European green deal, cosa prevede la strategia proposta dalla Commissione europea


Articolo
Michele Masulli
Europeo

L’Unione europea punta alla leadership mondiale in materia di sostenibilità ambientale e lotta al cambiamento climatico. E lo fa attraverso lo European green deal, un ambizioso e trasversale pacchetto di misure, finalizzate a far diventare l’Ue il primo continente climaticamente neutrale entro il 2050. In questo modo la Commissione rilancia su basi nuove l’impegno ad affrontare le questioni legate all’ambiente e al clima, a proteggere il capitale naturale dell’Unione e a tutelare la salute dei cittadini europei dai rischi di carattere ambientale.

Il Vecchio continente, d’altronde, ha già dato prova di saper modernizzare la propria economia, tra crescita e tutela ambientale. Tra il 1990 e il 2018 ha diminuito del 23% le emissioni di gas serra, quando, allo stesso tempo, l’economia è cresciuta di 61 punti percentuali. In questo ambito, la Commissione si impegna a presentare un piano di valutazione dell’impatto in seguito alla decisione di innalzare la riduzione delle emissioni di gas serra al 2030 di almeno il 50-55% rispetto ai livelli del 1990. Inoltre, si prevede la revisione e il rafforzamento degli strumenti in materia di politiche per il clima. Dalla riforma del sistema per lo scambio delle quote di emissioni all’introduzione di un meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere. E ancora, dalla riduzione del rischio di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio all’adozione di una nuova strategia sull’adattamento dei cambiamenti climatici. Per conseguire questi obiettivi, sarà fondamentale il contributo degli Stati membri: i piani nazionali integrati per l’energia e il clima, attualmente in fase di definizione, dovranno contemplare politiche in linea con il raggiungimento dei target continentali.

Lo European green deal, inoltre, prevede che nel mese di marzo 2020 la Commissione adotti una strategia industriale che tenga insieme la transizione ecologica e la trasformazione digitale, fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità. Particolare attenzione viene rivolta ai settori industriali ad alta intensità energetica: la modernizzazione e la decarbonizzazione dei comparti dell’acciaio, dei prodotti chimici e del cemento, centrali nell’economia europea, sono obiettivi fondamentali.

Allo stesso modo, si immagina un piano d’azione per l’economia circolare, all’insegna della riduzione dell’uso delle risorse, del rafforzamento della responsabilità del produttore e del sostegno alla creazione di prodotti sostenibili. Sul fronte della sicurezza dell’approvvigionamento, si pensa soprattutto a un rafforzamento delle infrastrutture intelligenti in un quadro di maggiore cooperazione regionale e transfrontaliera. Ma lo spettro delle misure che compongono lo European green deal è vasto e non può essere qui restituito se non in piccola parte: si va dall’efficienza delle prestazioni energetiche degli edifici alle politiche per la mobilità intelligente e sostenibile, dalla riprogettazione del sistema alimentare alla tutela delle biodiversità, al contrasto all’inquinamento. La sostenibilità, inoltre, viene giustamente intesa come una chiave di ispirazione trasversale delle politiche pubbliche. Perciò coinvolge settori come la ricerca e l’innovazione (con il contributo fondamentale del nuovo programma quadro per la ricerca e l’innovazione, Horizon Europe), l’istruzione e la formazione.

Gli obiettivi dello European green deal, tuttavia, implicano un notevole fabbisogno di risorse. La Commissione stima, per di più in via prudenziale, la necessità di investimenti supplementari. Si tratta di una cifra che si aggira intorno ai 260 miliardi di euro l’anno, circa l’1,5% del prodotto interno lordo aggregato. Risulta necessario, pertanto, un sforzo notevole da parte del settore pubblico, oltre a una mobilitazione efficace delle risorse dei privati. In questo caso, si prevede che almeno il 30% del Fondo InvestEu sia destinato alla lotta contro i cambiamenti climatici, oltre al lancio di un apposito piano di investimenti per un’Europa sostenibile da parte della Commissione. Viene richiamato, inoltre, il ruolo della Banca europea per gli investimenti, che si è impegnata a raddoppiare il proprio obiettivo climatico, portandolo dal 25 al 50% entro il 2025. Al settore privato, invece, guarda una strategia in materia di finanza sostenibile che la Commissione presenterà nel terzo trimestre del 2020.

Per tutte queste ragioni, la Commissione invita il Parlamento e il Consiglio ad approvare e ad appoggiare pienamente le misure previste nello European green deal.

Ricopre attualmente il ruolo di Direttore dell’area Energia presso l’Istituto per la Competitività (I-Com), dove è stato Research Fellow a partire dal 2017. Laureato in Economia e politica economica presso l’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, successivamente ha conseguito un master in “Export management e sviluppo di progetti internazionali” presso la Business School del Sole24Ore. Attualmente è dottorando di Economia applicata presso il Dipartimento di Economia dell'Università degli Studi di Roma Tre. Si occupa principalmente di scenari energetici e politiche di sviluppo sostenibile, oltre che di politiche industriali e internazionalizzazione di impresa.

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