Green Deal, i passi della Commissione europea verso la neutralità climatica


Articolo
Camilla Palla
Green Deal

Con il lancio del Green Deal lo scorso dicembre, la Commissione europea ha avviato un processo di transizione verso un nuovo tipo di economia e società. Una trasformazione radicale che porta con sé lo stravolgimento delle modalità in cui l’Europa ha prodotto, consumato e vissuto fino a oggi. Il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050 è ormai noto e ha riscontrato un consenso generalizzato a livello istituzionale e di opinione pubblica. Da inizio anno, la Commissione ha dunque avviato un importante processo di individuazione delle strategie e degli strumenti per realizzare tale obiettivo, che presuppone, però, un intervento multi-livello, cross-settoriale e che coinvolga le economie e le società europee integralmente. In quest’ottica, lo scorso 14 ottobre sono stati annunciati nuovi strumenti che integrano quelli già introdotti fino a questo momento.

STATO DELL’UNIONE DELL’ENERGIA

Il settore energetico è senza alcun dubbio uno di quelli maggiormente impattanti sulle emissioni e quindi sull’obiettivo di neutralità climatica. Il quadro regolatorio della politica energetica dell’Unione prevede che ciascuno Stato membro contribuisca al raggiungimento della decarbonizzazione entro il 2050 attraverso l’individuazione di propri target, presentati attraverso i Piani nazionali integrati per l’energia e il clima.

Con la relazione sullo stato dell’Unione dell’Energia 2020, la prima dal lancio del Green Deal, la Commissione ha dunque effettuato una valutazione dei singoli progressi compiuti dagli Stati membri. Dal documento è emersa una situazione complessivamente positiva: tutti i Paesi sono in grado di conseguire gli obiettivi prefissati mentre la maggior parte di essi ha già compiuto buoni passi avanti in tal senso. “Il settore dell’energia svolge un ruolo cruciale nella riduzione delle emissioni e nella realizzazione del Green Deal europeo”, ha affermato il vicepresidente esecutivo responsabile per il Green Deal europeo, Frans Timmermans. La relazione presenta la valutazione effettuata rispetto a cinque diverse dimensioni dell’Unione dell’energia: decarbonizzazione (comprese le energie rinnovabili), efficienza energetica, sicurezza energetica, mercato interno dell’energia, e infine, ricerca, innovazione e competitività. A sostegno delle singole strategie degli Stati, il piano di ripresa NextGenerationEU svolgerà un ruolo chiave nell’assicurare una serie di programmi di finanziamento volti a supportare l’attuazione dei PNIEC e stimolare la ripresa economica a partire da nuove riforme e investimenti in ambito energetico.

RENOVATION WAVE E UNA NUOVA BAUHAUS EUROPEA

Secondo le stime della Commissione, sono 35 milioni gli edifici inefficienti che dovranno essere rinnovati entro il 2030 per raggiungere l’obiettivo di neutralità climatica prefissato per il 2050. Sarà necessario, dunque, renderli meno impattanti da un punto di vista di emissioni CO2 e più efficienti da un punto di vista energetico.

A livello di impatto sul consumo energetico in Europa, gli edifici pesano per il 40% e rilasciano il 36% delle emissioni di gas serra dell’Ue. La Renovation wave si prefigge tre priorità: affrontare e individuare soluzioni per superare la povertà e l’inefficienza energetiche, la ristrutturazione e la rivalutazione degli edifici pubblici, in primis scuole ospedali e pubbliche amministrazioni, e la decarbonizzazione degli impianti di riscaldamento e raffreddamento degli immobili.

Il tutto dovrà passare attraverso un’operazione di rimozione delle barriere esistenti per favorire tale processo: in primo luogo, dovranno essere più accessibili e trasparenti le norme, gli standard e le informazioni sulle prestazioni energetiche degli edifici, tanto per il settore pubblico quanto per quello privato. In secondo luogo, dovrà essere assicurato l’accesso a linee di finanziamento mirate, tramite NextGenerationEU e altri fondi Ue e privati. Poi sarà necessario favorire lo sviluppo di nuove skills per il settore pubblico e privato, intervenire sul mercato per favorire la transizione verso un’edilizia sostenibile e promuovere un approccio bottom-up, basato sul vicinato e sul senso di comunità.

Infine, questo processo non sarà caratterizzato soltanto da una ratio basata sull’efficienza economica e sociale. La Commissione ha annunciato pure il lancio di una nuova Bauhaus Europea, un progetto multidimensionale e interdisciplinare che punta a porre quali fondamenti della transizione verde una serie di principi chiave quali l’inclusività, l’estetica, l’innovazione e un approccio basato sulle persone. Si tratta di un nuovo forum in cui ci sarà spazio per professionisti del settore (architetti, artisti, ingegneri e designers), studenti e società civile che si confronteranno, scambieranno idee e presenteranno progetti focalizzati su sostenibilità, arte cultura. Entro il 2022, la Commissione punta a creare una prima rete costituita da cinque Bauhaus in diversi Stati membri.

UNA STRATEGIA PER RIDURRE LE EMISSIONI DI METANO

Altra iniziativa chiave presentata dalla Commissione è la strategia per ridurre le emissioni di metano, il secondo più importante agente dei cambiamenti climatici dopo il biossido di carbonio, che richiede un approccio multisettoriale in grado di spaziare dall’agricoltura, all’energia, passando per i rifiuti.

A seguito della valutazione d’impatto per il 2030 sugli obiettivi climatici, l’esecutivo Ue ha concluso che, a fronte dell’aumento nel taglio delle emissioni al 60%, sarà richiesto uno sforzo generalizzato e diffuso sull’intero territorio dell’Unione, che attualmente contribuisce per il 5% alle emissioni mondiali di metano.

Rispetto al settore dell’energia, la strategia si prefigge l’obiettivo di monitorare il tessuto delle infrastrutture del gas, al fine di migliorare il rilevamento e la riparazione delle perdite, oltre a misure volte a vietare le pratiche di combustione e rilascio in atmosfera. Anche nel settore agricolo saranno richiesti interventi mirati, a partire dall’introduzione di tecnologie innovative di riduzione del metano, diete animali e controllo della riproduzione. Verrà inoltre riesaminata la legislazione relativa alla gestione delle discariche e dei gas da esse derivanti entro il 2024.

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