Quali prospettive economiche per l’Italia del post-pandemia? I numeri del governo


Articolo
Michele Masulli
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Credit: Pixabay

In Italia si prefigura per l’autunno una manovra da 40 miliardi. Tra le novità principali allo studio dell’esecutivo, si segnala l’assegno unico, con una riorganizzazione di quelli alle famiglie e delle detrazioni per i figli a carico già in essere, e una robusta riforma fiscale, con l’introduzione di un’aliquota a progressività continua (sul modello tedesco), da finanziare principalmente con un riordino delle detrazioni e una riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi, oltre che con una stretta alla lotta all’evasione. Nelle intenzioni, appare anche la volontà di rendere strutturale il programma di Industria 4.0, mentre sarà confermato il taglio del cuneo fiscale avviato a luglio con l’estensione degli ammortizzatori sociali per i settori produttivi maggiormente in crisi.

Dei 40 miliardi della manovra, secondo la Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza (Nadef), 22 circa dovrebbero essere in deficit, pari all’1,3% del Prdotto interno lordo. Non si sospende, quindi, il piano di stimolo all’economia italiana. Le prospettive sono migliori rispetto a quanto generalmente temuto. La cosiddetta Nadef prevede che nel 2020 il calo del Pil dell’Italia si fermi al 9%: nelle previsioni dei maggiori istituti italiani e internazionali degli scorsi mesi, questo valore rappresentava la migliore delle ipotesi possibili a fronte di riduzioni ipotizzate molto più consistenti.

La diminuzione a una sola cifra, pur nella gravità della crisi, appare quindi un segnale positivo. Il deficit, tuttavia, dovrebbe attestarsi al 10,6%. Per il 2021 si stima un rimbalzo del Pil nell’ordine del 6%, mentre il deficit dovrebbe collocarsi al 7%. Per i due anni successivi il tasso di crescita dell’economia dovrebbero stare sopra al 2%. Il debito pubblico, inoltre, dovrebbe tornare intorno al 150% dopo il 158% toccato quest’anno.

Gran parte della capacità espansiva della manovra sarà in capo ai fondi europei, per cui si prevede nel 2021 una spesa superiore ai 20 miliardi, a valere sul Recovery Fund e sui programmi React-Eu e Transition EU. In ogni caso, gli analisi evidenziano i fattori di certezza che caratterizzano le previsioni degli scenari macroeconomici. Sono, in particolare, i possibili sviluppi della crisi pandemica a condizionare le aspettative e la fiducia di operatori e attori economici.

I rischi al rialzo o al ribasso delle previsioni sono legati all’andamento dei tassi dei contagi per i mesi che verranno. Nel frattempo, il trimestre che si sta chiudendo dovrebbe registrare una ripresa per l’economia dell’eurozona (+8,2%). Ricordiamo che nel secondo trimestre i Paesi dell’area euro avevano subito una contrazione del Pil del 11,8% rispetto al trimestre precedente. L’entità del calo risultava comunque differenziata tra gli Stati Ue (si pensi, solo per considerare i Paesi maggiori, al -18,5% della Spagna rispetto al -9,7% della Germania, passando per il -12,8% e il –13,8% rispettivamente dell’Italia e della Francia). Nel terzo trimestre, al contrario, la produzione industriale dovrebbe mostrare un rimbalzo significativo (+15,2%), per continuare a crescere nei due periodi successivi, seppure a tassi molto più ridotti, tra l’1 e l’1,5%.

La capacità produttiva del settore manifatturiero risulta inferiore ancora di 10 punti rispetto ai livelli pre-crisi, nonostante sia aumentata del 73% nel terzo trimestre. In questo periodo, a crescere sarebbero anche i consumi privati (+9,2%), così come gli investimenti fissi lordi (+10,2%). L’inflazione, invece, continuerebbe a oscillare intorno allo 0. Nel complesso, a fine 2020 l’area euro dovrebbe registrare un calo del Pil dell’8% rispetto al 2019.

Ricopre attualmente il ruolo di Direttore dell’area Energia presso l’Istituto per la Competitività (I-Com), dove è stato Research Fellow a partire dal 2017. Laureato in Economia e politica economica presso l’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, successivamente ha conseguito un master in “Export management e sviluppo di progetti internazionali” presso la Business School del Sole24Ore. Attualmente è dottorando di Economia applicata presso il Dipartimento di Economia dell'Università degli Studi di Roma Tre. Si occupa principalmente di scenari energetici e politiche di sviluppo sostenibile, oltre che di politiche industriali e internazionalizzazione di impresa.

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