Edilizia e appalti, cos’è il Bim e perché è così importante. Lo studio Oice


Articolo
Giulia Palocci

Continua senza sosta il processo di digitalizzazione degli appalti pubblici in Italia. Solo nel 2019 è cresciuto di quasi il 60% il numero di gare pubbliche che prevedono l’utilizzo della metodologia Bim, letteralmente “Building Information Modeling“, per la progettazione, realizzazione e manutenzione di una costruzione. A rivelarlo è il terzo rapporto condotto dall’Oice, l’associazione aderente a Confindustria che riunisce le organizzazioni di architettura, ingegneria e progettazione, secondo cui continua il balzo in avanti del settore verso le nuove tecnologie digitali. Un dato, quello che emerge dallo studio, che conferma il trend registrato già nel 2018, quando la crescita era stata di oltre il 260% rispetto all’anno precedente.

Ma che cos’è il Bim? E perché è così importante? Innanzitutto si tratta di una metodologia operativa che, tramite l’utilizzo di un modello informativo, tiene conto di tutti gli elementi che riguardano l’intero ciclo di vita della costruzione, dal progetto alla realizzazione fino alla sua demolizione. Secondo la definizione del National institute of building sciences, è “la rappresentazione digitale di caratteristiche fisiche e funzionali di un progetto“, ossia “un contenitore di informazioni dell’edificio“. La sua caratteristica principale è permettere la collaborazione di più figure professionali: dai geometri agli architetti, dai progettisti ai consulenti energetici. Tutti, compresi gli appaltatori, condividono e gestiscono insieme i dati del progetto su piattaforme comuni. Il vantaggio consiste nel consentire a tutti gli utenti di avere accesso contemporaneamente alle stesse informazioni, nell’assicurare una più veloce ed efficiente gestione dei dati e nel ridurre al minimo gli errori in fase di progettazione.

Secondo lo studio, nel 2019 sono stati pubblicati 478 bandi Bim, l’8% dell’intero mercato dei servizi di ingegneria e architettura. In pratica si parla di un valore di quasi 300 milioni di euro contro i 1.502 milioni di tutto il mercato. La maggior parte, ossia il 56% del totale, si colloca nel mercato delle gare sopra soglia mentre quelli sotto i 100.000 euro sono il 21,5 e quelli tra i 100.000 e i 221.000 euro raggiungono il 22,4%. Sotto il profilo della tipologia di interventi, invece, sono le ristrutturazioni ad andare per la maggiore. In questo caso sono stati 303 contro i 164 delle nuove costruzioni.

Dal punto di vista della distribuzione geografica, dallo studio emerge come i bandi Bim rilevati seguano una ripartizione piuttosto omogenea su tutto il territorio nazionale: la maggior parte sono stati registrati al Sud, dove se ne contano ben 128, il 26,8% del totale. Seguono il Centro con 121 e il Nord-Est e il Nord-Ovest che ne contano rispettivamente 94 e 74. Sono invece “solo” 61 quelli contati nelle Isole.

Tra le stazioni appaltanti, ovvero i soggetti aggiudicatori che affidano a un operatore economico un contratto pubblico di appalto o di concessione per l’acquisizione di servizi, forniture oppure per l’esecuzione di lavori o opere, lo studio sottolinea l’importanza delle amministrazioni dello Stato, che hanno pubblicato ben 171 bandi Bim, quasi il 36% del totale. Poi ci sono i comuni con 126 gare, le concessionarie che ne hanno pubblicate 60 e gli ospedali 59. E ancora le regioni con 30 bandi, le province con 15 e le università e i centri di ricerca con 14.

Il rapporto sottolinea pure la diminuzione nel corso degli anni dei bandi che citano il Bim genericamente e senza punteggi specifici. Si è passati dal 20% del 2018 all’11 del 2019. “Il punto – ha spiegato il consigliere Oice Francesca Federzoneè che ancora bisogna fare molto per assicurare omogeneità e correttezza degli atti in gara. Sono ancora molte le amministrazioni che richiamano il Bim più per moda che per reale esigenza e, anche se in aumento, i capitolati informativi dovrebbero essere sempre presenti“. E’ per questo motivo che l’intera associazione denuncia l’incompletezza e l’indeterminatezza del quadro regolatorio. In un contesto in cui il Bim pone l’asticella ancora più in alto “chiediamo che con il nuovo regolamento si recepiscano i contenuti del decreto ministeriale numero 560 del 2017 per dare stabilità e certezze di regole“, ha dichiarato il presidente dell’associazione Gabriele Scicolone.

Qui una nostra analisi sull’andamento del settore delle costruzioni in Italia.

Ufficio stampa e Comunicazione dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Nata a Roma nel 1992, Giulia Palocci si è laureata con il voto di 110 e lode in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali presso l’università Luiss Guido Carli con una tesi sul contrasto al finanziamento del terrorismo nei Paesi del Sud-est asiatico.

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