Digitale e green, i pilastri del nuovo piano industriale di Enel


Articolo
Thomas Osborn
Digitale

L’Enel riparte dagli investimenti nel digitale e nella transizione energetica. Sono questi due i pilastri su cui la società ha costruito il nuovo piano industriale 2021-2023 presentato al pubblico lo scorso 24 novembre. Per l’occasione il gruppo ha anche illustrato l’impegno economico al 2030, una vision che complessivamente comprenderà 190 miliardi di euro in investimenti sulla decarbonizzazione, l’elettrificazione dei consumi e le piattaforme digitali. L’amministratore delegato, Francesco Starace, ha sottolineato l’impegno del colosso energetico italiano nel voler creare valore condiviso e sostenibile per tutti gli stakeholder e redditività di medio e lungo periodo, cogliendo tutte le opportunità in un decennio che si preannuncia particolarmente ricco di sfide e cambiamenti.

Un modello di business incentrato sul digitale

Il gruppo Enel intende sfruttare la propria posizione di leadership nel settore energetico e rafforzare i futuri progressi verso una completa digitalizzazione, attraverso l’adozione di due modelli di business. Il primo, detto di “Ownership”, è il modello tradizionale in cui le piattaforme del digitale sono promotrici del business a sostegno della redditività degli investimenti, e conterà su investimenti di circa 150 miliardi di euro. Il secondo, detto di “Stewardship”, favorisce invece investimenti di parti terze in collaborazione con Enel, o nell’ambito di piattaforme generatrici di business. Su questo l’azienda investirà 10 miliardi di euro, ai quali si aggiungeranno al contempo ulteriori 30 miliardi circa provenienti da terzi.

Circa il 46% dei 150 miliardi del modello di Ownership sarà destinato allo sviluppo digitale e al business Infrastrutture e Reti. L’Enel punta a “ottenere miglioramenti in termini qualitativi e di resilienza, nuove connessioni e digitalizzazione delle infrastrutture”. Con questa strategia il Gruppo ha dichiarato di ambire a passare dagli attuali 74 milioni di utenti, digitalizzati al 60% con contatori intelligenti, ad oltre 90 milioni di utenti finali, i quali, grazie all’utilizzo di contatori intelligenti di ultima generazione, saranno digitalizzati al 100%. Anche la RAB (“Regulatory Asset Base”) sarà potenziata, raggiungendo 70 miliardi di euro circa nel 2030, in aumento del 67% rispetto ai livelli attuali (circa 42 miliardi di euro). Grazie alle dimensioni operative uniche del colosso, si garantirà uno sviluppo senza precedenti in termini di elevata competenza digitale e valore della proprietà intellettuale.

L’impegno sulle energie rinnovabili

Nella presentazione del piano industriale, Enel ha annunciato che oltre il 90% degli investimenti saranno in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile (“SDGs”) dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Inoltre, tra l’80% e il 90% degli investimenti su base consolidata sarà allineato ai criteri di Tassonomia Ue grazie al sostanziale contributo alla mitigazione del cambiamento climatico.

Nello specifico, il gruppo destinerà quasi la metà della cifra del modello di business di Ownership alla Global Power Generation, per un totale di 70 miliardi di euro destinati alle rinnovabili. Attraverso questi si prevede l’ottenimento di un totale di circa 120 GW di capacità installata da fonti rinnovabili al 2030, 2,7 volte maggiore rispetto ai livelli correnti. Ciò verrà raggiunto valorizzando una pipeline di oltre 140 GW, unita a un modello di business globale platform-based per le attività di Business Development, Engineering and Construction e Operation and Maintenance. Opportunità significative arriveranno anche dal segmento dell’idrogeno verde, per il quale “il Gruppo prevede di integrare gli elettrolizzatori negli impianti rinnovabili che producono elettricità per la vendita diretta o per servizi di dispacciamento, vendendo idrogeno verde anche a clienti industriali”, secondo le dichiarazioni dell’ Ad Starace. Enel prevede inoltre di accrescere la propria capacità di idrogeno verde a oltre 2 GW nel 2030, e non esclude che anche l’energia nucleare possa essere sfruttata per l’utilizzo della produzione di esso.

Il triennio 2021-2023

Nel periodo 2021-2023 il gruppo prevede di investire circa 40 miliardi di euro, di cui circa 38 miliardi di euro nel quadro del modello di business di Ownership e 2 miliardi di euro circa in quello di Stewardship, mobilitando al contempo 8 miliardi di euro provenienti da terzi.

La quasi totalità degli investimenti nel modello di business di Ownership verrà destinato allo sviluppo di nuove reti e alle fonti rinnovabili (+16% dal 2020 al 2023), per un totale di circa 33 miliardi di euro nei tre anni. I 2 miliardi di investimenti del business di Stewardship saranno invece diretti allo sviluppo al digitale, alla fibra, all’e-transport e ai sistemi di flessibilità.

A livello operativo, gli utenti nel 2023 aumenteranno a circa 77 milioni, digitalizzati al 64% con contatori intelligenti. In termini di qualità e resilienza, si prevede anche una diminuzione in media del 19% degli indici SAIDI e SAFI. Gli utenti potranno quindi far affidamento su una maggiore efficienza delle reti, a fronte di un rapporto netto opex/utenti che scenderà a circa 34 euro nel 2023, da circa 41 euro stimati nel 2020.

Le prime reazioni

Nel giorno della presentazione del piano le azioni Enel sono state in forte rialzo a Piazza Affari. I titoli del gruppo hanno segnato una delle performance migliori del listino milanese, performando sopra le attese degli analisti .
La società ha definito per il periodo 2021-2023 una politica dei dividendi “semplice, prevedibile e interessante”, e gli azionisti riceveranno un dividendo per azione fisso, garantito e crescente nei prossimi tre anni, con un obiettivo di 0,43 euro/azione al 2023, che si traduce in un CAGR del 7% circa. L’Ebitda ordinario è stimato fra 20,7 e 21,3 miliardi nel 2023, con una crescita media annua (Cagr) del 5%-6% e un utile netto ordinario fra i 6,5 e i 6,7 miliardi nel 2023, con un Cagr tra l’8% e il 10%.
Nel lungo periodo, invece, la crescita attesa dell’Ebitda ordinario si attesta al 5%-6%, a fronte di un previsto incremento dell’utile netto ordinario del 6%-7% tra il 2020 e il 2030.
Gli esiti al di sopra delle aspettative sono stati confermati anche dagli analisti di Banca Akros che hanno reiterato la raccomandazione di ‘Buy’ sulle azioni di Enel, individuando un target di prezzo a 9 euro.

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Dopo la laurea triennale in Economics and Business all’Università LUISS, ha conseguito la laurea magistrale in Economics presso l’Università di Roma Tor Vergata con una tesi sperimentale in Economia del Lavoro su come l’introduzione di congedi di paternità influenzi gli esiti occupazionali ed economici delle madri.

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