Coronavirus, ecco come si stanno organizzando le istituzioni europee


Articolo
Camilla Palla
misure economiche

Di fronte all’aumento sostenuto del numero di casi di coronavirus in tutta Europa, a partire dall’inizio della settimana sono iniziate ad arrivare le prime risposte da parte delle istituzioni europee. Si tratta di misure indirizzate all’Unione nella sua interezza e basate un approccio multi-settoriale.

In particolare la Banca centrale europea la lanciato il Pandemic emergency purchase programme (PEPP): 750 miliardi di euro destinati all’acquisto di titoli del settore pubblico e privato per rispondere all’impatto della pandemia da COVID19 sulla politica monetaria e sulla stabilità economica europea. Il nuovo programma, che integra e sostituisce l’attuale Asset Purchase Programme, sarà caratterizzato da una maggiore flessibilità: consentirà fluttuazioni nella “distribuzione dei flussi di acquisto nel tempo” e, se necessario, acquisti mirati di obbligazioni dai Paesi più colpiti. Una sorta di quantitative easing quindi, la cui scadenza è fissata alla fine della crisi sanitaria in corso, attualmente individuata alla fine di quest’anno.

Nei giorni scorsi risposte decise sono arrivate anche dalle altre istituzioni. Il 17 marzo i membri del Consiglio europeo si sono riuniti in videoconferenza per discutere della diffusione e dell’impatto del virus sull’economia del Vecchio continente, di concerto con le altre istituzioni coinvolte, prima fra tutte l’Eurogruppo. Le conclusioni del Presidente Charles Michel sottolineano chiaramente l’impegno a intraprendere tutte le misure necessarie per fronteggiare l’impatto della crisi sull’Unione e i suoi Stati membri. Il punto chiave risiede nella necessità di assicurare un coordinamento nelle misure in campo socio-economico da adottare nei prossimi mesi, per superare una situazione di “egoismo e mancanza di coordinamento“, come è stata descritta dal presidente del Parlamento europeo David Sassoli.

Per quanto riguarda la Commissione europea, dall’inizio della settimana sono state varate una serie di iniziative per coordinare una risposta europea all’epidemia di COVID-19. L’obiettivo è proteggere la salute dei cittadini e, allo stesso tempo, fornire un valido sostegno al mercato interno e alla stabilità economica europea. Sotto un profilo fiscale, sono state introdotte misure per aumentare la flessibilità in materia di aiuti di Stato e per permettere ai governi di poter effettuare interventi di sostegno socio-economico verso l’interno, così come previsto dall’articolo 107 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea (TFUE). In tal senso la Commissione sta lavorando, insieme con il Consiglio europeo e l’Eurogruppo per realizzare la più ampia flessibilità possibile, sfruttando al meglio la cornice prevista dal patto di stabilità e crescita.

Sul fronte del mercato interno, invece, è cruciale che i flussi e gli scambi di beni continuino per quanto possibile senza restrizioni. A tal proposito la Commissione sta lavorando per coordinare gli sforzi degli Stati membri non soltanto in termini di scambi, ma anche di politiche a sostegno dell’offerta. Sarà fondamentale garantire un approvvigionamento adeguato e uniforme dei dispositivi di protezione e delle forniture mediche sul territorio europeo. Le linee guida introdotte lo scorso lunedì dalla Commissione europea hanno fissato i principi su cui fondare un approccio integrato per garantire la libera circolazione di beni di prima necessità come merci alimentari, dispositivi medici e di protezione personale.
Dieci miliardi di euro saranno allocati per la creazione di un fondo garanzia in seno alla Banca europea per gli investimenti, a sostegno delle piccole e medie imprese. Inoltre, grazie alla Coronavirus Response Investment Initiative, la Commissione renderà disponibili 37 miliardi di euro, sfruttando le risorse disponibili previste dalla cornice delle politiche di coesione, con l’obiettivo di per far leva su ulteriori finanziamenti per i sistemi sanitari europei, le imprese e i mercati del lavoro colpiti. Mentre altri 28 miliardi di euro di fondi strutturali saranno resi pienamente eleggibili per queste spese.

Il numero delle vittime in Europa ha ormai superato quello della Cina, rendendo il Vecchio continente l’epicentro della pandemia globale. L’impatto sulle nostre economie e sui nostri sistemi sanitari è destinato a essere ancora più significativo nelle prossime settimane. Si renderà necessario un coordinamento ancora più deciso per affrontare l’ulteriore diffusione del virus e aiutare i Paesi maggiormente in difficoltà.

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