Competitività e crescita sostenibile, il check-up del Consiglio europeo


Articolo
Michele Masulli e Beppe Moro
Competitività

La strategia a lungo termine dell’Unione europea sulla crescita sostenibile e il rafforzamento del mercato unico europeo al fine di migliorare la competitività globale dell’industria. Sono questi i due principali argomenti di discussione del Consiglio europeo “Competitività”, il terzo dell’anno e il primo sotto la presidenza di turno finlandese, tenutosi a Bruxelles il 26 e il 27 settembre.

Il Consiglio interviene in quattro settori rilevanti – mercato interno, industria, ricerca e innovazione e spazio – e riunisce i ministri competenti, in funzione dell’ordine del giorno. Sulla base del report “Developing our economic base: vision for a long-term strategy on sustainable growth”, presentato dalla nuova presidenza finlandese, si è tenuta tra i partecipanti – nella prima giornata – una sessione pubblica di dibattito finalizzata a discutere gli obiettivi strategici delle policy, che sono alla base di una strategia europea di lungo periodo per la crescita sostenibile, secondo quanto previsto dagli articoli 11 e da 191 a 193 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione europea (TFUE). Tra di essi due sono i più rilevanti. Il primo si concretizza nel compiere la transizione del comparto produttivo, sia manifatturiero che dei servizi, verso la neutralità climatica, in linea con l’Accordo di Parigi (COP21 – 2015), sostenendo la digitalizzazione dell’industria e costruendo robuste catene del valore su base europea e globale. Il secondo mira a rendere il mercato unico maggiormente favorevole all’impresa, in particolare alle Piccole e Medie Imprese, alle società scale-up e ai servizi, assicurandosi contemporaneamente che la loro condotta sia sostenibile in base ai principi del TFUE richiamati.

Per strutturare questi interventi è necessario disporre di un mix di politiche industriali specifiche, che diano da un lato risalto alla funzione del trasferimento tecnologico e dall’altro lato all’applicazione delle innovazioni, riconoscendo la ricerca & sviluppo quale fattore abilitante e driver principale di produttività europea. Allo stesso tempo, non sfugge alla presidenza che non può esserci un rafforzamento della competitività del sistema economico europeo senza un adeguato investimento in formazione, apprendimento continuo e aggiornamento delle competenze nei settori maggiormente trainanti: (1) economia digitale, (2) riconversione industriale, (3) transizione energetica.

L’obiettivo, dunque, è duplice: da un lato rendere l’Unione leader globale nell’economia digitale e, dall’altro lato, strutturare un mercato europeo per i servizi digitali attrattivo su scale mondiale. A tal fine, risulta imprescindibile rafforzare la dimensione esterna della competitività del mercato unico europeo.

Nell’ambito del check-up sulla competitività, il tradizionale metodo di lavoro utilizzato dal Consiglio, finalizzato a monitorare l’andamento della competitività del sistema economico europeo, sulla base degli ultimi dati e di un’analisi orizzontale e settoriale, segnaliamo la proposta avanzata dal governo italiano, da parte del ministro per gli Affari europei Vincenzo Amendola: scomputare dal calcolo del deficit degli Stati membri gli investimenti verdi, che andranno determinati nell’ambito del quadro finanziario europeo pluriennale.

Il secondo giorno di lavori, invece, si è concentrato soprattutto sul ruolo di ricerca e innovazione nel conseguimento degli obiettivi in materia di clima e transizione industriale. In particolare, sulla base di una nota della presidenza, si è discussa la possibilità di creare sinergie tra Horizon Europe, il Programma Quadro per la ricerca e l’innovazione, che, con una dotazione di circa 100 miliardi di euro, prende il posto del noto Horizon 2020 nel ciclo di programmazione 2021-2027, e gli altri strumenti europei di finanziamento, così da rafforzare anche le opportunità di cofinanziamento, facendo leva, ad esempio, sui fondi strutturali, le risorse della Banca europea degli Investimenti o programmi quali le Smart Specialisation Strategy e il marchio Seal of Excellence.

Infine, la presidenza riferirà i risultati delle proposte delle due giornate al Consiglio europeo previsto per questo mese.

Ricopre attualmente il ruolo di Direttore dell’area Energia presso l’Istituto per la Competitività (I-Com), dove è stato Research Fellow a partire dal 2017. Laureato in Economia e politica economica presso l’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, successivamente ha conseguito un master in “Export management e sviluppo di progetti internazionali” presso la Business School del Sole24Ore. Attualmente è dottorando di Economia applicata presso il Dipartimento di Economia dell'Università degli Studi di Roma Tre. Si occupa principalmente di scenari energetici e politiche di sviluppo sostenibile, oltre che di politiche industriali e internazionalizzazione di impresa.

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