Monopattini elettrici, ecco le nuove regole. Ma i dubbi non mancano


Articolo
Gabriele Ferrara
monopattini
Credit: Arto Alanenpää

Da ora in poi monopattini elettrici saranno equiparati alle biciclette (qui un nostro articolo sulla sperimentazione in Italia). La novità è arrivata in seguito alla pubblicazione in Gazzetta ufficiale del 30 dicembre 2019 della legge di Bilancio 2020. Quest’ultima, infatti, tra le altre cose, equipara i monopattini elettrici ai velocipedi, consentendo così la circolazione di questi nuovi veicoli – compresi i segway – sulle normali sedi stradali. Un passaggio che rappresenta un crocevia interessante per il futuro della mobilità in Italia, che va oltre la sperimentazione della micromobilità del decreto Toninelli, valida ancora per mezzi elettrici come hoverboard e monoruota.

Il testo precisa che l’equiparazione è riservata ai monopattini con una potenza massima di 0,5 Kilowatt (kW) che non superino i 20 chilometri orari (km/h) mentre il limite per le zone pedonali è stato fissato a 6 km/h. Per poter circolare nelle ore di buio, sarà necessaria una luce bianca davanti e una luce o catarifrangenti rossi dietro mentre non si potrà circolare in alcuna occasione sui marciapiedi e sulle strade con un limite che superi i 50 chilometri all’ora. Per quanto riguarda il parcheggio, invece, i monopattini potranno essere lasciati solamente in quelli legali riservati a biciclette e moto.

In varie parti del mondo ci si è interrogati sull’opportunità di circolare con il monopattino elettrico, specialmente perché di solito non è previsto il casco obbligatorio – sarà così anche in Italia – ma anche a causa delle difficoltà di adattamento degli utenti stradali a convivere con la novità. In tal senso, si pensi alla morte di un venticinquenne a Parigi nel giugno 2019: il ragazzo non avrebbe dato la precedenza a un semaforo ed è finito travolto da un camion che l’ha ucciso. In base ai dati diffusi dal Dipartimento della salute americano, un terzo delle vittime di incidenti sono persone alla prima esperienza con il monopattino elettrico. Secondo l’amministratore delegato di Micro Mobility Systems, Wim Ouboter, “come qualunque altro mezzo di trasporto, che sia la bicicletta, i pattini in linea o i monopattini elettrici è necessario fare pratica”.

Non deve dunque sorprendere il fatto che il Codacons (Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori) sia già pronto a chiedere il blocco dei monopattini elettrici in tutta Italia, in quanto le norme che ne disciplinano l’utilizzo non garantirebbero la sicurezza stradale. Secondo il presidente Carlo Rienzi, il via libera potrebbe portare a un incremento di incidenti con conseguenze anche gravi. A suo giudizio, le disposizioni prevedono una serie di limitazioni impossibili da far rispettare senza tutelare la salute dei consumatori. Ancora, Rienzi si è detto curioso “di sapere come faranno le forze dell’ordine a controllare la velocità dei monopattini che, nelle zone pedonali, non può superare i 6 chilometri orari, e cosa succederà in caso di incidenti e scontri con auto e pedoni, non essendo prevista alcuna polizza assicurativa obbligatoria”. Per questi motivi il Codacons sta valutando le azioni legali da intraprendere per chiedere il blocco dei monopattini elettrici in tutto il Paese, almeno finché non verranno adottate “misure specifiche per tutelare gli utenti della strada“.

Secondo Il Sole 24 Ore, il successo di questi nuovi veicoli dipenderà anche dall’approccio dei cittadini: “Non va intesa come una soluzione a tutto campo, ma solo come un modo per completare le altre forme di mobilità“. Inoltre, quanto accaduto con il bike sharing a Roma non fa ben sperare una porzione rilevante dei cittadini. A Milano, invece, lo scorso agosto si sono verificati problemi con la sperimentazione degli stessi monopattini che avevano portato il comune a bandirli. Con la nuova normativa nazionale, il capoluogo lombardo dovrebbe dotarsi di 2.250 monopattini in sharing.

Ufficio stampa e Comunicazione dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Nata a Roma nel 1992, Giulia Palocci si è laureata con il voto di 110 e lode in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali presso l’università Luiss Guido Carli con una tesi sul contrasto al finanziamento del terrorismo nei Paesi del Sud-est asiatico.

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