Risparmio energetico nel condominio. L’intervento del presidente Enea Federico Testa


Articolo
Federico Testa
testa

Pubblichiamo la prefazione del presidente di Enea Federico Testa al libro dal titolo “Risparmio energetico nel condominio” scritto dal vicepresidente e direttore dell’area Energia dell’Istituto per la Competitività (I-Com) Franco D’Amore e da Antonio Disi. Il volume – edito da Dei – Tipografia del genio civile – è acquistabile a questo link e nei prossimi giorni sarà disponibile anche in formato cartaceo.

Franco D’Amore

Alcuni anni fa, con una collega più giovane e più brava di me, scrivemmo un articolo sull’efficiency gap, inteso come scarto tra quanto si parlava di efficienza nei convegni e quanta se ne faceva realmente.

Molta teoria e poca pratica! Le ragioni erano diverse: le scarse competenze diffuse, ad esempio, oppure un modello di business più complesso, da ‘oggettivare’ a priori, che avrebbe prodotto risparmi e non flussi aggiuntivi, con livelli di rendimento difficilmente accettabili degli istituti finanziari abituati, fino ad allora, agli investimenti nel settore delle energie rinnovabili con rendimenti molto più elevati.
Alla fine, il risultato è stato fallimentare: pochi progetti che hanno fatto fatica a trovare finanziatori, con l’efficienza energetica che è rimasta un fenomeno di nicchia, sia a livello territoriale che sociale, limitata alle regioni del nord Italia più ricche, alle tipologie di maggior valore (le case singole-villette), con una prevalente applicazione negli edifici nuovi e l’assenza quasi totale di interventi di efficientamento in quelli esistenti.

Antonio Disi

Tutto questo a fronte di un’evidenza, riconosciuta anche dalla letteratura scientifica, che l’efficienza energetica sia la ‘fonte di energia più sostenibile’ e che diffondere pratiche virtuose di efficienza avrebbe effetti positivi sia sull’ambiente che sui redditi delle famiglie le quali impiegano quote rilevanti del proprio reddito per rispondere ai propri bisogni elementari come, appunto, il consumo di energia.
Come riuscire a cambiare registro e invertire la tendenza? Bisognava provare a mutare radicalmente paradigma, uscire dalla nicchia, portando a ragionare di questi temi un numero molto più elevato di cittadini per spingerli a rendere concreta l’efficienza energetica.

Ma bisognava, soprattutto, intervenire sui condomini, la tipologia abitativa in cui vivono più o meno i tre quarti della popolazione italiana e che costituisce la gran parte delle nostre città e la quasi totalità delle nostre periferie, dove più diffusi sono i fenomeni di degrado e dove i valori immobiliari negli ultimi anni hanno subito un’importante svalutazione.
Il condominio, si sa, è un ambiente del tutto particolare in cui, si dice, l’essere umano riesca a tirar fuori il peggio di sé. La stessa letteratura e il cinema hanno ambientato moltissimi dei propri racconti negli edifici condominiali, mostrando l’universo umano con i propri pregi e, soprattutto, i difetti.

Inoltre, in un condominio si può facilmente dover affrontare sullo stesso pianerottolo situazioni del tutto diverse da un punto di vita reddituale, con soggetti –i cosiddetti incapienti- che non possono utilizzare le detrazioni fiscali perché non hanno sufficiente reddito. Che dire, poi, dei proprietari non più giovani i quali, ragionevolmente, possono manifestare evidenti perplessità di fronte ad investimenti immediati con un contributo dello Stato diluito nei successivi dieci anni.

Tutto questo non ha fatto altro che influire pesantemente sulla capacità decisionali delle assemblee condominiali, finendo per paralizzarle. Come uscirne? Con la voglia di capire e con la fantasia.

Abbiamo inventato la cessione del credito agli Ecobonus, per risolvere i problemi dei soggetti incapienti e degli anziani che, in questo modo, possono monetizzare fin da subito i contributi. Tale meccanismo, inoltre, associato all’intervento delle utilities energetiche, può consentire l’affermazione dello schema: io utility realizzo l’intervento, tu condòmino mi cedi l’ecobonus e la differenza che rimane da pagare potrà essere saldata grazie ai risparmi delle bollette dei prossimi anni.

Un modello, quindi, che consente di procedere senza alcun esborso monetario “vivo” e che, alla fine, permette al proprietario di ottenere un immobile che consuma di meno e il cui valore è certamente cresciuto. Questo modello si sta finalmente affermando e permette di ridurre i consumi energetici e le emissioni climalteranti, intervenendo concretamente nelle situazioni più degradate e migliorando, di conseguenza, la qualità della vita delle persone.

È in questo quadro, sinteticamente riassunto, che si colloca il lavoro di Franco D’Amore e Antonio Disi che si pone l’obiettivo di “esplorare” l’universo condominio nelle sue molteplici sfaccettature e di fornire uno strumento, agile ma completo, per affrontare le molteplici problematiche, da quella relativa al risparmio di energia, alle barriere al risparmio energetico nel condominio, alla gestione dei conflitti.

Un lavoro prezioso, cui auguro le migliori fortune, e che spero consentirà ulteriori passi in avanti sul fronte della sostenibilità. Quella vera, che non si accontenta di slogan, ma si sforza di individuare proposte concrete e percorribili per affrontare il futuro.

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