Superbonus al 110%, tutto quello che c’è da sapere (in pillole)


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Giulia Tani
Credit: Unsplash / Ashes Sitoula

Tra le misure previste dal decreto Rilancio, convertito in legge lo scorso 17 luglio, è incluso all’articolo 119 il cosiddetto Superbonus, una detrazione del 110% introdotta al fine di incentivare il miglioramento delle prestazioni energetiche e sismiche del patrimonio edilizio italiano, stimolando altresì la ripresa del settore edile. Il Superbonus, che si aggiunge alle agevolazioni già in vigore come l’ecobonus e il sismabonus, è applicabile alle spese sostenute tra il primo luglio 2020 e il 31 dicembre 2021 per interventi di efficientamento energetico o riduzione del rischio sismico.

Possono accedere al Superbonus le persone fisiche che possiedono o detengono l’immobile (inclusi usufruttuari e affittuari), i condomini, gli istituti autonomi case popolari (per cui la detrazione si applica alle spese sostenute fino al 30 giugno 2022), le cooperative di abitazione a proprietà indivisa, le Onlus nonché le associazioni e società sportive dilettantistiche. Gli interventi possono riguardare sia prime che seconde case, ma sono esclusi gli immobili appartenenti alle categorie catastali A1 (abitazioni signorili), A8 (ville) e A9 (castelli).

È possibile usufruire del Superbonus se si realizza almeno uno degli interventi definiti trainanti dal legislatore, quali: l’isolamento termico delle superfici opache verticali e orizzontali riguardanti l’involucro dell’edificio (il cosiddetto cappotto termico) per almeno il 25% della superficie che disperde calore, la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale esistenti con quelli centralizzati per il riscaldamento, il raffrescamento o la fornitura di acqua calda sanitaria e gli interventi antisismici.

È inoltre possibile accedere all’agevolazione per una serie di altri interventi (definiti, questa volta, trainati) a condizione che vengano realizzati congiuntamente a un intervento trainante. Tra di essi, rientrano la sostituzione di infissi e l’installazione di pannelli solari, di sistemi di accumulo e di colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici. Occorrerà infine dimostrare di aver conseguito un miglioramento di almeno due classi energetiche dell’edificio, oppure, qualora ciò non sia possibile, il conseguimento della classe energetica più alta (A4).

La detrazione fiscale del 110% è divisa in cinque quote annuali. In alternativa, i contribuenti possono scegliere di ottenere uno sconto in fattura direttamente dai fornitori che realizzano l’intervento oppure di cedere il credito corrispondente alla detrazione spettante. I tetti di spesa fissati per ciascuna tipologia di intervento per cui è prevista l’agevolazione sono consultabili nella guida sul Superbonus pubblicata dall’Agenzia delle Entrate.

Dopo la conversione in legge del decreto Rilancio, si attendono ora i decreti attuativi del ministero dello Sviluppo economico relativi al Superbonus. Si tratta, in particolare, del decreto sui requisiti tecnici, che stabilisce i massimali di costo e i controlli a campione, e del decreto sulle asseverazioni dei lavori, che fissa le modalità di trasmissione e le caratteristiche del modulo da inviare agli organi competenti, incluso l’Enea. Tali decreti definiscono requisiti stringenti per il livello di prestazione energetica necessario per usufruire dell’agevolazione fiscale. Nelle intenzioni del ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, ciò dovrebbe evitare un indebito aumento dei costi a carico dello Stato, garantendo al contempo che l’erogazione delle risorse prosegua per tutti i sette anni della programmazione economico-finanziaria dell’Unione europea.

L’obiettivo di efficientamento energetico perseguito dal Superbonus costituisce un elemento importante del Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (Pniec) al 2030. Dei 9,3 Mtep/anno fissati come target di risparmio sugli usi finali di energia, più di un terzo dovrà provenire dal settore residenziale (3,3 Mtep). Da questo punto di vista, i dati del 2019 hanno mostrato tendenze incoraggianti nel mercato immobiliare, sebbene sia emersa la necessità di investimenti consistenti nella ristrutturazione delle abitazioni site in zone periferiche, caratterizzate da performance energetiche particolarmente scadenti.

Fondamentale, in questo senso, sarà ridurre gli ostacoli alla realizzazione di interventi di efficientamento energetico nei condomini, la tipologia abitativa di gran lunga più diffusa nelle città. Gli interessi confliggenti e le diverse condizioni socioeconomiche dei condòmini, infatti, vanificano spesso le occasioni non solo di ridurre i consumi energetici, ma anche di accrescere il valore complessivo dell’immobile. Di questo tema si sono occupati il vicepresidente e direttore dell’area Energia dell’Istituto per la Competitività (I-Com) Franco D’Amore e il ricercatore Enea Antonio Disi nel libro “Risparmio energetico nel condominio”, edito da Dei – Tipografia del Genio Civile (qui la prefazione del presidente di Enea Federico Testa).

Il libro mette in luce le grandi potenzialità offerte dalla riqualificazione energetica dei condomini, ma anche i limiti che finora non hanno consentito di beneficiarne appieno, incluse barriere di ordine comportamentale, culturale e sociale. È inoltre offerta una rassegna degli schemi di incentivazione e finanziamento già disponibili, nonché delle principali soluzioni tecnologiche e impiantistiche offerte dalle imprese e dai professionisti del settore. Una vera e propria “cassetta degli attrezzi” per l’amministratore di condominio e i condòmini che intendano sfruttare i numerosi vantaggi offerti dalla ristrutturazione green del proprio edificio.

Su questo scenario in continua evoluzione si è abbattuta la pandemia da coronavirus. Se da un lato l’emergenza sanitaria e il conseguente blocco delle attività economiche hanno causato una grave recessione e una diffusa incertezza in tutti i settori del sistema economico, dall’altro le istituzioni italiane ed europee hanno manifestato la chiara intenzione di supportare la crescita sostenibile del nostro Paese nei prossimi anni. Il Superbonus costituisce soltanto un primo passo in questa direzione. Il conseguimento degli obiettivi fissati dal Pniec, incluso l’efficientamento energetico, figura tra i criteri di valutazione dei progetti per l’uso delle risorse messe a disposizione dal Recovery Fund, che saranno presentati alla Commissione Europea in ottobre. La meta è definita: occorre ora tracciare il sentiero migliore per raggiungerla.

Laureata in Economia dei mercati e degli Intermediari finanziari, sta conseguendo il Master of Science in Economics presso l’Università di Roma Tor Vergata. Si occupa di ricerca economica e raccolta, elaborazione e analisi di dati.

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