Contact tracing, verso l’interoperabilità transfrontaliera delle applicazioni


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Arianna Fantesini
interoperabilità
Credit: pixabay

La Commissione europea ha annunciato l’avvio dei primi test per la creazione di un servizio gateway di interoperabilità. Una volta operativo, a partire da ottobre, renderà possibile il funzionamento transfrontaliero delle diverse applicazioni nazionali, sviluppate in Europa, per il tracciamento dei contatti e l’allerta degli utenti.

Questa fase di verifica è il primo passo per sfruttare appieno le potenzialità delle app di contact tracing nell’ottica di un approccio comune e coordinato per il loro utilizzo, soprattutto in una fase di revoca graduale delle misure di contenimento.

L’obiettivo dell’interoperabilità è agevolare gli spostamenti e migliorare la gestione della crisi causata dalla pandemia di Covid-19 a livello europeo. Attraverso l’installazione di una sola applicazione nazionale, i singoli utenti avrebbero così la possibilità di segnalare un test positivo al Covid-19 o essere allertati qualora siano entrati in contatto con un soggetto infetto ovunque si trovino nell’Unione europea.

La realizzazione e lo sviluppo del gateway è opera di T-system e SAP mentre la gestione è affidata al Data Centre della Commissione a Lussemburgo.

IL GATEWAY, A COSA SERVE?

Il gateway è una infrastruttura informatica che fornisce un’interfaccia comune per ricevere e trasmettere, in modo sicuro ed efficiente, informazioni rilevanti inviate dalle app di tracciamento dei contatti e dai server nazionali. In particolare, garantisce la trasmissione di informazioni tra i server back-end delle app ufficiali di contact tracing e permette a queste ultime di funzionare senza soluzione di continuità anche a livello transfrontaliero.

In altre parole, attraverso l’attivazione di questo servizio, ogni cittadino italiano, ad esempio, potrà recarsi in Germania (o in un altro Stato dell’Unione) e continuare a utilizzare l’app Immuni, che sarà quindi in grado di interagire con l’app tedesca Corona-Warn.

Le app ufficiali di contact tracing coinvolte nella prima fase sono quelle di Repubblica Ceca, Danimarca, Germania, Irlanda, Italia e Lettonia, ma la finalità è estendere il servizio a tutte le applicazioni mobili sviluppate in Europa basate su un’architettura decentralizzata.

ITER E PRIVACY 

La creazione del servizio gateway si inserisce nel più ampio pacchetto di strumenti per l’uso di applicazioni mobili di contact tracing sviluppato dagli Stati europei, con il supporto della Commissione, in seno alla rete di assistenza sanitaria online (eHealth).

Prima di arrivare alla fase dei test, tra maggio e giugno gli Stati membri hanno concordato gli orientamenti sull’interoperabilità e una serie di specifiche tecniche. Mentre il 15 luglio la Commissione ha adottato la decisione di esecuzione (UE) 2020/1023, volta a fornire una base giuridica.

Quest’ultima stabilisce che i dati personali scambiati attraverso il gateway saranno criptati, limitati al minimo indispensabile e conservati solo per il tempo strettamente necessario al tracciamento dei contagi. Gli stessi dati saranno inoltre pseudonimizzati, quindi non sarà possibile l’indentificazione delle singole persone. Infine, responsabile della sicurezza del trattamento dei dati personali elaborati all’interno del gateway sarà proprio la Commissione.

A tal proposito, il commissario europeo per la Salute e la Sicurezza alimentare, Stella Kyriakides, ha dichiarato: “Non scenderemo a compromessi in materia di sicurezza dei dati, di diritti fondamentali e di tutela della vita privata in relazione a questi strumenti digitali“.

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