L’export italiano resiste alle tensioni internazionali. Il rapporto Sace Simest


Articolo
Domenico Salerno
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Nonostante la situazione estremamente tesa sul fronte del commercio internazionale, il Made in Italy continua a registrare risultati molto positivi (qui il nostro approfondimento sul rapporto Ice). Questo è il quadro che emerge dall’ultimo rapporto Export di Sace Simest (gruppo Cassa Depositi e Prestiti). Nel 2019 le nostre esportazioni sono previste in crescita del 3,2% rispetto all’anno precedente per arrivare a toccare quota 480 miliardi di euro. L’incremento dovrebbe confermarsi anche nel prossimo triennio attestandosi su un più timido 2,8% nel 2020 (principalmente per effetto delle politiche commerciali dell’amministrazione guidata da Donald Trump) per poi accelerare al 3,7% di media nel corso del biennio successivo.

Tra i prodotti italiani maggiormente richiesti all’estero la meccanica strumentale continua a registrare performance eccezionali. Secondo lo studio, l’export in questo settore dovrebbe crescere del 4,2% nel 2020 e del 4,4% nel biennio 2021-2022. Oltre ai classici mercati di destinazione come Cina, India, Spagna, Stati Uniti e Russia, le previsioni risultano ottimistiche rispetto alla crescita in aree geografiche tradizionalmente meno battute come Africa Subsahariana, Asia e America Latina.

Positive anche le prestazioni previste per il settore chimico-farmaceutico, in crescita dell’1,8% nel 2020 e del 3,6% nel successivo biennio, spinto dalle importantissime possibilità offerte dai mercati di Cina e India. Particolarmente interessanti risultano le opportunità di business nel comparto farmaceutico indiano (terzo al mondo per volumi e tredicesimo in valore) e in quello della cosmetica. Il mercato indiano dei prodotti per la cura della persona è stimato in crescita del 15%-20% nei prossimi anni, spinto dall’aumento del reddito medio e dal conseguente miglioramento dello stile di vita della popolazione.

Buone prospettive anche per l’export dei metalli, in crescita del 2% nel prossimo anno e del 3,9% nei successivi due anni. In questo caso i mercati di sbocco più promettenti sono quello brasiliano e quello marocchino. In entrambi i Paesi è in atto una rilevante espansione infrastrutturale che apre interessanti opportunità per le nostre aziende.

Nonostante la concorrenza spietata anche il tessile nostrano è previsto in crescita del 2,9% per il 2020 e del 3,3% nel biennio successivo. Le opportunità maggiori sono rappresentate dei mercati asiatici particolarmente interessati ai prodotti di alta gamma Made in Italy.

In crescita del 2,9% nel 2020 e del 3,6% nel biennio seguente anche le esportazioni di mobili e prodotti in legno. Oltre alle ottime performance sui mercati classici come quello degli Stati Uniti, si stanno aprendo interessanti opportunità nei Paesi emergenti come l’Indonesia. I consumatori indonesiani sono particolarmente attratti da prodotti italiani di fascia alta: se si considera che nel Paese asiatico la spesa per arredamento e per la casa rappresenta ben il 5% della spesa al dettaglio delle famiglie, è evidente come le prospettive siano positive.

L’ultimo dei settori che dovrebbe vivere una crescita notevole è quello del Food and Beverage spinto sia dalla componente alimentare (+2,2% nel 2020 e 3,9% medio nel 21/22) che dai prodotti agricoli (+0,5% nel 2020 e 2,9% nel 21/22).

Direttore Area Digitale dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Nato ad Avellino nel 1990. Ha conseguito una laurea triennale in “Economia e gestione delle aziende e dei servizi sanitari” presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore e successivamente una laurea magistrale in “International Management” presso la LUISS Guido Carli. Al termine del percorso accademico ha frequentato un master in “Export Management & International Business” presso la business school del Sole 24 Ore.

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