L’emergenza coronavirus ha prodotto un’impennata nella domanda di e-book, audiolibri e podcast. Se da un lato l’intera filiera del libro è messa in ginocchio dalla chiusura forzata, dall’altro sempre più persone in queste settimane di isolamento trovano nella lettura un’occasione di riflessione ed evasione.
A dire la verità, i consumi digitali nell’ambito dell’editoria risultavano già in crescita prima dell’emergenza. Secondo i dati del 2019 raccolti dall’ufficio studi dell’Associazione italiana editori (AIE) in collaborazione con Nielsen, il mercato degli e-book in Italia vale 71 milioni di euro, il 6% in più rispetto all’anno precedente. Nel 2019 un libro su quattro è stato acquistato su Internet. In dieci anni, la quota di mercato detenuta dagli store online è cresciuta considerevolmente, passando dal 3,8 al 26,7%. D’altro canto è aumentata l’offerta di titoli in versione digitale: l’Istat riporta che la percentuale di opere pubblicate a stampa disponibili anche in formato e-book è passata dal 35,8 del 2016 (circa 22.000 titoli) a quasi il 40% del 2018 (oltre 30.000 titoli).
Anche la produzione di audiolibri risulta in crescita fra i grandi editori (15,2%, su un totale del 4,6% degli editori attivi, un incremento di 7,8 punti percentuali rispetto al 2016), così come la collaborazione con piattaforme online per la loro fruizione (12,2%, in crescita di 5,4 punti percentuali). Nell’ultimo anno, infine, il mercato dei podcast ha sperimentato uno sviluppo repentino. Secondo quanto riporta Spreaker, la principale piattaforma in Italia che si occupa della creazione, distribuzione e monetizzazione dei podcast, gli ascolti giornalieri di contenuti in italiano sono triplicati in pochi mesi (da circa 60.000 all’inizio del 2019 a 160.000 nel novembre dello stesso anno). La media mensile di ascolti, invece, è passata da 1,8 a quasi 4,5 milioni.
Queste rivoluzioni, già in atto nel settore, hanno subito un’importante accelerazione nelle ultime settimane di emergenza. La società Rakuten Kobo, leader nel campo dell’e-reading, riporta che nell’ultima settimana di marzo i volumi medi di lettura digitale sono cresciuti dal 200 al 300%. L’Italia, in particolare, ha registrato un aumento del 133% del tempo dedicato alla lettura su e-book reader e applicazioni per iOS e Android rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. A tale successo hanno contribuito le molte iniziative messe in campo dagli editori in aderenza al progetto di Solidarietà digitale proposto dal ministro per l’Innovazione tecnologica e la Digitalizzazione Paola Pisano (ne abbiamo parlato qui). Molti store online (tra cui Amazon, Kobo, Ibs, La Feltrinelli e Apple) mettono a disposizione un’ampia scelta di e-book a prezzi scontati o gratuitamente, mentre migliaia di audiolibri e podcast sono disponibili su Audible, gratis per i primi 30 giorni. Aumentano anche gli accessi ai cataloghi online delle biblioteche tramite MLOL, la principale piattaforma per il prestito di contenuti digitali in Italia.
Le previsioni per il mondo del libro rimangono comunque drammatiche. Nella seconda rilevazione dell’Osservatorio dell’AIE sull’impatto del Covid-19, le stime già critiche pubblicate a fine marzo (riportate in un nostro precedente articolo) sono state aggiornate ulteriormente al ribasso. Ora è il 98% degli editori a valutare il danno economico causato dal coronavirus come significativo o drammatico per l’intera filiera mentre saranno 23.200 i titoli in meno che verranno pubblicati, circa il 30% della produzione italiana. Il rischio maggiore riguarda la sopravvivenza dei piccoli editori, garanzia di pluralismo culturale nel nostro Paese.
Nei giorni scorsi, il governo ha riconosciuto anche al libro la qualità di bene essenziale, avviando la riapertura delle librerie. Se il coronavirus causerà senza dubbio perdite ingenti per il settore, potrebbe forse fornire l’occasione per rivalutare l’importanza del libro nella nostra società, sia esso in versione cartacea o digitale. In futuro, la carta stampata è destinata a convivere con gli e-book reader e le piattaforme di streaming: cambiano le abitudini dei lettori, ma le necessità restano immutate.