“A casa con” Giovanni Tria, già ministro dell’Economia e professore all’Università di Roma Tor Vergata



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Il professore di Economia politica all’Università di Roma Tor Vergata, Giovanni Tria – già ministro dell’Economia e delle Finanze – è stato l’ospite della puntata del 19 maggio 2020 di “A casa con”, la video-rubrica dell’Istituto per la Competitività (I-Com) dedicata ai temi dell’attualità politica ed economica, curata dal direttore della comunicazione Andrea Picardi.

Nel corso della conversazione Tria ha espresso il suo parere sull’accordo tra Francia e Germania per il Recovery Fund da 500 miliardi di euro: “E’ positivo“, ha dichiarato. “Anche se ovviamente bisognerà vedere come andrà a finire visto che si tratta di una proposta franco-tedesca che dovrà essere approvata dagli altri Paesi dell’Unione“. D’altro canto per il nostro Paese la questione di fondamentale importanza è un’altra, secondo l’ex ministro dell’Economia e delle Finanze. Sarebbe più opportuno concentrarsi su come spendere questi fondi nel caso in cui fossero messi a disposizione: “Non si tratta di risorse regalate ma erogate a fronte di progetti specifici. E noi non abbiamo affatto un record positivo quanto all’utilizzo di fondi europei. Dopo aver ricordato questo non invidiabile primato italiano, ha specificato: “Il problema che ci dobbiamo porre è se saremo in grado di spendere le eventuali risorse. In tal senso vedo poche parole, poco dibattito e, soprattutto, nessuna azione. Mi preoccupa. Di per sé l’Europa si sta muovendo”.

In questi giorni, però, nel dibattito politico e sui media si discute molto pure della richiesta di prestito da parte di Fca. Un tema che divide le opinioni, anche nella stessa maggioranza. In questo caso la valutazione di Tria è chiara: “Ho letto commenti che rispondono più che altro, mi pare, a un fatto ideologico. La richiesta viene fatta da Fca Italia che ha sede in Italia e servirebbe a sostenere l’attività italiana della società“, ha dichiarato. E ha poi continuato: “E’ chiaro che il settore automobilistico sia uno dei più colpiti da questa crisi ma anche uno dei più importanti per il Paese. Personalmente, non ho alcuna opinione contraria a questa possibilità. Molte prese di posizione di questi giorni mi pare rispondano soltanto a visioni etico-morali fondate non so su quali elementi ma sganciate dai fatti”.

Sulla scuola, invece, l’ex ministro ha sottolineato: “Non sono in grado di valutare la situazione dal punto di vista epidemiologico ovviamente, ma di sicuro la scuola online non può sostituire quella in presenza. Si tratta di insegnare ai bambini e ai giovani a essere adulti, c’è un elemento di apprendimento anche all’agire sociale“, ha spiegato. Evidenziando, però, come alla questione non sia stata data l’importanza che merita: “Credo che il tema sia stato trattato con superficialità. Non so se potessero riaprire immediatamente ma penso che con maggiore attenzione e con le giuste precauzioni si sarebbe potuto fare qualcosa di più. Troppo facile dire semplicemente di ripartire a settembre”.

Infine, il professor Tria ha espresso la sua opinione sulla creazione di comitati ad hoc e team per la gestione di questioni importanti e di interesse nazionale: “Sono contrario all’idea che per fronte ai problemi l’unica risposta sia la creazione di task force e cabine di regia e la concentrazione di tutti i comandi presso la presidenza del Consiglio. Non voglio fare polemica con l’attuale governo, è successo anche in quello precedente di cui facevo parte e in quelli ancora prima. E’ un andazzo che va avanti da molto tempo. Ma è chiaro che tutto ciò che viene concentrato a Palazzo Chigi, in generale, non funziona”.

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