Le fonti rinnovabili in Italia e gli obiettivi (e le mosse) del governo Conte


Articolo
Gabriele Ferrara
rinnovabili

Se il governo Conte II sta concentrando una parte importante della sua comunicazione sul Green New Deal, presente anche nella Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza (Nadef), uno degli ultimi atti del Conte I è stato approvare il decreto FER 1, entrato in vigore lo scorso 10 agosto. Il provvedimento ha come obiettivo quello di raggiungere i target europei per il 2030 definiti nel Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (qui un nostro articolo sul Pniec).

Nello specifico il documento stima che entro il 2030 il 30% dei consumi finali lordi di energia sarà garantito da fonti rinnovabili. Il decreto darà la possibilità di realizzare impianti fotovoltaici, eolici, idroelettrici, a gas e a depurazione per un valore complessivo di 8 Gigawatt di potenza e un aumento della produzione di energie verdi di 12 miliardi di Kilowattora. Gli investimenti previsti sono pari a 10 miliardi di euro. Secondo il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, verrà premiato l’autoconsumo di energia per gli impianti su edificio fino a 100 Kilowatt. Se sarà consumata una quota di rinnovabili superiore al 40% della produzione netta, sarà garantito un premio di 10 euro per ogni Megawattora.

Gli incentivi sono legati soprattutto agli impianti connessi parallelamente con la rete elettrica e con le colonnine di ricarica, la cui potenza però non dovrà essere inferiore a 15 Kilowattora. L’aumento di queste strutture è fondamentale per favorire la transizione verso la mobilità elettrica e per eliminare la cosidetta range anxiety, ossia l’ansia di rimanere senza energia per chi guida un’auto a zero emissioni. Da questo punto di vista sono significativi gli investimenti di Enel X, la divisione del Gruppo Enel che si occupa del settore. Il suo obiettivo è installare 14.000 punti di ricarica e 7.000 colonnine entro il 2020 e raddoppiare questi numeri alla fine del 2022, per una spesa totale compresa tra i 100 e i 300 milioni di euro.

Nella produzione di energie rinnovabili l’Italia è impegnata a centrare gli obiettivi da realizzare entro il 2020 che prevedono un consumo di rinnovabili pari al 20% del totale. La quota di energia da rinnovabili si è attestata nel 2017 al 18,3%, dando seguito a un trend di aumento costante a partire dal 2011, quando si collocava al 12,9%. Inoltre, dai dati del 2018 elaborati da Terna si nota come il contributo del settore idroelettrico sia aumentato notevolmente (+32,8%), portando le rinnovabili a coprire il 33,5% della produzione nazionale di energia elettrica. D’altra parte, è da segnalare il calo del fotovoltaico (-7% rispetto al 2017), che tuttavia nell’anno precedente aveva registrato un incremento a due cifre. Tuttavia, anche per il fotovoltaico si registra un aumento degli impianti installati (+6,2% rispetto al 2017) e una crescita della potenza (+2,2%), a dimostrazione del trend di crescita del settore.

Anche per questo il decreto FER 1 potrà giocare un ruolo importante per stimolare il miglioramento della nostra efficienza energetica e per rimanere in linea con gli obiettivi a breve termine, senza dimenticare quelli ancora più importanti per il 2030 stabiliti dal Pniec.

Ufficio stampa e Comunicazione dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Nata a Roma nel 1992, Giulia Palocci si è laureata con il voto di 110 e lode in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali presso l’università Luiss Guido Carli con una tesi sul contrasto al finanziamento del terrorismo nei Paesi del Sud-est asiatico.

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