Verso il Digital Services Act, il nuovo pacchetto della Commissione Ue su servizi digitali e piattaforme online


Articolo
Camilla Palla
Digital Services Act
Credit: da Pixabay/Capri23auto

Si è aperta martedì 2 giugno la consultazione pubblica sul Digital Services Act (DSA), il nuovo strumento che sarà lanciato alla fine dell’anno dalla Commissione europea e che fornirà una cornice solida per il mondo dei servizi digitali e delle piattaforme online.

Nel corso degli ultimi 20 anni la realtà dei servizi digitali ha subito un’enorme trasformazione, espandendosi e diventando accessibile a cittadini, imprese e governi in tutta Europa. La diffusione delle piattaforme online ha contribuito ad apportare vantaggi sia dal lato della domanda che dell’offerta, ha reso più efficiente il mercato interno, favorito l’innovazione e facilitato gli scambi commerciali e l’accesso a nuovi mercati. Allo stesso tempo tuttavia, una tale potenzialità e il continuo sviluppo del settore e dei relativi servizi portano con sé una serie di sfide e rischi associati, legati alla protezione degli utenti, alla responsabilità dei gestori, all’accesso al mercato.

Attualmente la materia è regolata da un quadro normativo che risale al 2000, costituito dalla Direttiva e-Commerce. La direttiva, rimasta pressoché invariata, stabilisce una serie di regole comuni relativamente ai requisiti di trasparenza e accesso alle informazioni per gli utenti e i gestori di servizi digitali, i principi di responsabilità legati all’uso delle piattaforme e le regole di cooperazione in materia a livello governativo.

L’evoluzione del settore, l’aumento degli attori coinvolti e la necessità di garantire la sicurezza e il più alto grado di competitività all’interno del mercato unico digitale hanno posto dunque la necessità di un aggiornamento della materia tra le priorità della nuova Commissione.

L’obiettivo principale del Digital Services Act consiste nel ridurre la frammentazione a livello europeo, assicurando lo stesso livello di protezione e obbligatorietà all’interno dell’Unione. La normativa risponderà dunque a una duplice necessità: da un lato assicurare un accesso paritario a tutte le imprese europee, superando la logica di emarginazione delle piccole realtà, favorendo l’innovazione, la crescita e la concorrenza a livello globale. In secondo luogo, garantire la sicurezza degli utenti e il rispetto di tutti i diritti fondamentali, a partire dalla privacy, la libertà di espressione e la validità dei contratti.

Un punto chiave riguarda la proposta relativa alla possibilità di prevedere regole ex ante che garantiscano la concorrenza sul mercato unico digitale, per evitare che le grandi piattaforme creino degli oligopoli di fatto. Secondo la Commissione Europea, un tale intervento non solo porrebbe le basi per un mercato più equo e concorrenziale, ma aumenterebbe in modo significativo le scelte dei consumatori.

Fondamentale sarà definire la portata della nuova normativa: come ribadito nella relazione del Parlamento europeo dello scorso 24 aprile al fine di garantire la certezza del diritto, il Digital services Act dovrà chiarire quali servizi digitali rientrano nel suo campo di applicazione, raccomandando inoltre alla Commissione di estendere l’applicabilità della normativa non solo alle piattaforme online ma a tutti i servizi digitali, che non sono ad oggi inseriti all’interno di una cornice giuridica specifica.

La consultazione si svilupperà su due pilastri, in linea con la struttura del DSA. Un primo gruppo di norme riprenderà i contenuti della direttiva e-commerce in particolare relativamente alla libertà di fornire servizi digitali nel mercato unico, in conformità con le norme in vigore nello Stato membro in cui ha sede il fornitore dei servizi, e con responsabilità limitata rispetto ai contenuti creati dagli utenti. Il nuovo strumento mira a creare un sistema in cui vi siano chiari ruoli e obbligazioni per gli intermediari online, inclusi quelli non europei ma che operano all’interno del mercato unico, oltre a un sistema di governance più efficace che assicuri che tali norme siano correttamente messe in atto nel rispetto dei diritti fondamentali di cittadini e imprese.

La seconda parte riguarda le regole di accesso al mercato digitale, attualmente caratterizzato da un numero ridotto di piattaforme online che rendono difficile l’accesso a realtà minori. L’obiettivo sarà quello di ridurre tali squilibri di mercato, con il fine di garantire al consumatore il più ampio spettro di scelte, e allo stesso tempo la competitività e l’innovazione sul mercato.

La consultazione è aperta ai cittadini e alla società civile, ai provider di servizi digitali – comprese le piattaforme online – alle imprese, alle autorità nazionali e locali, al mondo universitario e della ricerca. La consultazione si chiuderà l’8 settembre 2020, e sarà possibile presentare le proprie risposte in tutte le lingue ufficiali dell’Ue.

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