Se il governo Conte II sta concentrando una parte importante della sua comunicazione sul Green New Deal, presente anche nella Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza (Nadef), uno degli ultimi atti del Conte I è stato approvare il decreto FER 1, entrato in vigore lo scorso 10 agosto. Il provvedimento ha come obiettivo quello di raggiungere i target europei per il 2030 definiti nel Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (qui un nostro articolo sul Pniec).
Nello specifico il documento stima che entro il 2030 il 30% dei consumi finali lordi di energia sarà garantito da fonti rinnovabili. Il decreto darà la possibilità di realizzare impianti fotovoltaici, eolici, idroelettrici, a gas e a depurazione per un valore complessivo di 8 Gigawatt di potenza e un aumento della produzione di energie verdi di 12 miliardi di Kilowattora. Gli investimenti previsti sono pari a 10 miliardi di euro. Secondo il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, verrà premiato l’autoconsumo di energia per gli impianti su edificio fino a 100 Kilowatt. Se sarà consumata una quota di rinnovabili superiore al 40% della produzione netta, sarà garantito un premio di 10 euro per ogni Megawattora.
Gli incentivi sono legati soprattutto agli impianti connessi parallelamente con la rete elettrica e con le colonnine di ricarica, la cui potenza però non dovrà essere inferiore a 15 Kilowattora. L’aumento di queste strutture è fondamentale per favorire la transizione verso la mobilità elettrica e per eliminare la cosidetta range anxiety, ossia l’ansia di rimanere senza energia per chi guida un’auto a zero emissioni. Da questo punto di vista sono significativi gli investimenti di Enel X, la divisione del Gruppo Enel che si occupa del settore. Il suo obiettivo è installare 14.000 punti di ricarica e 7.000 colonnine entro il 2020 e raddoppiare questi numeri alla fine del 2022, per una spesa totale compresa tra i 100 e i 300 milioni di euro.
Nella produzione di energie rinnovabili l’Italia è impegnata a centrare gli obiettivi da realizzare entro il 2020 che prevedono un consumo di rinnovabili pari al 20% del totale. La quota di energia da rinnovabili si è attestata nel 2017 al 18,3%, dando seguito a un trend di aumento costante a partire dal 2011, quando si collocava al 12,9%. Inoltre, dai dati del 2018 elaborati da Terna si nota come il contributo del settore idroelettrico sia aumentato notevolmente (+32,8%), portando le rinnovabili a coprire il 33,5% della produzione nazionale di energia elettrica. D’altra parte, è da segnalare il calo del fotovoltaico (-7% rispetto al 2017), che tuttavia nell’anno precedente aveva registrato un incremento a due cifre. Tuttavia, anche per il fotovoltaico si registra un aumento degli impianti installati (+6,2% rispetto al 2017) e una crescita della potenza (+2,2%), a dimostrazione del trend di crescita del settore.
Anche per questo il decreto FER 1 potrà giocare un ruolo importante per stimolare il miglioramento della nostra efficienza energetica e per rimanere in linea con gli obiettivi a breve termine, senza dimenticare quelli ancora più importanti per il 2030 stabiliti dal Pniec.