La pubblica amministrazione italiana alla sfida della digitalizzazione


Articolo
Domenico Salerno
PA

La digitalizzazione della pubblica amministrazione italiana è un obiettivo fondamentale da raggiungere per tenere il passo con la trasformazione tecnologica dell’intera società. La maggior parte delle nostre attività economiche, ludiche e sociali si svolge ormai sul web e le amministrazioni pubbliche non possono non evolversi di conseguenza.

Il successo della trasformazione digitale del settore pubblico italiano è però inevitabilmente legato allo sviluppo di competenze digitali adeguate da parte dei suoi dipendenti. A livello nazionale, l’iniziativa “Competenze digitali per la PA” promossa dal Dipartimento della funzione pubblica nell’ambito del Programma Operativo Nazionale “Governance e Capacità Istituzionale 2014-2020“, punta al consolidamento delle digital skills di tutti i dipendenti pubblici, al fine di accrescere la propensione complessiva al cambiamento e all’innovazione.

A livello generale non esiste una vera mappatura delle competenze digitali del personale dell’apparato pubblico italiano. Ogni tre anni, tuttavia, l’Istat effettua alcune rilevazioni sui corsi di formazione rivolti ai dipendenti delle amministrazioni pubbliche in ambito digitale e ICT, che forniscono indicazioni generali su diffusione, partecipazione e tematiche coperte. Secondo l’ultima indagine disponibile, nel 2017 i comuni italiani che hanno organizzato corsi di questo tipo sono stati soltanto il 16,2%. Inoltre, solo il 7,3% dei dipendenti di questi ultimi ha effettivamente preso parte ai momenti di formazione.

La mancanza di digital skills da parte dei dipendenti pubblici è inevitabilmente legata al basso numero di giovani che lavorano all’interno delle amministrazioni pubbliche. Secondo un’analisi del ministero dell’Economia e delle Finanze, l’età media nel pubblico impiego è di 50,7 anni. Questo dato è cresciuto di 3,8 anni rispetto a quello registrato nella precedente rilevazione del 2009. Gli ultimi dati OCSE disponibili (2015) posizionano l’Italia all’ultimo posto in Europa per quota di dipendenti pubblici under 34. La pubblica amministrazione italiana annovera tra i propri collaboratori solo il 2,2% di giovani contro il 30% di quella tedesca e il 21,2% della francese. Al contrario, l’Italia è in testa alla classifica per quota di dipendenti over 55, che rappresentano il 45,3% del totale. Si tratta di numeri di molto superiori a quelli di Germania e Francia, in cui questa quota raggiunge rispettivamente il 20 e il 23,9%. Risulta inoltre particolarmente interessante notare come tra il 2010 e il 2015, mentre Germania e Francia sono riuscite a mantenere l’aumento della quota di over 55 sotto il 3%, in Italia questa classe di età è cresciuta del 14,6%.

Confrontando i dati OCSE con quelli sulla preparazione digitale, si può facilmente notare che solo il 30% degli over 55 italiani nel 2019 aveva una competenza informatica di base a fronte di un 13% che, invece, era in possesso di skills specifiche e avanzate. Percentuali, queste, distanti dalle relative medie europee. Da questi dati risulta evidente come l’obiettivo di avere una “pubblica amministrazione smart”  sia ancora molto, troppo, lontano.

Direttore Area Digitale dell'Istituto per la Competitività (I-Com). Nato ad Avellino nel 1990. Ha conseguito una laurea triennale in “Economia e gestione delle aziende e dei servizi sanitari” presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore e successivamente una laurea magistrale in “International Management” presso la LUISS Guido Carli. Al termine del percorso accademico ha frequentato un master in “Export Management & International Business” presso la business school del Sole 24 Ore.

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