Per vincere la sfida dell’intelligenza artificiale la chiave è la formazione


Articolo
Maria Rosaria Della Porta
formazione

Le aziende che traggono i maggiori benefici dall’intelligenza artificiale sono quelle che investono sulla formazione. A rivelarlo è la nuova ricerca “Le competenze dei dipendenti e il potenziale dell’IA” condotta da KRC Research per conto di Microsoft.

L’indagine, terminata nel mese di marzo 2020, ha coinvolto 12.000 tra dipendenti e figure dirigenziali in tutto il mondo – oltre 600 solo in Italia – con l’intento di scoprire il livello di adozione dell’intelligenza artificiale nelle varie organizzazioni e di individuare i principali insegnamenti appresi dalle realtà più innovative.

Tra le principali evidenze, è emerso che le organizzazioni che traggono maggior valore dall’adozione delle tecnologie dotate di intelligenza artificiale sono quelle che puntano sulla formazione del proprio personale e non solamente sull’automazione e sull’efficienza operativa.

In Italia l’87,7% delle aziende intervistate ha compreso l’importanza di creare nuove competenze per cogliere al meglio la sfida dell’intelligenza artificiale e ha dichiarato di aver aumentato gli investimenti in attività di skilling e riqualificazione della propria forza lavoro. Si prevede che, nel corso dei prossimi 6-10 anni, raddoppierà il numero di lavoratori con conoscenze nel campo dell’intelligenza artificiale, passando dal 25,6 al 58%.

Addirittura, il 100% della aziende italiane più “mature” nell’adozione di queste tecnologie ha affermato di aver già avviato, o di aver pianificato, percorsi di formazione dedicati ai propri dipendenti e quasi i due terzi degli impiegati di queste organizzazioni hanno dichiarato di aver già partecipato a programmi di riqualificazione. Inoltre, quasi la totalità dei lavoratori coinvolti nell’indagine (ben il 94,2%) si è dichiarata entusiasta di migliorare le proprie competenze, in quanto ritengono che le tecnologie intelligenti consentano loro di dedicarsi a compiti più significativi e di impegnarsi in attività più interessanti.

Oltre a dimostrare l’importanza di affiancare all’implementazione dell’intelligenza artificiale percorsi di formazione dedicati ai propri dipendenti, l’indagine di Microsoft ha inoltre fotografato il suo livello di adozione nel nostro Paese.

Il 28,2% delle aziende italiane ha già integrato l’intelligenza artificiale nella propria strategia aziendale o è in fase di implementazione, mentre il 38,8% ne sta valutando o sperimentando l’adozione.

I comparti più virtuosi sono l’Oil & Gas (dove il 50% delle aziende è in fase avanzata di adozione), il mondo della tecnologia (46,6%) e il settore industriale (41,1%) mentre fanno peggio l’industria dei beni di consumo (17,4%), il settore delle Utilities (17,6%) e quello sanitario (17,8%).

Infine, la ricerca evidenzia che le aziende più mature nell’utilizzo delle tecnologie intelligenti e consapevoli dell’importanza di investire in formazione riescono ad avere più successo rispetto alle realtà più restie al cambiamento. Oltre il 96% dei dirigenti delle imprese più avanzate ha dichiarato di aver già tratto un valore aggiuntivo per il proprio business, rispetto al 66,7% degli intervistati presso le aziende meno mature. Inoltre, l’89% ha riscontrato una migliore ottimizzazione delle operazioni grazie all’intelligenza artificiale: dallo sviluppo di nuovi prodotti e servizi (61,8 contro 30,8% delle aziende meno mature nell’adozione dell’intelligenza artificiale) a una migliore customer experience (52,7 contro 23,1% nelle aziende meno mature).

Research Fellow dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Laureata in Economia presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, con una tesi in Finanza Aziendale Internazionale. Successivamente ha conseguito un master di II livello in “Concorrenza, economia della regolamentazione e della valutazione”, presso la medesima università.

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