Transizione energetica, le principali novità introdotte dalla legge sulle crisi aziendali


Articolo
Gabriele Ferrara
Transizione

La legge numero 128 del 2019 è stata al centro del dibattito pubblico dell’ultima settimana in Italia. Nonostante il focus sia stato sulla vicenda legata all’ex Ilva, il provvedimento recante disposizioni per risolvere le crisi aziendali contiene pure alcune misure volte a favorire la transizione energetica (qui un nostro articolo sul tema).

Il comma 1 dell’articolo 13 prevede che vengano stanziati 100 milioni di euro nel 2020 e 150 dal 2021 per il Fondo per la transizione energetica nel settore industriale, che contribuirà al finanziamento di interventi di decarbonizzazione e di efficientamento energetico. E ancora, sono stati previsti 20 milioni di euro all’anno dal 2020 al 2024 per il Fondo per la riconversione occupazionale nei territori in cui sono ubicate centrali a carbone, da istituire presso il ministero dello Sviluppo economico (Mise) con decreto ministeriale, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore del decreto legge. Le somme interessate saranno recuperate dai proventi delle aste di CO2 che superino il valore di un miliardo di euro.

Il comma 2 dello stesso articolo, invece, dispone l’istituzione presso il Mise del Fondo per la transizione energetica nel settore industriale, dedicato ai comparti maggiormente esposti alla rilocalizzazione delle emissioni di carbonio a causa dei costi connessi alle emissioni di gas a effetto serra trasferiti sui prezzi dell’energia elettrica. In aggiunta, l’articolo 13-ter, introdotto nel corso dell’esame al Senato, incrementa gli investimenti per la crescita sostenibile, il cui Fondo vedrà un aumento della propria dotazione pari a 500.000 euro per il 2019, di un milione per il 2020 e di cinque milioni per l’anno successivo. L’idea è quella di favorire la nascita e lo sviluppo in Italia di società cooperative di piccole e medie dimensioni costituite, in misura prevalente, da lavoratori provenienti da aziende in crisi.

In merito allo transizione energetica Giulio Cicoletti e Marco Campagna di Elettricità Futura hanno sottolineato in un documento dal titolo “Transizione energetica e capacity market” (il testo è disponibile a questo link) la necessità in Italia di una riforma in grado di migliorare il sistema italiano attraverso cambiamenti strutturali. A loro giudizio l’incremento della produzione elettrica da fonti rinnovabili, specialmente se di tipologia intermittente e senza costi variabili, e la riduzione della domanda possono generare effetti negativi sul mercato. Si pensi, ad esempio, alla volatilità dei prezzi, con la conseguente incapacità di indirizzare gli investimenti nel medio-lungo periodo, oltre a un modesto impatto ambientale. Ciò appare particolarmente importante se si pensa che “l’esistenza di capacità produttiva programmabile è oggi diventata fondamentale per il suo ruolo di back-up alla produzione da fonti rinnovabili intermittenti“. In questo modo si riuscirebbe a garantire la copertura dell’intera domanda di energia. Occorre sviluppare il cosiddetto mercato della capacità, così da avere un sistema dotato maggiormente resiliente. Secondo Cicoletti e Campagna, i consumatori verrebbero tutelati da eventuali variazioni di prezzi, oltre che da eventi estremi che potrebbero limitare la disponibilità energetica. Inoltre, i meccanismi efficienti di mercato migliorerebbero la competitività del sistema e incentiverebbero ulteriormente la produzione di energia rinnovabile.

A ben vedere, negli ultimi mesi l’Italia si è mossa proprio in questa direzione e, tramite Terna (l’operatore che gestisce le reti per la trasmissione dell’energia elettrica), ha avviato un meccanismo per l’acquisizione di capacità attraverso contratti di approvvigionamento di lungo termine aggiudicati con aste competitive. La prima si è aperta lo scorso 6 novembre e ha visto Terna selezionare 40,919 GW (GigaWatt) di capacità complessiva, di cui 34,7 già esistenti, 1,7 di nuove centrali, 1 alle fonti da energia rinnovabile e 4,4 all’estero, per un premio complessivo di 1,3 miliardi di euro. Siamo solo all’inizio, ma la capacità di Terna di monitorare tutti i processi e di garantire trasparenza, così come quella di collaborare con i ministeri e le autorità competenti, sarà un elemento essenziale per migliorare l’efficientamento energetico del Paese.

Ufficio stampa e Comunicazione dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Nata a Roma nel 1992, Giulia Palocci si è laureata con il voto di 110 e lode in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali presso l’università Luiss Guido Carli con una tesi sul contrasto al finanziamento del terrorismo nei Paesi del Sud-est asiatico.

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