In occasione del convegno “Il consumatore liberato? Tecnologie digitali e nuovi consumerismi” che si è tenuto lo scorso 11 dicembre, è stato presentato il Rapporto I-Com 2019.
L’incessante progresso tecnologico, unito alla massiccia penetrazione dei device mobili, è all’origine della società dell’informazione. Si tratta di un fenomeno dall’impatto dirompente sul business delle imprese e sulle abitudini dei cittadini/consumatori che sempre più riconoscono nella rete la sede privilegiata dove trasferire la maggior parte delle attività tradizionalmente compiute offline, che nel canale digitale trovano nuovo slancio e continue opportunità di sviluppo. Nel mutato contesto socio-economico anche il ruolo del consumatore sta gradualmente cambiando; ed infatti, sebbene permangano fasce – più o meno ampie a seconda del contesto nazionale analizzato – di popolazione ancora immature digitalmente e dunque particolarmente esposte alle insidie tipiche dell’era digitale, a livello generale è evidente che il consumatore, da soggetto fragile ed inconsapevole, bisognoso di tutele e protezione, sta evolvendo verso un nuovo modello di individuo sempre più informato, consapevole ed esigente, in grado di influenzare in maniera determinante il business delle imprese. La risorsa più potente in mano al consumatore, in grado di determinare il futuro stesso della società dell’informazione, è rappresentata dai dati, vera linfa vitale di praticamente tutti i servizi ed applicazioni digitali presenti e soprattutto futuri, tra cui spiccano, per rilevanza ed impatto sul benessere della collettività e sul business delle aziende, intelligenza artificiale e blockchain, due dei fenomeni certamente più affascinanti e complessi dell’attuale panorama tecnologico.
Il capitolo 1 analizza le abitudini dei consumatori/cittadini italiani nell’era digitale. Dall’analisi dei dati Eurostat emerge una situazione di grave ritardo per il nostro Paese. Ed infatti, sebbene nell’ultimo anno si registri una diminuzione della percentuale di cittadini italiani che non hanno mai avuto accesso ad Internet (si passa dal 37% del 2012 al 19% del 2018) , l’Italia risulta essere ancora indietro rispetto alla media europea nell’utilizzo del canale digitale sia per le attività più comuni che quotidianamente vengono svolte online (es. inviare o ricevere e-mail, cercare informazioni su beni e servizi, utilizzare l’internet banking, partecipare ai social network, etc.) sia per quelle leggermente più articolate come gli acquisti online oppure afferenti all’e-government.