L’Italia si posiziona al 22° posto nella classifica generale dell’I-Com Broadband Index (IBI) del 2020, l’indice elaborato dall’Istituto per la Competitività (I-Com) che sintetizza i dati lato domanda e offerta relativi allo sviluppo della banda ultralarga nei mercati nazionali ed europei.
Nonostante dal punto di vista dell’offerta il livello di sviluppo delle infrastrutture abbia registrato segnali di ripresa, nel nostro Paese la domanda non cresce a sufficienza e si rileva una fase di leggero rallentamento nel progresso digitale. In particolare, il divario (negativo) è evidente se si confrontano le percentuali italiane relative all’utilizzo di servizi e-commerce e alla sottoscrizione ad abbonamenti con una velocità di connessione superiore a 100 Megabit per secondo (Mbps) con quelle degli altri Paesi europei.
Per quanto riguarda l’intelligenza artificiale, l’indice elaborato evidenzia che il nostro Paese si posiziona a metà della classifica europea, al 13° posto. Le performance italiane registrano un ottimo andamento nel campo della robotica, mentre gli elementi penalizzanti sono il numero relativamente esiguo di player ecosistemici e l’ammontare ridotto di imprese che utilizzano Big Data.
Questi ed altri dati inediti contenuti nella XII edizione del rapporto annuale I-Com su Reti e Servizi di nuova generazione sono stati presentati e approfonditi durante il convegno pubblico “Tutte le strade portano al digitale. Regole e investimenti per la ripresa economica in Italia e in Europa“. La discussione ha coinvolto rappresentanti delle istituzioni, della politica, dell’accademia e del mondo produttivo che hanno avuto modo di confrontarsi sulle aspettative dei diversi settori coinvolti nel processo di digitalizzazione nazionale ed internazionale.
LA PRIORITÀ EUROPEA: UN MERCATO UNICO DIGITALE
“L’analisi dimostra chiaramente che oggi più che mai la creazione di un mercato unico digitale non può essere più rimandata“. Questa la prima dichiarazione di Antonio Parenti, Capo della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, che attraverso il suo intervento ha sintetizzato le priorità dell’esecutivo Ue per le politiche digitali: tecnologia a servizio delle persone, un’economia digitale equa e competitiva, una società equilibrata e sostenibile per consentire ai cittadini il controllo dei loro dati.
In questa prospettiva dunque il percorso verso la digitalizzazione europea prevede “investimenti nelle competenze digitali a beneficio di tutti i cittadini europei (come la banda larga ultra veloce) e la garanzia di uno sviluppo dell’intelligenza artificiale nel rispetto dei diritti delle persone“. In altre parole, è importante incrementare la quantità di startup, imprese innovative e brevetti digitali europei. Per questo motivo la Commissione ha chiesto ai governi di costruire una politica industriale in grado di combinare tecnologie abilitanti quali l’intelligenza artificiale, il 5G e la blockchain per il sostegno del mercato digitale unico. Antonio Parenti ha sottolineato che l’Unione europea ha previsto, nello specifico, i programmi “Digital Europe 2021-2027” e “Horizon Europe” proprio con l’obiettivo di accelerare il processo di digitalizzazione, poiché “le politiche europee sul digitale, affiancate al Green Deal europeo, sono potenzialmente in grado di trasformare in maniera sostenibile l’economia del nostro continente“.
LA PRIORITÀ NAZIONALE: L’AVANZAMENTO DELLA BANDA ULTRALARGA
“L’avanzamento della banda ultralarga è diventato un progetto strategico a livello nazionale perché finalmente condiviso da tutti gli stakeholder che ne fanno parte“. Questo il primo punto sottolineato dal sottosegretario al ministro dello Sviluppo economico Gian Paolo Manzella che durante il suo intervento ha condiviso le priorità nazionali dal punto di vista dell’esecutivo. Tra queste, il processo di creazione di una rete unica nazionale (che però è ancora all’inizio), la strategia dell’intelligenza artificiale con un’impostazione che unisce l’aspetto tecnologico con la centralità dell’aspetto umano e, infine, l’investimento nell’industria 4.0. In particolare, il sottosegretario ha evidenziato l’importanza di “misure che permettano al digitale di entrare nel cuore dell’impresa, delle famiglie e delle pubbliche amministrazioni“. Solo in questo modo si può migliorare il rapporto di fiducia. A questo proposito, il rafforzamento dei centri di cultura rappresentano strumenti in grado di stimolare la digitalizzazione e offrire servizi. Infine, non è mancato il riferimento alla collaborazione tra pubblico e privato: la pubblica amministrazione potrebbe avere un ruolo chiave per aiutare le aziende nel processo di transizione.
L’IMPEGNO DI INFRATEL
Durante le considerazioni conclusive l’amministratore delegato di Infratel Italia Marco Bellezza ha dichiarato che “quando si parla di sovranità tecnologica il primo passo consiste nella costruzione di una rete pubblica, e questo è esattamente quello che sta facendo Infratel Italia insieme alla concessionaria Open Fiber“. Bellezza ha inoltre sottolineato che “la sovranità tecnologica si esercita evidentemente in tante maniere, ma avere il controllo della principale rete che in qualche modo condizionerà i futuri servizi digitali è una precondizione importante“. Di fatto, Infratel gestisce insieme alla concessionaria Open Fiber il piano banda ultralarga elaborato nel 2015 che, a causa dell’emergenza sanitaria e grazie alla semplificazione delle autorizzazioni, ha subito una forte accelerazione quest’anno. Bellezza ha evidenziato i progressi compiuti e, sul tema delle infrastrutture, ha dichiarato che, anche se in termini generali si apprezzi interesse da parte degli operatori in merito alla loro realizzazione, non sempre le dichiarazioni corrispondono ad un effettivo impegno. Per questo motivo “Infratel eserciterà un maggiore controllo per verificare che le promesse si traducano in realtà“.
LA REGOLAMENTAZIONE DEL SETTORE DIGITALE E LA PROTEZIONE DEI DATI
Il componente del Collegio del Garante per la protezione dei dati personali, Guido Scorza, ha dichiarato che “l’ambizione dell’Autorità garante per la privacy è proteggere, promuovere e regolamentare il mercato sconfinato dei dati, tenendo presente che non tutto il digitale è sempre e comunque ad ogni costo una meta auspicabile”. Una delle maggiori preoccupazioni è la scarsa cultura del digitale che non consente ai cittadini di tutelarsi: una delle priorità dell’Autorità è proprio quella di colmare questo gap per permettere ai cittadini di comprendere quali siano le opportunità e le insidie. La sfida dell’alfabetizzazione si affianca comunque a quella della protezione dei dati personali ormai “moneta globalizzata per eccellenza”. L’auspicio di Guido Scorza è che si trovi una soluzione a livello europeo “per garantire al consumatore l’accesso ai suoi dati e il controllo del trattamento degli stessi in qualsiasi momento e luogo”. È infine Laura Aria, Commissario AGCOM, ad aver approfondito questo tema sottolineando che la priorità è proprio quella di “fornire risposte adeguate ed aggiornate da un punto di vista regolatorio di fronte ad uno scenario in continua trasformazione a causa del costante progresso tecnologico”. Soprattutto, si segnala che in Italia l’impatto che avranno le regolamentazioni europee sarà evidente perché cambieranno le categorie che si era abituati a conoscere: “I confini con i vari servizi oggi non ci sono più e la cooperazione con le autorità consorelle è più che mai indispensabile”.