L’ambizione di riparare “il mondo di oggi” dando forma “al mondo di domani”, e un passaggio deciso “dalla strategia all’azione”, in linea con l’impianto del Piano di ripresa e le direttrici per i finanziamenti di NextGenerationEU. Il programma di lavoro della Commissione europea per il 2021, adottato il 19 ottobre scorso, riprende i sei orientamenti politici presentati dalla presidente Ursula von der Leyen a inizio legislatura e dà seguito al suo primo discorso sullo stato dell’Unione, facendo i conti con la risposta alla crisi sanitaria ed economico-sociale e rilanciando le priorità cardine dell’azione dell’esecutivo Ue, la transizione verde e la trasformazione digitale. Se il 2020 è stato però soprattutto l’anno delle strategie politiche e delle comunicazioni ad ampio spettro, nei prossimi dodici mesi la Commissione si appresta a mettere sul tavolo proposte legislative vere e proprie, che mirano a introdurre nuovi atti e a modificare la legislazione esistente, e avranno un impatto diretto su tutti i settori interessati. Digitale, energia e trasporti in testa.
IL WORK PROGRAMME – Il programma di lavoro è il documento adottato annualmente dalla Commissione che definisce le iniziative chiave dell’esecutivo europeo per l’anno a venire, indicando nel dettaglio come (e quando) le priorità strategiche dell’Ue si tradurranno in azioni concrete nei dodici mesi successivi. Per il 2021 esso delinea: le nuove iniziative politiche e legislative da adottare, raggruppate in 44 obiettivi strategici, che vanno ad affiancarsi alle iniziative previste per il 2020 e posticipate a causa della crisi pandemica; la legislazione esistente da rivedere in nome della semplificazione normativa; i dossier legislativi in discussione che l’esecutivo Ue desidera chiudere in via prioritaria; le proposte in sospeso che esso intende ritirare. Sulla base del programma di lavoro, la Commissione, il Parlamento europeo e il Consiglio fisseranno poi entro fine anno in una dichiarazione congiunta (Joint Declaration) un elenco di priorità comuni su cui le tre istituzioni convengono di intervenire rapidamente.
GREEN DEAL – Come previsto, i piani della Commissione per il 2021 rinforzano la priorità cardine dell’azione dell’esecutivo europeo: la doppia transizione verde e digitale, come è stata ribattezzata a Bruxelles, delineata nel programma politico di inizio legislatura e ribadita con forza nel Piano di ripresa, come indirizzo principale per la formulazione dei piani nazionali e l’assegnazione dei finanziamenti del Recovery Fund. In relazione al Green Deal, la Commissione proporrà la revisione del complesso della legislazione in materia di energia e clima per allineare la normativa al nuovo obiettivo (proposto) di ridurre le emissioni di almeno il 55% entro il 2030. Tale pacchetto “Fit for 55″ comprenderà la proposta di revisionare, entro la metà del prossimo anno, una decina di atti legislativi vigenti – tra cui le direttive in materia di efficienza energetica, energie rinnovabili, sistema ETS e tassazione dell’energia – e di introdurre, come indicato negli orientamenti politici di von der Leyen e ribadito più volte nei mesi scorsi, il meccanismo di adeguamento del carbonio alla frontiera (la cosiddetta carbon border tax), che mira a incentivare i produttori stranieri e gli importatori europei a ridurre le loro emissioni di carbonio e resta un componente fondamentale dell’auspicato futuro paniere di nuove risorse proprie del bilancio europeo. Il lavoro pianificato nell’ambito del Green Deal si rifletterà anche sul settore dei trasporti: la Commissione presenterà nel terzo trimestre del 2021 una serie di misure sul trasporto intelligente e sostenibile, che verranno dettagliate nella strategia sulla mobilità messa in calendario per il prossimo dicembre, tra cui una revisione del regolamento sulla rete transeuropea dei trasporti (TEN-T) e della direttiva sui sistemi di trasporto intelligenti.
DIGITALE – Impegni quanto mai massicci anche in materia di digitale. Come annunciato da von der Leyen a settembre, la Commissione proporrà nel primo trimestre del prossimo anno una tabella di marcia (Digital Compass) con obiettivi digitali chiaramente delineati al 2030 – in materia di connettività, competenze e servizi pubblici digitali, tra le altre cose – per fare degli anni venti “il decennio digitale europeo”. Come suggerito dal Consiglio europeo di inizio ottobre, tale bussola dovrebbe introdurre un sistema di monitoraggio delle potenzialità strategiche europee in materia di digitale e delineare i mezzi e le tappe fondamentali per raggiungere gli obiettivi fissati. Sempre entro i primi tre mesi del 2021, l’esecutivo Ue darà seguito al libro bianco dello scorso febbraio e proporrà la prima legislazione organica europea in materia di intelligenza artificiale. Per la proposta di legge sui dati occorrerà attendere invece fino a settembre 2021, ma il Data Act – come è stato definito – verrà anticipato dal quadro regolamentare sulla governance, previsto per la prima metà di novembre. E ancora: la Commissione proporrà all’inizio del prossimo anno l’istituzione di una nuova identità digitale europea per agevolare l’accesso ai servizi online in tutta Europa e garantire al singolo cittadino maggiore controllo sulla condivisione e l’utilizzo dei propri dati. E formulerà, entro la metà del 2021, la proposta europea per introdurre un sistema di tassazione sulle grandi società del digitale, nel caso non si dovesse raggiungere – come ormai pare probabile – un accordo in sede internazionale: altro prelievo che si propone di alimentare di nuove risorse proprie il bilancio comune europeo. La serie di iniziative in cantiere nel 2021 non deve far perdere di vista ciò che è già in calendario per la fine dell’anno in corso in tema di digitale. La Commissione svelerà il 2 dicembre la propria proposta di Digital Services Act, che punta a riscrivere la normativa per i servizi digitali, ridefinire il ruolo e le responsabilità delle piattaforme online e modificare profondamente la disciplina sulla concorrenza nel settore digitale. Ed entro fine 2020 pubblicherà il pacchetto sulla cybersecurity, contenente la nuova strategia e la proposta di revisione della direttiva sulla sicurezza delle reti e dei sistemi informativi (NIS).
SALUTE – Alcune delle iniziative più rilevanti sul fronte delle politiche sanitarie si attendono entro fine anno. A inizio novembre la Commissione svelerà i propri piani sulla costruzione di un’Unione europea della sanità (European Health Union) – che potrebbero includere la proposta di discutere nel corso della Conferenza sul futuro dell’Europa la revisione delle competenze dell’Unione in materia sanitaria definite dai Trattati, come suggerito da von der Leyen il mese scorso – e proporrà di rafforzare e potenziare l’Agenzia europea per i medicinali (EMA) e il Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC). Per fine anno si attendono inoltre la presentazione della nuova strategia farmaceutica e del piano contro il cancro. Mentre due iniziative chiave in prospettiva futura arriveranno a fine 2021: la proposta di istituire un’Agenzia europea per la ricerca e lo sviluppo avanzati in campo biomedico, sul modello della statunitense BARDA, e il lancio dello spazio europeo dei dati sanitari (European Health Data Space). Infine, trasversale agli ambiti fin qui menzionati, rimane il dossier sulla politica industriale: la Commissione si è impegnata a presentare un aggiornamento della strategia avanzata a marzo scorso, che prenderà in considerazione le riflessioni sull’obiettivo dell’”autonomia strategica” formulate nei mesi scorsi e recepirà le proposte elaborate da Consiglio e Parlamento.