Combattere le fake news? Da oggi è possibile con la blockchain


Articolo
Domenico Salerno
fake news

Una delle sfide più ardue di chi si occupa di informazione al giorno d’oggi è rappresentata dalla lotta alle fake news (qui un nostro articolo sulla diffusione delle false notizie). La diffusione di Internet, e in particolare dei social network, ha creato un terreno fertile per i professionisti della disinformazione. Gli utenti che navigano in rete sono bombardati da una pioggia di notizie di ogni genere e purtroppo non sono sempre in grado di distinguere le fonti attendibili dai truffatori a caccia di visualizzazioni. Più è alto il numero di visitatori del sito e maggiori sono i guadagni che i creatori di notizie false riescono a ottenere dalla pubblicazione di banner pubblicitari. Per confondere maggiormente le idee ai lettori questi siti di solito utilizzano un nome e una veste grafica simile a quella dei più importanti portali di informazione online.

Molte sono le ipotesi su come combattere questo fenomeno ma, almeno per ora, nessuna ha avuto un riscontro che si possa considerare positivo. Una delle più importanti testate giornalistiche al mondo, il New York Times, da sempre in prima linea contro le fake news, ha deciso di sperimentare un sistema basato su blockchain per combattere la falsificazione delle notizie. Nei giorni scorsi è stato lanciato il sito web “The News Provenance Project” che illustra come il team di ricerca e sviluppo del quotidiano abbia intenzione di sfruttare questa tecnologia. Il sistema utilizzerà la blockchain di Hyperledger Fabric e si avvarrà della collaborazione di Ibm Garage (l’acceleratore di impresa targato Ibm).

La fase iniziale del lavoro prevede l’implementazione di un sistema basato su blockchain per la registrazione e la condivisione di metadati sui media. In particolare in un primo momento il lavoro si concentrerà sulla creazione e l’introduzione di segnali identificativi nelle foto e nei video pubblicati contestualmente alle notizie. In questo modo si dovrebbe impedire che le immagini possano essere decontestualizzate e poi utilizzate per confondere le idee ai lettori meno attenti. Inoltre l’inserimento di segnali eviterà l’eventuale modifica delle immagini che spesso purtroppo vengono artefatte per far trasparire una realtà diversa da quella nella quale sono state acquisite.

Il progetto mira inoltre a effettuare ricerche sulle abitudini quotidiane degli individui relative ai loro modi di percepire le notizie e su quali segnali possano essere più facilmente individuabili. La prima fase del progetto durerà fino alla fine del 2019, al termine della quale il team di ricerca ha espresso la volontà di pubblicare un report con i risultati preliminari dello studio.

Direttore Area Digitale dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Nato ad Avellino nel 1990. Ha conseguito una laurea triennale in “Economia e gestione delle aziende e dei servizi sanitari” presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore e successivamente una laurea magistrale in “International Management” presso la LUISS Guido Carli. Al termine del percorso accademico ha frequentato un master in “Export Management & International Business” presso la business school del Sole 24 Ore.

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