grandi ostacoli per l’uso più diffuso di queste soluzioni.

Research Fellow dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Laureata in Economia presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, con una tesi in Finanza Aziendale Internazionale. Successivamente ha conseguito un master di II livello in “Concorrenza, economia della regolamentazione e della valutazione”, presso la medesima università.

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