Ecco come la Commissione europea rafforza la sua azione contro le fake news


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Camilla Palla
commissione

E’ arrivata la comunicazione congiunta della Commissione europea e dell’Alto rappresentante per la politica estera sulla lotta alla disinformazione causata dalle fake news che si sono diffuse in tutta Europa in merito al Covid-19. La pandemia è stata accompagnata da una forte pressione mediatica e sono stati numerosi i casi di diffusione di informazioni false o fuorvianti, compresi i tentativi da parte di attori stranieri di influenzare il dibattito politico, all’interno e fuori i confini dell’Ue.

Gli sforzi da parte dell’Unione in tal senso risalgono in realtà già al 2018, quando la Commissione ha presentato il Piano d’azione contro la disinformazione, impostato su quattro pilastri: migliorare la capacità di individuare, analizzare e denunciare le fonti di fake news, assicurare e rafforzare una risposta coordinata a livello sovranazionale, mobilitare il settore privato e, infine, sensibilizzare e migliorare la resilienza degli utenti e dei cittadini. Numerose piattaforme, big-tech e associazioni del settore hanno aderito lo stesso anno al Codice di condotta pubblicato dalla Commissione.

La nuova comunicazione mette dunque in evidenza una serie di criteri e misure per identificare e isolare le fonti di disinformazione, intervenendo allo stesso tempo per garantire ai cittadini e agli utenti l’accesso alle informazioni e alle notizie. Data la complessità della materia, l’Unione ha richiesto a gran voce la collaborazione delle piattaforme e dei provider di servizi digitali per monitorare l’attività degli utenti e garantirne da un lato la privacy e dall’altro la libertà di informazione ed espressione.

Allo stesso tempo, nel corso della crisi sanitaria il Servizio europeo per l’Azione Esterna, insieme alla Commissione, ha proceduto al potenziamento della comunicazione strategica e della diplomazia pubblica nei Paesi terzi, oltre alla sistematica pubblicazione delle notizie false e delle loro fonti sul sito EUvsDisinfo. La strategia prevede inoltre una stretta collaborazione con altre organizzazioni internazionali, tra cui l’Organizzazione mondiale della sanità, il G7 e la NATO, con l’obiettivo di espandere la capacità ricettiva e la rapidità di intervento nell’individuazione, eliminazione e correzione di informazioni false.

Un punto fondamentale riguarda il monitoraggio delle attività delle piattaforme online e dei fornitori di servizi digitali in generale. Tra le azioni richieste dalla Commissione, questi ultimi dovranno provvedere a fornire rapporti mensili rispetto alle iniziative intraprese per promuovere contenuti ritenuti affidabili, intensificare la cooperazione con i fact-checker e aumentare la trasparenza nei confronti degli utenti.

Infine, la comunicazione si concentra sulla necessità di conciliare tali azioni di controllo con il rispetto dei diritti fondamentali come, ad esempio, la libertà di espressione, tanto a livello di singoli individui, quanto dei mezzi di comunicazione digitali e tradizionali. Il compito, questa volta, è affidato ai singoli Stati membri, quali garanti di tali prerogative all’interno dei propri confini.

La strategia e le relative aree di intervento proposte dalla comunicazione andranno a integrare l’azione della Commissione rispetto ad altri strumenti in cantiere previsti per la fine dell’anno, in primis il Piano d’azione per i diritti umani e la democrazia e il Digital Services Act.

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