Gli italiani, la pandemia e le misure anti-Covid. L’indagine Istat


Articolo
Giorgia Pelagalli
Istat

La situazione emergenziale che stiamo vivendo rappresenta un unicum nella storia del nostro Paese e in quella di tutto il mondo. L’impatto delle misure adottate per la limitazione della diffusione del Covid-19 è significativo. Oltre all’evidente flessione delle dinamiche economiche degli Stati, la quotidianità dei singoli individui è stata modificata in maniera rilevante, limitando le libertà private in nome della necessità pubblica. Da questo punto di vista, affinché le norme adottate siano efficaci, è necessario che siano assimilate positivamente dalla società e che questa ne condivida la ratio. A documentare il livello di fiducia degli italiani nei confronti dei provvedimenti presi per limitare il numero dei contagi ci ha pensato l’Istat, secondo cui tre cittadini su quattro hanno giudicato positivamente il clima familiare durante il lockdown. Ma non solo. Gli italiani si fidano molto del personale del Servizio sanitario nazionale e reputano le regole per il contenimento della pandemia utili e chiare.

L’indagine, che si intitola “Reazione dei cittadini al lockdown”, ha l’obiettivo di analizzare il modo in cui le famiglie italiane hanno reagtio a questo momento particolarmente complesso e come il lockdown abbia modificato le abitudini giornaliere di ciascuno. Lo stesso istituto ha implementato una serie di azioni volte a garantire la continuità e la qualità della produzione statistica anche nella fase emergenziale. L’indagine in questione, ad esempio, fa riferimento alla cosiddetta fase 1, ossia al periodo che va dal 5 al 21 aprile 2020, ed è stata realizzata tramite questionario telefonico. Le regioni sono state divise in 3 aree: la zona rossa (Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Marche), l’area 2 (che comprende le altre regioni del Centro-Nord) e l’area 3 (Sud e Isole).

I risultati delle interviste firmate Istat evidenziano come la maggior parte della popolazione abbia vissuto gli ultimi mesi in un clima familiare positivo: tre quarti del campione ha utilizzato per la sua descrizione parole come buono, sereno, tranquillo e ottimo mentre solo lo 0,7% ha definito la situazione tra le quattro mura domestiche tesa, con una distribuzione territoriale pressoché omogenea. Inoltre, il 91,2% degli intervistati si è dichiarato ottimista sull’utilità delle regole per il contenimento della pandemia e ben l’89,5 ha trovato chiare le istruzioni per il rispetto delle norme. La percezione peggiore è stata registrata nell’area 3, ossia nel Mezzogiorno e nelle Isole, dove circa il 12,4% degli intervistati ha definito i provvedimenti in vigore per la limitazione dei contagi poco o per niente utili alla risoluzione dell’emergenza.

Per quanto riguarda la frequenza con cui i cittadini lavano le proprie mani, la media è di 11,6 volte al giorno e di 5 se si considera l’uso di disinfettanti. La particolarità di questo dato risiede nel fatto che possa essere considerato come una misura indiretta dell’ansia percepita in merito alla possibilità di contagio. Circa il 16,5% delle persone sostengono di lavare le mani 20 volte al giorno. Una percentuale che cresce a 22,4% se si considera la fascia di popolazione tra i 55 e i 64 anni. Il valore scende notevolmente, invece, se si considerano gli over 75 (5,9%) e la media del Mezzogiorno (12,2%).

Dalla rilevazione condotta dall’Istat, emergono dati incoraggianti anche se si guarda all’utilizzo delle mascherine. L’89,1% di coloro che hanno più di 18 anni fa uso del dispositivo di protezione individuale, senza grandi variazioni tra aree geografiche e fasce di età. Anche la distanza sociale è rispettata per il 92,4% del campione. Se si prendono in considerazione le persone che hanno ricevuto visite, questo sono il 23,6% in media su tutto il territorio nazionale. La categoria con il valore più estremo è quella delle donne oltre i 75 anni di età, per cui il 68% ha dichiarato di aver incontrato altre persone per farsi portare la spesa, farmaci o per semplice compagnia. Ma c’è di più. Il 72% dei cittadini maggiorenni ha dichiarato di non essere uscito di casa.

Come era prevedibile, sono gli occupati la categoria che si è recata maggiormente al di fuori delle mura domestiche (4 su 10 sono usciti in media un giorno a settimana). Tra le motivazioni, la spesa al supermercato (43,3%), il lavoro (33,5%) e le passeggiate (solo il 7,5%).

Infine, le aspettative sulla conclusione della fase emergenziale possono definirsi “cautamente ottimistiche”: l’89,9% dei cittadini si aspetta una risoluzione della pandemia mentre solo il 6,4% pensa che il Paese non sia adeguatamente attrezzato per affrontare la contingenza. Secondo gli analisti dell’Istat, questo sentimento positivo viene inoltre confermato dalla fiducia che gli italiani ripongono nel personale del Servizio sanitario nazionale. Su una scala da 1 a 10, il voto per il personale medico e paramedico è pari a 9 mentre per la Protezione civile è di 8,7.

Nata a Formia nel 1996 e adottata da Roma nel 2015, ha conseguito la laurea triennale in Scienze economiche presso La Sapienza di Roma con una tesi sperimentale sull’Indice di Sviluppo Umano. Attualmente è borsista presso il Collegio Universitario dei Cavalieri del Lavoro “Lamaro Pozzani” e studentessa del Master of Science in Economics presso l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata.

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